Cap. 11 Una presentazione

1K 70 13
                                    

⚠️TW problemi di alimentazione

Intanto Felix nella sua camera non riusciva a dormire. Gli era capitato un attacco improvviso di fame, ma appena ha provato giù il 4 morso di crostata alla Nutella si è sentito svenire, e per non fare danni, o così sperava, si è buttato a terra.

Non sapeva neanche lui cosa gli stava succedendo, sapeva solo che gli stava tornando a gola tutta la crostata che aveva mangiato. E cinque minuti dopo essere caduto nel pavimento iniziò a vomitare ogni minimo granellino di cibo e liquido che gli era rimasto in corpo.

I genitori non erano a casa, perché il lavoro li aveva obbligati a fermarsi in tutt'altra città, per tutta la notte, facendo gli infermieri poteva capitare che un paziente venisse trasferito, o che una struttura fosse a corto di personale. Ma per questo nessuno sarebbe venuto ad aiutarlo in quel momento. Doveva cavarsela da solo.

Appena sentì che non gli era rimasto niente da vomitare, iniziò ad alzarsi, prese un fazzoletto e si pulì la bocca. Andò a lavarsi velocemente i denti e a fare dei gargarismi con il collutorio, con l'intento di eliminare l'orribile sapore che gli era rimasto in bocca.

Finito di levarsi la camicia a quadri rossa e nera che si era sporcata, scese a prendere della carta, cercò di pulire almeno il grosso di ciò che era per terra; poi prese uno straccio ed iniziò a passarlo sulle mattonelle fredde in marmo bianco.

Finì in fretta di pulire e andò a lavarsi i denti un'altra volta, odiava quel sapore, gli ricordava la sconfitta, una sconfitta amara e spregevole; mise la camicia a mollo nell'acqua calda, e per ultima cosa andò a spegnere la luce della cucina.

Si rintanò in camera sua, sul letto, con Brownie, accoccolato tra le gambe incrociate; stava guardando lo specchio, situato proprio davanti a lui.

La sua stanza era abbastanza grande: aveva un letto a due piazze, situato sulla parte centrale della parete; ai lati del letto si trovavano due comodini in legno chiaro, quasi bianco. Davanti invece vi era l'armadio con gli sportelli che erano rivestiti di specchi. Al lato dell'armadio si trovava un ripiano con sopra posizionato una TV che ormai il giovane non accendeva da tanto; si era trasferito da poco ma le posizioni dei mobili erano rimasti sempre quelli, come i mobili in se d'altronde. Accanto alla porta che dava sul terrazzo si trovava la scrivania in legno anch'esso chiaro, che invece usava spesso.

Il biondo si stava guardando allo specchio.. osservava le sue ossa più che altro. Si chiese cosa avesse fatto di male nella sua vita per meritarsi una condanna del genere.

Si stava per mettere a piangere quando si accorse di non avere forze nemmeno per fare quello; ormai le lacrime erano terminate, le aveva sprecate tutte. Non ci poteva fare niente, era come piangere sul latte versato.

Prese il telefono, guardò l'ora e si accorse che erano le 5 passate; mamma mia era rimasto sveglio tantissimo! Non se lo aspettava affatto. Effettivamente fuori era sempre buio pesto, non dava la minima impressione che fosse già mattina.

Si era stupito da solo e stava pensando a come tutto quel tempo fosse passato così velocemente, quando un ticchettio alla porta-finestra del terrazzo lo fece girare, e fece anche spaventare Brownie, che scappò nella stanza accanto cioè la stanza vuota dei genitori.

Felix si terrorizzò, incuriosì e sbalordì allo stesso tempo nel vedere ciò che aveva davanti: Hwang Hyunjin in tutta la sua magnificenza, in carne ed ossa era nel suo terrazzo che picchiettava alla finestra per, probabilmente chiedere di entrare; doveva essere abbastanza freddo a quell'ora.

Felix non ci pensò due volte ad aprirgli anche se sempre spaventato.

«Ma ciao»

Disse il moro con aria scherzosa.

«Che bella stanza»

Disse riferendosi all'ambiente che li circondava.

«È la tua camera?»

Chiese al biondo, che rispose con una mossa leggera del capo ed abbassando gli occhi alla fine.

«Oh si giusto.. scusa non mi sono presentato.. Ehm.. piacere Hwang Hyunjin- disse stringendo la mano di Felix- nonché tuo vicino, vengo dalla villa infondo al viale»

Disse indicando il castello che per molto tempo il più piccolo aveva guardato e riguardato incuriosito; infine chiese..

«Tu chi sei?»

Anche se sapeva chi fosse non voleva sembrare uno stalker e fece quindi finta di nulla.

L'altro giovane non lo stava minimamente ascoltando, era più interessato al contatto fisico che stava avendo con la persona da cui si era ripromesso di stare alla larga.

Stava osservando le loro mani ancora unite in una stretta, leggera data dal momento che il più grande aveva paura di far del male alle manine ossee del moro.
Hyunjin accorgendosi dell'assenza mentale del piccolo si abbassò all'altezza delle mani e si mise dietro ad esse, aspettando che il più piccolo mettesse a fuoco la sua immagine -magnifica immagine. Appena si accertò che il gesto fosse stato compiuto, chiese ancora.

«Quale è.. il tuo nome?»

Fece la domanda lentamente assicurandosi che Felix avesse capito ogni singola parola.

Questa volta infatti aveva compreso tutta la domanda e rispose sussurrando, quasi incerto che il biondo avesse sentito tutto il nome e si meravigliò nel sentire il contrario

«Sono Lee Yongbok.. Ma preferisco Felix»

Io e TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora