Baltimora, Maryland
Pov. Triple H
Mi giro un'altra volta sotto alle coperte, cercando di sollevarle sopra la testa per sentire meno freddo. Improvvisamente mi sembra di congelare nonostante il piumone, un raggio di luce di un lampione entra dalle pesanti tende costringendomi a richiudere gli occhi mentre mi volto dall'altro lato. "Ti ho svegliato?" Le sue dita sottili mi accarezzano i capelli mentre mi osserva aprire gli occhi, il suo sorriso dolce mi fa pensare meno al dolore che si sta risvegliando con me. "Quando sei entrata?" Stephanie mi sta sistemando le coperte, seduta accanto a me nel letto con una vestaglia sottile che le copre appena le gambe, e mi asciuga la fronte sudata con un fazzoletto spostandomi i capelli dagli occhi. "Sono venuta a chiederti scusa. Però eri troppo bello mentre dormivi,mi dispiaceva svegliarti". Cerco di ignorare il dolore al ginocchio, mi sento peggio di uno straccio... "Hai freddo amore? Sei tutto caldo in fronte,mi sa che ti è venuta la febbre!" La sento alzarsi dal letto per aprirmi la valigia, ero così stanco che mi sono buttato nelle coperte lanciando i vestiti a terra, e subito ritorna con una felpa per coprirmi. Mi aiuta a coprirmi mentre a fatica riesco a stare seduto, sento dolori in tutto il corpo e mi butto subito sotto la coperta per il freddo. "Va meglio così? Ti fa male la gamba?" Mi domanda preoccupata mentre si toglie la vestaglia nera per entrare sotto le coperte con me. "Sì,mi fa malissimo" rispondo subito mentre mi bacia premurosa la fronte e sistema i suoi orsi di peluche accanto a me. Mi abbraccia forte posando la testa sul mio petto, mi è mancata e la stringo forte a me a mia volta per sentire il suo profumo. "Mi dispiace per ieri. Non avrei dovuto ignorarti,ho rovinato tutto. Papà è arrabbiato con me e tu ti sei fatto male,non ti ho nemmeno chiesto come stavi ieri. È che vederti con lei mi fa venire un nervoso... odio vedervi insieme. Vorrei che fossi solo mio". Le bacio la fronte per rassicurarla,non so come uscirne. Non voglio che lei soffra, però suo padre ci penserebbe al posto mio se glielo dicessi... "Ma io lo sono. Non devi fare così, lo sai che ti amo. Tutto il resto non ti deve importare,ok?" Le accarezzo la schiena scoperta, spostando le spalline sottili della canotta di seta, mentre lei trascina i suoi peluche sotto le coperte. "Allora è vero che se non li porti con te non riesci a dormire". "Ti ho detto che è un segreto,smettila di prendermi in giro ". La guardo abbracciare i suoi orsetti, uno marroncino e uno bianco, e sorrido ricordandomi che lei è il mio capo. "Non ti sto prendendo in giro. Sei carina invece". "Mi fanno sentire meno sola. Sai, in certi periodi, quando va tutto male... almeno loro non se ne vanno e ho qualcuno su cui piangere ". "Non hai bisogno di loro,ci sono io". La guardo sorridere un po' imbarazzata,il suo sguardo però è assente come se avesse in mente altro. "Prima o poi troverò il coraggio di liberarmene. Ho questo obiettivo prima dei trent'anni". Scoppio a ridere con lei, mi sorprende come pensi che i trentenni siano dei vecchi senza speranza e un po' mi offende questa sua idea. "Dovresti tenerli e basta, tutte le cose che dovevo realizzare entro i trent'anni non le ho mai fatte quindi non farti illusioni. A parte diventare un wrestler, questo ci sono riuscito anche prima dei trent'anni". "Va be mica è poco. In tanti nemmeno riescono a diventare ciò che sei tu. E poi io ci ho rinunciato a tutto il resto, l'unica cosa in cui ho avuto successo fino ad ora è stato il lavoro. Ho sempre voluto sposarmi ed avere dei figli, trovare la persona della vita,ma non mi sono più innamorata di nessuno veramente dal mio primo ragazzo. Probabilmente perché è stato il mio primo amore,nonostante tutto il male che mi ha fatto abbandonandomi con nostro figlio comunque nessuna relazione che ho avuto è mai stata tanto bella quanto quella. Ho rinunciato a sposarmi quando ho lasciato Richard, ho capito che il matrimonio non è poi così emozionante come lo descrivono". Le sue parole mi colpiscono, è come se anche io mi rivedessi in ciò che dice. "Jo è stata il mio primo vero amore,credo. Non ho mai amato nessuna quanto lei. Però ora ci sei tu. Non pensavo che mi sarei innamorato di nuovo di qualcuna, credevo che lasciandola sarei rimasto solo per sempre". "Anche io. Non pensavo che avrei mai amato nessun altro. Forse dovrei davvero liberarmi dell'orso, questo bianco è un regalo del mio ex". "Perché ce l'hai ancora?" Le domando stupito, credevo fosse andata oltre, che avesse dimenticato quel cretino che l'ha lasciata sola incinta di suo figlio. "Non lo so. Quando avevo capito che ci eravamo lasciati ho preso tutte le sue cose e le ho messe in un sacchetto per buttarle, dovevo buttare anche l'orso col fiocco rosso però ho pensato che un giorno mio figlio mi avrebbe chiesto di suo padre e che non era giusto nascondergli la verità. L'ho tenuto per darlo a lui, volevo metterlo nella sua culla alla nascita però... ho tenuto anche le nostre foto per farglielo vedere,quelle le ho messe via da qualche parte a casa prima di andare via per il college e non le ho più cercate,non so nemmeno dove siano. Da quando l'ho perso non sono più riuscita a separarmene, volevo così tanto che lo avesse e l'ho tenuto per ricordo del mio bambino. Il giorno in cui ho subito l'intervento ho dovuto passare la notte lì in osservazione prima di tornare a casa e ho pianto tutto il tempo su questo orso perché nessuno era lì con me". Cerco di consolarla asciugandole le lacrime, mi dispiace che abbia sofferto così tanto... non so cosa fare,mi sento impotente davanti a lei e non voglio che soffra ancora per colpa mia. "E la tua famiglia? Amore, non è vero che non c'è nessuno per te, ora non hai più bisogno degli orsi, puoi venire da me". "Grazie" risponde asciugandosi le lacrime con il dorso della mano: "In realtà mio padre si è sempre preoccupato per me, quella sera è venuto a sapere come stavo con la scusa di lasciarmi dei vestiti e mi ha portato anche i miei orsi. Non lo volevo vedere,credevo che fosse lui il responsabile di tutto ed ero così arrabbiata che gli ho urlato contro di andarsene buttandogli il peluche che mi aveva regalato in faccia. Mi ha detto che capiva il perché io fossi arrabbiata ma che lui lo aveva fatto per il mio bene... ero troppo delusa per perdonarlo, non credo che lo perdonerò mai per ciò che ha fatto". "Però gli vuoi ancora bene oggi, perché?" "Perché credeva di aver fatto la cosa giusta per sua figlia. So che tutto questo mi ha fatta soffrire e che non avrò mai mio figlio con me però non posso dire che sia stata colpa sua. Aveva paura che io rimanessi per sempre sola a piangere per un uomo che non ci voleva. E poi nessuno mi avrebbe mai presa sul serio se ogni giorno in ufficio avessi avuto un bambino senza padre appresso. Avrei dovuto iscrivermi al college due anni dopo degli altri e tutti si sarebbero ricordati di come sono stata stupida a farmi mettere incinta da un uomo più grande di me. L'ho sempre incolpato di tutto quando in realtà voleva solo aiutarmi in una situazione in cui ero finita da sola. Quando sono tornata a casa mi ha ridato l'orso dicendomi che mi avrebbe sempre voluto bene anche se io non l'avessi più amato come prima. Ci ho messo un po' per superare la cosa,però ho capito che è inutile odiarlo per un errore che ha commesso credendo di aiutarmi". Le bacio la fronte spostandole una ciocca di capelli dal viso, non capisco come faccia a voler bene a un uomo che le ha distrutto la vita e la stringo forte a me per proteggerla dal freddo. "Amore, non so come tu faccia a volergli bene ancora. Lo saprai meglio di me cosa si dice in giro su di lui... Shawn mi ha detto che ha rapporti con gli uomini, Jo lo ha visto con una nostra collega e poi io un giorno nel suo ufficio ho visto-". "Nel suo cassetto?" Domanda irritata interrompendomi a metà della frase. Annuisco con la testa, non credevo ne fosse a conoscenza e tutto ciò mi imbarazza ancora di più. "Immagino che tu abbia visto