Cap. 23 Brownie

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POV's Felix

Tornai a casa in poco tempo, mi sentivo più leggero e avrei avuto la carica per fare qualsiasi cosa. I miei non erano a casa e sarebbero tornati il giorno dopo per colpa di un progetto dall'altra parte del paese, accadeva spesso, per il lavoro che facevano. Iniziai subito a preparare i vestiti per il giorno dopo così, avrei solo dovuto prepararmi psicologicamente.

Partii subito col pensare che non mi sarei in alcun modo dovuto vestire appariscente quindi scartai ogni abito colorato o particolare, e optai per un semplice paio di jeans scuri, e come maglietta, dato il freddo di quei giorni scelsi un lupetto bianco con sopra un maglione a strisce orizzontali rosso scuro e chiaro.

Mi piacque particolarmente; non sembravo ne troppo elegante, ma neanche uno scappato di casa. Se fosse stata una semplice giornata di scuola avrei azzardato a mettere delle scarpe abbastanza costose, ma non volevo sembrare il cocco di papà che sperpera i soldi in beni materiali essenzialmente inutili; allora optai per delle semplicissime Converse bianche, per riprendere il lupetto, che inizialmente non mi aveva convinto tanto.

Poi decisi che era arrivato il momento di smetterla di nascondersi e di mettere degli orecchini che non avevo più messo per molto tempo, pensando che avrebbero potuto attirare l'attenzione.

Presi il porta gioielli nero che mia mamma mi aveva regalato appena fatto i buchi all'orecchio e lo aprì. Frugai un po' e alla fine scelsi un'orecchino abbastanza semplice: era in argento, aveva una catenina e in fondo uno scaccia sogni, con attaccata una piuma.

Un pensiero che mi aveva sempre accompagnato fin da quando ero bambino era pensare che le piume portassero felicità. Mi ricordavano gli uccelli, la libertà, la leggerezza. mi ricordavano la pace e dentro di me sparavo che portarne una sempre appresso potesse portarmi fortuna.

In un primo momento pensai di mettermi a studiare greco, considerando che il giorno dopo sarebbe stata alla prima ora. Decisi però che non sarei stato in casa, era troppo vuota e silenziosa e studiare in un posto così triste mi avrebbe probabilmente rovinato l'umore. Aprii quindi, la porta finestra che avevo in camera dove un leggiero venticello fresco mi cullo per un momento, e me ne andai nella terrazza che affacciava sulla strada; almeno avrei potuto accompagnare un'azione così noiosa come lo studio con il chiacchierio degli uccelli e il semplice rumore delle macchine.

POV's Hyunjin

Non sono mai stato una persona molto ansiosa, anzi al contrario ho sempre preferito fregarmene del giudizio e delle idee altrui. Ma penso che io non abbia mai avuto così tanta ansia come in quel momento.

Neanche avessi dovuto uscire con i miei nonni. che assolutamente non mi hanno mai accettato perché mi ero rifiutato di andare al militare appena finite le medie-, era una semplice giornata con gli amici... Decisi quindi di uscire cercando un po' di distrazione nel vedere i bambini cadere al parchetto qui vicino.

Per sicurezza mi assicurai di avere qualche spicciolo in tasca e di prendere le chiavi si casa; prima di uscire salutai mia madre con un bacio sulla guancia, al contrario non degnai nemmeno di una parola mio padre, che se ne stava sul divano a guardarsi un qualche programma che non calcolai minimamente mentre, finalmente chiudevo la porta di casa.

Il parco non era molto lontano da lì, avrei solo dovuto attraversare il vialetto di fronte casa mia affiancato da piccoli condomini. Erano tutti molto semplici e simili tra di loro, ma una in particolare ha sempre attirato la mia attenzione. Casa Lee.

Non vi erano macchine davanti alla casa e sembrava tutto spento, non si sentiva alcun tipo di rumore, sembrava non esserci nessuno; ma una testolina bionda attirò la mia attenzione.

«Sembra che un Felix selvatico stia studiando... Diamogli un po' di fastidio»

Mi dissi sotto voce. Non avevo alcuna intenzione di dargli davvero fastidio, solo mi stavo annoiando e avrei fatto qualsiasi cosa pur di non stare a far niente. Mi ripromisi, inoltre, che un giorno avrei dovuto chiedergli il numero. Eravamo vicini di casa, sarebbe stato più facile se ogni tanto qualche pomeriggio volevamo uscire.
Senza troppi ripensamenti di arrampicai con la grondaia e arrivai al cornicione del terrazzo del più piccolo per salire lentamente, senza fare troppo rumore. Non avevo intenzione di spaventarlo.

Io e TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora