Era venerdì sera e Felix si stava semplicemente annoiando, quindi prese Brownie, il suo furetto, se lo mise in braccio e lo portò fuori nel terrazzo, giusto per svuotarsi un po' la mente e liberarsi di qualche piccola preoccupazione che da giorni stavano incasinando la sua testa bionda.
Pensò molto a tutto; la scuola stava andando bene, niente bullismo, però sempre niente amici. I voti erano eccellenti era il più bravo della classe aveva il massimo a tutto, per il momento, ma nessuno lo sapeva, oltre a lui e la sua famiglia, perché gli insegnanti erano molto riservati riguardo il rendimento scolastico; e andava benissimo così, meno si sapeva di lui, più tempo nell'ombra sarebbe rimasto, e più tempo le persone sarebbero rimaste fuori dalla sua vita. Sicuramente essere considerato il secchione nerd della classe non era quello che voleva, neanche il depresso o asociale di turno; quindi, meno cose sapevano di lui meglio sarebbe stato per tutti.
Felix ancora non aveva avuto modo di parlare ulteriormente con il moro che quasi ogni sera occupava il suo cervello. Di questo non ne aveva parlato con i genitori e neanche con la psicologa australiana, che lo aiutava a curare la sua possibile depressione -ancora non diagnosticata- con qui parlava ogni giovedì. Un tempo in clinica, ma adesso solo in video conferenza, vista l'evidente distanza kilometrica che divideva i due.
Scriveva spesso di lui nel suo quadernino in pelle nera rilegato a mano, scriveva di quanto i suoi occhi potessero essere intriganti, così tranquilli inizialmente, quasi vitrei, ma un solo passo falso avrebbe potuto risvegliare quella tempesta di fuoco che si nascondeva dietro a quelle iridi nere. Scriveva di quanto la sua pelle chiara lo richiamasse ogni volta; non riusciva a capire cosa, di lui lo attirasse a tal punto di non riuscire a dormire. Si sentiva strano, sentiva parlare spesso di lui, dai suoi compagni di classe; secondo certe voci, non era una persona per bene: secondo alcuni spacciava, secondo altri era sempre in mezzo a qualche rissa. Aveva sentito, inoltre, che la famiglia avesse molto denaro ereditario, e questo spiegava l'enorme villa non troppo distante dal suo appartamento.
Ma nonostante le dicerie non faceva altro che pensare a quei capelli sempre ordinati, anche non volendo. Felix si chiedeva come Hyunjin fosse sempre perfetto in ogni cosa che faceva, come era possibile? Quale strana magia era presente in lui? Come era possibile averne un po' per sé?
Ma dopotutto, lui era una nullità, non era buono a niente se non piangere, farsi del male, essere un peso per tutti ed una rottura per chiunque. Ogni giorno era sempre la stessa routine: si alzava, mangiava poco o niente, piangeva, si chiudeva in bagno per ogni minima cazzata, andava a scuola e guardava gli altri mangiare, tornava a casa, svolgeva i compiti, saltava pranzo, piangeva, cenava con una galletta di riso, vomitava, infine si addormentava piangendo.
Oltre a queste cose le sue giornate erano super semplici, un loop continuo, infinito, quasi soffocante. Era come una giostra ai parchi divertimento, la prima volta era elettrizzante, la seconda divertente, ma dalla terza era sempre lo stesso giro. Tutto uguale. Sempre.
A scuola sentiva dei suoi compagni parlare di feste che si sarebbero svolte in futuro, o il contrario e stavano dicendo quanto era stato divertente.
Alcuni ragazzi invece si lamentavano del mal di testa che avevano il giorno dopo una delle feste a "Villa Hwang" ecco tutto girava intorno a questo Hwang; ma erano sicuri di conoscere davvero quel ragazzo che stava per baciare nel bagno della scuola?
I suoi pensieri vennero spazzati via da luci colorate provenienti dalla solita casa-reggia di cui tutti parlano, ovvero villa di proprietà Hwang.
Questa volta però non vi era nessun moro che lo guardava fuori dalla finestra, evidentemente si stava divertendo e non pensava assolutamente ad un presunto stalker...Intanto il giovane Hyunjin se la stava spassando con i suoi amici a casa sua; avevano organizzato un'altra festa in onore della vincita di un'amichevole che si era svolta quel pomeriggio.
Aveva adocchiato due ragazze carine che non gli sembrava di avere mai visto. Pensò che sarebbero state perfette.
Attese che le due si fossero divise ed iniziò il solito corteggiamento: si avvicinò con aria scherzosa, iniziò a parlare con una delle due ragazze, gli chiese come si chiamava, e nella musica assordante aveva capito si chiamasse Yang Akisama, aveva 18 anni, madre giapponese e padre coreano, e andava nella sua stessa scuola, era venuta con una sua amica sotto l'invito di Chan, che era passato per tutte le classi ad informare della festa.
Con tutte le luci colorate che esplodevano di qua e di là, il moro non aveva neanche capito di che colore fossero sia i capelli che gli occhi;
La ragazza stessa aveva iniziato a strusciarsi sul giovane e ciò fece scattare in Hyunjin un qualcosa di animalesco e, mentre altre volte era un tipo più lento e romantico, questa volta ci era andato giù pesante, iniziando subito a trasportare la giovane in camera, senza neanche prepararla a ciò che sarebbe andata in contro.
Non sembrò essergli dispiaciuto, anzi sembrava lo facesse tutti i giorni. Il moro notò subito quanto fosse larga e si immaginò subito il motivo, e ciò gli fece molto schifo anche se un po' in lei ci rivedeva lui stesso. Si sentì uno stronzo improvvisamente e senza sapere cosa facesse diede una spinta più violenta delle altre e sentì la ragazza gemere sotto di lui.
Decise che d'ora in poi avrebbe smesso, o almeno provato a smettere, di sfruttare le ragazze e che avrebbe iniziato a essere meno scortese quindi di considerarle anche quando ci capitava, per errore, di portarsele a letto. Le avrebbe considerate un mese poi con una scusa plausibile le avrebbe lasciate, in questo modo le stava illudendo, ma sembrava già meno crudele.
Per il momento però decise di non pensarci più e di godersi quello che da tutta la sera stava aspettando. Appena ebbero finito Hyunjin si sentì rinascere e andò a fare una doccia. La ragazza era andata via dicendo che doveva vedere come si era conciata l'amica, spiegò che non reggeva bene l'alcool e che avrebbe sicuramente sforato.
La festa finì pochi minuti che scattassero le 05:00 tutti erano tornati a casa e se il giovane proprietario di casa trovava delle persone ubriache fradice addormentate da qualche parte le mandava via a suon di urli e sberci dicendo che gli avrebbe fatto casa per violazione di domicilio.
Erano le 5 del mattino e Hyunjin stava guardando fuori dalla finestra in cerca di qualcosa da fare. Non aveva bevuto praticamente niente e adesso non aveva sonno, per questo si stava annoiando.
I suoi non erano a casa, non sa neanche lui per quale motivo: se pur sua madre gli avesse ripetuto cinque volte la ragione della loro assenza, il biondo non l'aveva minimamente ascoltata, troppo impegnato a messaggiare con Chan e Minho per informarli dell'orario della festa che si sarebbe svolta quasi sicuramente da lì a 20 minuti dopo.Mentre guardava fuori dalla finestra e pensava a come aveva trattato male la madre qualche ora prima, vide una luce provenire dalla stessa casa in cui aveva pensato potesse vivere Felix.
Ci era passato il giorno prima, mentre tornava a casa da scuola, e involontariamente gli cascò l'occhio sul nome sotto il citofono:
Lee. Okay che il cognome Lee era abbastanza famoso e utilizzato in Corea ma ormai tutto tornava, tutti i punti sulla carta erano collegati. O aveva azzeccato 100% o era completamente fuori strada... anche se lui -a detta dei suoi due amici- non sbagliava mai.Era curioso di sapere se il giovane stava dormendo e aveva lasciato la luce accesa o se neanche lui era riuscito a prendere sonno.
Ormai era il suo pensiero fisso: scoprire di più su di lui. Aveva sentito parlare di un nuovo arrivato nella 1'E. Aveva sentito dire che era anche molto strano, non parlava e non mangiava; però in compenso era anche il più bravo della classe, i professori non dicevano i voti ma ogni tanto qualche compagno sbirciava nel foglio del ragazzino e quel 10 scritto in rosso era la prima cosa che si notava in ogni sua verifica.Decise che sarebbe andato a scoprire di più quella sera stessa, si cambiò, si mise dei pantaloni della tuta e una felpa nera; era pronto per partire.
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Io e Te
FanfictionHyunlix - io e te Felix, un ragazzo sensibile, con problemi a socializzare e con fin troppi traslochi alle spalle. Hyunjin, nato come il classico ribelle della storia, cattiva condotta ma popolare e con situazione familiare discutibile. Due ragazz...