solo il primo. Lo lascia sempre aperto, io e mio fratello ci divertivamo a scommettere cosa ci avremmo trovato dentro la settimana dopo. Ripensandoci oggi non è molto divertente, eravamo due bambini ingenui". "Il primo?". "Sì, quello che tutti conoscono. Non sei la prima persona che mi dice di averlo visto, mio padre è così stupido che quando qualcuno entra nel suo ufficio non lo chiude nemmeno. Comunque non credo che altre persone lo sappiano, ma nel suo ufficio la scrivania ha un cassetto nascosto davanti ai suoi piedi. È sempre chiuso a chiave, non sono mai riuscita ad aprirlo e credo che sia solo stata fortunata a non averlo fatto. Quando ero piccola ero riuscita a trovare le chiavi nella tasca della sua giacca, mi ha beccata mentre cercavo di sbloccare la serratura. Non so cosa ci nasconda dentro di così importante ma mi fa ancora male la faccia per le sberle che ho preso". Chissà che cosa ci tiene dentro, questo tizio è psicopatico: "Tu sai dove tiene le chiavi, vero?". "Sì, le ha sempre in tasca. Difficilmente si toglie la giacca,e poi quando lo fa se le mette nella tasca dei pantaloni. Se stai pensando di aprirlo non è una buona idea. Non ti aiuterò a farlo". Mi rassegno alla curiosità, che cosa potrebbe mai nascondere? Armi? Droghe? Materiale pornografico? O qualcosa di più imbarazzante? "Mi vergogno di essere sua figlia quando si comporta in questo modo. È imbarazzante. Vorrei che non fosse così strano. Non è facile vivere con lui, a casa nostra mostra a tutti gli ospiti la sua collezione di Playboy, ha una camera in cui ci porta diverse persone mentre io sono in casa e ha una relazione con un uomo da anni ma nessuno può fare commenti su questo. È frustrante vivere con lui, mi ha sempre dato tutto quello di cui avevo bisogno e ci vogliamo bene,però vorrei che la sua vita privata se la tenesse un po' per sè. Il suo amante era sempre a casa nostra qualche anno fa,speravo che si lasciassero dal giorno zero e sono felice che non venga più ultimamente. Per me può fare quello che vuole, però è normale che lo prendiate tutti in giro. È brutto sentire i vostri commenti ogni giorno su ciò che dice o su come si comporta,ma io non posso dire nulla perché mi rendo conto che per chi non lo conosce sia strano. Tra lui e mio fratello non so chi si comporti peggio. Mi sento la loro baby sitter a volte, mia madre ha sempre preso le distanze soprattutto da me. Non mi sopporta solo perché preferisco mio padre a lei. È solo una persona cinica, era l'unica che avrebbe potuto aiutarli. Mio padre ha lo stesso problema di Shane, non si rendono conto di ciò che fanno. Quando hanno le loro idee credono di sapere tutto loro, nessuno può fermarli nemmeno a spiegargli quanto siano in realtà ridicoli". Le accarezzo i capelli mentre continua a raccontare i segreti di suo padre,ad ogni parola sono sempre più allibito e capisco perché ne abbia paura. "Un amante? E chi è? Quindi lui è...". "Nah, gli piacciono pure le donne. Non credo che se le porterebbe a casa se non fosse vero. Sinceramente non gliel'ho mai chiesto, so solo che mia madre non accetta che a lui piacciono gli uomini. Beh, sono persone di altri tempi, poi non credo che ci farebbe una bella figura mia mamma a dire davanti a tutto il partito repubblicano che suo marito è bisessuale. Un giorno io e papà avevamo litigato, avevo dieci anni penso, sono andata da mia madre a dirle dell'amante per ripicca dato che era un segreto che dovevo mantenere davanti a tutti: mi ha detto che non dovevo dire certe cose in pubblico perché tutto ciò era la vergogna della famiglia, oltre che a prendermi il solito occhio nero. Io non lo trovo giusto, se solo dicessi in giro quali persone sono passate dalla sua di camera non avrebbe più una carriera. Almeno quel tizio è a posto. È solo un po' antipatico ma non è un mio problema". "Ti ha picchiata?" Rimango fermo immobile per un momento, non riesco a togliermi dalla mente questa scena di Linda che alza le mani su una bambina. "Non mi vuole bene. Per tutta la mia infanzia lo ha sempre fatto con qualsiasi scusa, quando mio padre partiva per lavoro non volevo mai rimanere in casa con lei. Mi sono sempre chiesta se fossi una figlia illegittima, ma Shane mi ha fatto vedere una foto di me in ospedale mentre uscivo dalla sua vagina. Credo che abbia problemi di autostima, non ha mai accettato che mio padre volesse bene a me e non a lei. Lui dice che da quando sono nata ha iniziato con le sue sceneggiate dicendo che suo marito pensava solo a noi figli e mai a lei. È quello che farei anche io se scoprissi che mia moglie tromba con il vicino di casa. Prima di andare a vivere a Greenwich i miei e Shane abitavano in una casetta orrenda e il vicino con la scusa di aiutarla coi lavori di casa se la spassava con lei. Da lì non è stato più lo stesso, dicono, mio padre era troppo povero per divorziare con la compagnia da gestire agli inizi e hanno deciso di avermi per cercare di aggiustare le cose ma è successo solo di peggio". "Amore... perché piangi? Cosa c'è che non va?" Le sue dita sottili mi accarezzano la fronte mentre mi tampona un fazzoletto sulle guance per asciugarmi le lacrime. Sentire la sua storia mi ha fatto pensare a me, sua madre che le mette le mani addosso mi ha fatto riprovare quel dolore. "Perché anche io dovevo essere un aborto come te". "No,non dire così! Guarda chi sei oggi, se dovessi dare ragione a mia madre avrei dovuto farmi fuori davvero invece che dirlo soltanto. È ovvio che fa male, soprattutto vedendo come era con mio fratello... Quando ho perso il bambino ho scoperto che lei era d'accordo con tutto, mi ha detto che era quello che mi meritavo per aver fatto la zoccola con uno più grande di me. È stata la cosa peggiore che potesse dirmi in quel momento, ho passato un periodo orribile in cui nemmeno mi alzavo dal letto nei mesi successivi e ciò che mi feriva di più era che lei continuava a dire che lo facevo apposta. Hanno dovuto ritirarmi dal college per non fare una brutta figura dato che non andavo nemmeno a una lezione, non conoscevo nessuno a Boston e non uscivo mai dalla mia stanza. Dopo due mesi Shane è venuto a trovarmi a sorpresa e ha detto ai miei quale era la verità che avevo nascosto a tutti, mi ha costretta a trasferirmi da lui per un po' e mi ha obbligata ad andare in cura. Non so nemmeno perché te lo sto dicendo... ho fatto quello che fanno tutte le persone depresse, ero convinta che nessuno se ne sarebbe mai accorto,però quando non riesci ad alzarti dal letto per cambiare le lenzuola tutti lo vedono. È stato orribile. Però ora sono più forte, ho capito che non devi permettere agli altri di rovinarti la vita. Grazie ai medici ho di nuovo un rapporto con papà, lui ha voluto fare pace con me ma mia madre non l'ho mai vista una volta. Sì è preso cura di me mentre stavo male anche se dicevo di non volerlo più vedere, penso che nessun altro l'avrebbe fatto al suo posto. Da lì ho capito che anche se mi fossi uccisa lei non avrebbe mai pianto per me, che dovevo vivere la mia vita alla faccia sua. Non voglio vederti piangere, ti va di parlarne? Ti sentiresti meglio a farlo". "Non so se posso". "Sì che puoi, non ti devi vergognare". Lascio che si sieda in braccio a me, la coperta le cade dalle spalle mentre si accomoda sulle mie gambe per guardarmi meglio negli occhi. Prendo un respiro per farmi coraggio,non mi va di parlarne con nessuno nemmeno a casa, non credevo che a lei importasse. "Quello che è successo a te è più grave". Rispondo,cercando di prendere tempo. Steph mi guarda negli occhi mentre sistema i suoi pupazzi sul mio petto e aspetta che io riprenda a parlare. "Non importa. Ho visto dalla tua faccia che soffrivi mentre lo raccontavo. Non mi capita mai di parlarne,però tutti coloro che lo sanno non si sono mai messi a piangere. Tu mi hai vista nuda,so che hai visto anche questo". La guardo sollevare leggermente i pantaloncini neri, indicandomi la sua cicatrice sulla gamba che avevo già visto in New Hampshire. "Prima era molto peggio, un po' le ho fatte rimuovere ma questa non va via". Si ritrae subito quando provo a sfiorarle la pelle con le dita, mi dispiace che stia soffrendo così tanto e non riesco a non pensare a me. Forse ha ragione, chi non lo ha provato non può capirlo. "È orribile. Ho fatto già due interventi ma non si toglie, dovrei fare il terzo ma dubito che andrà via. Lo spero, non voglio tenrla a vita". "Non importa. Anche se non la vedrai più comunque rimarrà sempre dentro di te. A me non è mai successo, non so cosa si prova... però non credo che tu potrai mai dimenticarlo. Anche mia madre mi ha sempre odiato. Quando ero bambino venivo picchiato spesso, non so esattamente perché ma la maggior parte delle volte era per la scuola... non ero un genio, studiavo delle ore per prendere solo insufficienze e ovviamente non ne avevo voglia,non capivo niente. A scuola i professori le chiedevano se avessi dei problemi a casa e lei negava ogni cosa, in effetti io seguivo le lezioni,non ero uno di quelli che non ci andava, però sapere che le avrei prese a casa se fossi andato male non faceva altro che farmi fallire tutti i test. So che non ero il figlio intelligente che si aspettava, oltre a picchiarmi da bambino mi ha sempre detto che ero una vergogna per la nostra famiglia e che mia sorella non era così. Mi sentivo umiliato, nonostante io dicessi di impegnarmi venivo sempre punito". Steph mi stringe la mano con forza mentre lo racconto, non so se posso farlo... "Tesoro... ma tu non hai mai provato a parlare con nessun altro? Anche Shane era come te prima di avere la diagnosi... papà credeva che fosse solo svogliato e lo spronava a modo suo, se così si può dire... forse dovresti farti vedere,lo sai che non passano questi problemi senza aiuto". "Nessuno mi credeva, sapeva nascondere bene le cose. Mio padre era sempre fuori, non poteva vedere cosa accadeva mentre lavorava. Mia sorella era costretta a pulire casa tutti i giorni al suo posto e ad occuparsi di me quando ero piccolo, mia madre mi lasciava a casa da solo e lei non poteva mai farsi la sua vita perché non voleva mollarmi a casa senza un adulto. Ovviamente non studiavo se i miei non c'erano, odiavo la scuola. Un po' è pure colpa mia,non mi sono più impegnato perché credevo fosse inutile. Ma non credo che ce l'avrei mai fatta da solo,mi sono diplomato solo perché un mio amico scriveva i saggi per me durante l'ultimo anno e perché ero bravo nello sport, avevo un sacco di crediti perché giocavo a basket e a football e avevo vinto un concorso di bodybuilding e hanno appeso una mia foto imbarazzante nella hall of fame del liceo. Tutto ciò è vergognoso, mi prendevano per il culo tutti i giorni per quella foto e le ragazze non volevano impegnarsi con me perché la palestra non è sexy quanto il football. E poi il mio naso rovinava tutto, se avessi un dollaro per ogni volta che mi sono sentito dire che è brutto sarei più ricco di te. Ma non mi importava molto degli altri,io volevo fare il wrestler e stavo iniziando bene la mia carriera, avevo un lavoro già a 17 anni che mi faceva guadagnare bene e non ero un fallito come diceva mia madre. Il problema era proprio lei, mi ha sempre fatto dubitare di me stesso dicendo alle sue amiche che io ero ancora vergine, che non avrei mai combinato nulla nella vita e che si vergognava di me a tal punto da volermi mandare via di casa. Non è mai successo perché mio padre non lo ha mai permesso, ma anche lui sotto sotto penso che mi reputasse imbarazzante. Mi chiedeva se avessi trovato la ragazza ogni settimana, ma nessuna mi guardava questa è la verità. O forse mi guardavano ma ero troppo fissato con i pesi per poter saltare allenamento e uscire con qualcuna. Almeno in palestra mi dicevano che ero bravo in qualcosa,mi hanno offerto un contratto a tempo indeterminato e sono diventato un manager dopo la maturità. Gestivo qualche palestra del club in giro per Nashua, organizzavo i turni dei personal trainer e facevo le schede, cose così... me ne sono andato di casa quando avevo ventidue anni, nel frattempo mi sono trovato una ragazza e avevo finalmente perso la verginità ma sotto sotto sapevo che non era vero amore. Lei mi piaceva,ma pretendeva troppo da me. Diceva in giro che lavoro facevo e mi presentava come il manager della palestra a tutte le sue amiche,in realtà non credo avesse mai seguito la scheda che le ho dato quando abbiamo iniziato a uscire insieme ma volevo solo andarmene via da mia madre e ho accettato di vivere con lei una volta che aveva finito il college. Almeno faceva a metà per l'affitto, forse l'unica cosa buona che ha fatto. Non vedevo l'ora di andare via di casa perché vivere con i propri genitori dopo la maturità è imbarazzante mi dicevano, tutte le persone del quartiere mi chiedevano come mai non fossi partito per il college e non sapevo cosa avrei fatto della mia vita da solo e con un lavoro che non mi piaceva. Ho sempre saputo di voler fare il lottatore ma tutti mi dicevano che era un sogno irrealizzabile. Stavo con lei per non sentirmi dire che sarei rimasto per sempre vergine, ho scoperto che mi tradiva due anni dopo esserci messi insieme. Credo lo facesse fin da subito,era una persona che conoscevo, era abbonato alla mia palestra. All'epoca credevo di amarla,oggi so solo che l'avevo fatto per non sentirmi giudicato da mia madre. È stata la mia prima ragazza in assoluto, so che ti sembrerà imbarazzante ma non ero mai stato con nessuna prima di allora e quando ho scoperto che non mi amava mi è crollato tutto addosso... ho lasciato il mio lavoro, non volevo più vivere. Per fortuna mi hanno parlato di una scuola di wrestling, non volevo andarci ma l'affitto mi stava scandendo e ho dovuto alzarmi dal letto e trovare un nuovo lavoro e questo mi ha spinto a non rinunciare al mio sogno. Volevo riprendermi dalla rottura e ho deciso di investire i miei risparmi per trasferirmi. I miei ex colleghi una settimana prima mi avevano portato ad un live della WWF per farmi uscire di casa, lì ho conosciuto Killer Kowalsky e si è ricordato di me. Era una celebrità, allenava tutti coloro che entravano da voi ed era uno dei migliori dopo la famiglia Hart,che però era inaccessibile ai non canadesi. Era venuto qualche mese prima in una delle palestre che avevo sotto in gestione e aveva sentito parlare di me, gli avevano detto che avrei voluto fare il wrestler e che mi divertivo a fare le mosse ai miei colleghi. Penso lo abbiano detto per sfottermi, quel tipo si è avvicinato a noi in tribuna perché si ricordava della mia faccia che era appesa in ogni angolo della reception dato che ero l'impiegato del mese in quel periodo e mi ha detto che mi aspettava nella sua scuola. Mi sono trasferito e ho iniziato a lavorare in un fast food per pagare le lezioni, però finalmente stavo bene. Almeno avevo qualcosa per cui mi svegliavo al mattino, mi avevano detto di vedere un terapista ma non ci sono mai andato, non credevo di averne bisogno e non avevo molti soldi nè tempo per permettermelo... avevo bisogno solo di cambiare aria, restare a Nashua mi aveva portato a pensare cose brutte". Sento le mie mani riscaldarsi al contatto con le sue, Stephanie ha lo sguardo verso il basso e sembra non volermi guardare. "Beh tutto questo... il giorno in cui è arrivato il tuo curriculum a mio padre abbiamo riso di te. Mi ha chiamata e mi ha detto di venire a vedere, eravamo d'accordo sul fatto che tu fossi un pazzo ad aver mollato un lavoro così importante per finire in uno show di basso livello. Nessuno lo avrebbe mai fatto, però poi ha guardato qualcosa dei tuoi match e ha urlato che tu gli piacevi. Tu hai davvero un talento, forse ti serviva soltanto una spinta per inseguire il tuo sogno". "Non lo so,io non credo". "Sì invece. Non l'avevo mai sentito dire una cosa del genere su un novellino. Mi dispiace che ti abbiano fatto del male in passato, però ricorda che ciò che sei dipende anche da quello. Non saresti stato così coraggioso se tutto fosse andato per il meglio". "Non lo so se ho fatto bene, a volte mi chiedo perché io non sia andato al college. Quando sediamo alle riunioni mi sento un ignorante, Jo ha studiato legge e sa pure le lingue,anche quel coglione di Shawn ci è andato per un paio d'anni e io sono l'unico che non abbia nessun altro talento nè qualche competenza diversa. Mi piace essere un wrestler, però nella mia vita privata non sono nessuno. Non ho altre passioni o altre cose che io sappia fare, non riesco nemmeno a finire un libro perché devo leggere due volte la stessa pagina per riuscire a capirci qualcosa altrimenti mi distraggo. È come se non riuscissi a sentirmi una persona completa quando non sono Triple H. Non so nemmeno cosa ci faccia io negli uffici, quando leggo i copioni scritti dal resto del team mi ricorda solo quando consegnavo i temi in bianco, non credo di poter far carriera nella dirigenza come vorrebbe la tua famiglia. Mi piace essere un booker, credo di poter aiutare gli altri a diventare lottatori ma non ne so niente di ascolti, sharing, marketing... non so nemmeno di cosa stiate parlando. Forse dovrei limitarmi a fare l'allenatore quando andrò in pensione". Si allontana da me, mettendosi seduta sul materasso e togliendomi i peluche di dosso esclama: "Allora perché non hai ancora dato le dimissioni? Nessuno ti obbliga a farlo. Se tu stesso per primo ammetti di non essere in grado che ci fai ancora qui? Che io sappia non esiste una laurea per diventare un booker, e poi mi spieghi come faremmo a decidere i feud se non avessimo nessuno nel team che conosce la disciplina? Il fatto che tu non sia andato al college non ti rende una persona stupida, quel coglione di mio padre ha una laura ma mia nonna dice che ha dovuto pregare i professori per fargli passare gli ultimi esami senza ripetere l'ultimo anno. Hanno cambiato i suoi voti per pietà, è come se non avesse imparato niente di quelle materie. Però se riesce a fare il suo lavoro non penso che sia stupido. A Shane è successa la stessa cosa, ha ripetuto gli esami un sacco di volte prima di poter finire solo il primo anno. I suoi saggi facevano schifo, ero io a scriverli per lui quando ancora andavo al liceo. Ricordo che una volta ho preso una A, ovviamente è andata a finire nel suo libretto però devo dire che è stata una soddisfazione. Non credere di essere ignorante, la maggior parte delle persone che esce dal college è più ignorante di prima. Io al college ho imparato solo quanti drink riesco a bere prima di vomitare, il resto delle cose l'ho imparato studiando i libri. E se non ti va di studiare puoi laurearti comunque, conosco persone che hanno pagato cifre folli pur di prendere tutte A. E poi il tuo naso non è così brutto, puoi sempre fare una rinoplastica se non ti piace". "Una che?" Scoppio a ridere con lei, il mio naso non fa così schifo... "Una rinoplastica,ti operano per raddrizzare il naso. Te lo fanno come vuoi, giuro che una mia amica ha scelto una foto da un catalogo del chirurgo e glielo hanno ricostruito identico". "Non ti credo". "Nemmeno io ci credevo, invece è tutto vero. Le mie tette sono esattamente come le avevo chieste. Anche se adesso non mi piacciono più così tanto, dovrei tirarle su un po' come erano all'inizio. Dopo un po' di anni succede. Un tipo mi ha urlato dalle tribune che le mie tette sono mosce, non l'ho presa molto bene. Dirgli che le sue palle faranno la stessa fine tra qualche anno non mi ha dato soddisfazione, perché in fondo so che ha ragione". "Ma dai... non è vero! Non sono brutte, secondo me non ne hai bisogno". "Mi sa che è troppo tardi per convincermi. Ho preso un appuntamento ieri per chiedere quanto costa". Le dico di avvicinarsi a me, non voglio più sentire una cosa del genere... perché le donne non si piacciono mai? Avevo bisogno di parlare con lei, non dovrei dubitare così tanto di me stesso. Credo che quello che è successo con Jo abbia causato tutto questo. "A me piacciono così come sono. Secondo me non dovresti. Non pensavo nemmeno che fossero finte, l'ho saputo da Chris Jericho". "Ah, è di questo che parlate in palestra invece di allenarvi... e comunque lui può solo immaginare come sono, tu puoi farci quello che vuoi". Si toglie la maglia di fronte a me, non so perché ma sapevo che l'avrebbe fatto, la guardo negli occhi per sfidarla come per chiederle se davvero ha il coraggio di farlo e mi sorride complice. "Steph... tuo padre dorme qui vicino... potrebbe sentirci!" Mi costringe a tacere mordendomi il labbro, da un lato vederla senza maglietta mi eccita da morire ma dall'altro il dolore non mi da tregua e sono costretto a chiudere gli occhi quando la sento salire sulle mie ginocchia. "Facevo sesso con uno della politica, uno importante... non ho paura di mio padre. E poi al massimo penserà che mi sto masturbando". "Steph, non penso che potrebbe crederci. Dorme nella stanza accanto!". "Non è vero, la mia camera è in mezzo ed è vuota adesso. Amore, ho fatto cose peggiori di questa,vedrai che non ci sentirà nessuno! E poi sarebbe potuto entrare in qualsiasi momento, non è eccitante?". "No" rispondo poco convinto, la realtà è che lo trovo molto eccitante nonostante io sia stanco morto. "Ma chi è questo tizio? Mi nascondi qualcosa?". "È stato più o meno quando hai trovato i preservativi nella mia borsa. Il mio ex mi aveva praticamente lasciata, avevo bisogno di divertirmi. E dai, pure tu lo avresti fatto. Dopo una rottura è normale aver voglia di sesso senza impegno. Ci siamo visti qualche settimana, quando ho capito che mi interessavi ho troncato. Lo usavo per divertirmi, non mi piaceva nemmeno... appena l'ho fatto con te ho capito che non era poi così divertente". "Sicura?". "Amore ma sei geloso?" Mi domanda incredula mentre mi abbassa le mutande per iniziare. "Lo sai che ti voglio tutta per me". "Comunque ho smesso di vederlo subito dopo la nostra prima volta insieme. Non aveva più senso dal momento che dovevo fare ordine nella mia vita. Mi hai solo confuso le idee, stavo meglio con te che con chiunque altro". "E tu mi stai facendo rischiare il lavoro " affermo convinto, ma lei procede chinandosi su di me. "Ahi!" Esclamo improvvisamente, Stephanie mi ha colpito il ginocchio. "Scusa! Scusami tanto... amore, che ho fatto? Ti ho schiacciato il ginocchio? Perdonami, tutto ok?". "No" affermo stringendo i denti per non urlare, la vedo spostarsi velocemente accanto a me sul letto per poi coprirsi subito con la vestaglia. "Amore scusami, io non volevo... mi dispiace,credevo andasse meglio... sei ancora caldo, ti devo portare del ghiaccio?" Si allontana un attimo continuando a scusarsi senza sosta, sto vedendo le stelle per la botta che mi ha dato mentre si chinava per iniziare e non riesco quasi a respirare. Cerco di respirare dal naso per controllare il dolore, Stephanie mi ha portato del ghiaccio che mi sta un po' alleviando il dolore intenso. "Tesoro mi dispiace... vedrai che passerà presto... cerca di non pensarci,adesso col ghiaccio passa subito". Mi stringe la mano nella sua, mi rifugio nel suo sguardo per distrarmi e mi perdo nei suoi occhi azzurri mentre mi accarezza la fronte per non farmi pensare. "Va meglio?" Mi domanda rientrando a letto con me, mi copre con la coperta fino alla fronte per poi abbracciarmi con cautela, non prima di essersi assicurata che io bevessi tutta la medicina che mi ha dato. "Queste bustine le usa anche mio padre, domani non avrai più nulla". La sento muoversi sotto le coperte mentre mi sfiora dolcemente le labbra per darmi la buonanotte, le sue dita tra i capelli insieme all'effetto del farmaco mi rilassano e mi abbandono di nuovo al sonno, sotto il suo sguardo dolce e amorevole che sembra volermi proteggere da tutto. "Ti amo Steph" le sussurro prima di addormentarmi con lei tra le mie braccia, dovremmo farlo più spesso...
STAI LEGGENDO
She never recovered|Triple H & Chyna
RomancePrima parte. Il sogno di Paul fin da quando era ragazzo è sempre stato il wrestling e con tanti sacrifici lo aveva realizzato. Aveva tutto:un buon lavoro, una certa fama e un amore travolgente. Ma un giorno Paul Levesque,ormai conosciuto da tutto il...