Cap. 42 L'unico

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Purtroppo però, la mattina seguente Hyunjin dovette andare via di corsa: aveva tutti i libri e lo zaino per scuola a casa di Chan e non poteva sicuramente entrare in classe con un foglio e un pennarello scarico. Quindi dovette svegliarsi presto per recarsi a casa di Chan, per prendere tutto l'occorrente.

L'opzione che Chan avrebbe potuto portargli qualcosa, non era da prendere in considerazione, visto che proprio quella notte era partito per andare da dei suoi nonni in Australia. Il Natale si stava avvicinando, era logico che per le feste i parenti volessero rivedere i nipoti, e viceversa.

Hyunjin uscì dal terrazzo, salutando il più piccolo con un bacio sulla fronte; aveva in previsione -anche se l'altro non ne era al corrente- di rivederlo in mattinata, quindi salutarlo come se fosse l'ultima volta che si potessero parlare, era inutile.
Per l'altro invece, questo comportamento, non era risultato strano; era sempre molto addormentato e non si era neanche reso conto della situazione... Stava letteralmente dormendo mentre Hyunjin gli spiegava le cose.

(...)

La fortuna che Jeongin avesse avuto nell'incontrare Felix si poteva paragonare a un'apparizione divina. Grazie a lui aveva capito molte cose e le lacune che gli erano rimaste, praticamente dalle elementari, era riuscito a colmarle.
Il compito che si sarebbe svolto quella mattina, poteva permettere a Jeongin di recuperare la brutta insufficienza, bastava solo che si concentrasse al massimo.
Erano tutti pronti, il foglio della verifica era già sul banco, dovevano solo aspettare che la professoressa desse il via, per poterlo girare.

«Allora sono esattamente le 8:20, avete un'ora e mezzo per completare tutto, se qualcuno ha bisogno di qualche minuto in più posso concedergli cinque minuti, mi raccomando, sono tre domande aperte, qualche problema e degli esercizi a crocette, per cercare di salvare l'insalvabile. Concentratevi e cercate di scrivere decentemente, grazie. Potete girare il foglio... Adesso. »

Ora spettava al loro cervello connettersi. (CONNECTED SPDOSPSKO *muore)
Il suono delle penne che scivolavano sui fogli sembravano dare una forma al silenzio presente nella stanza; c'era un'aria riservata e ogni tanto qualche sussurro era inevitabile, anche se tempo qualche secondo che la professoressa sarebbe intervenuta ed avrebbe interrotto il baccano. I più esigenti, usavano bigliettini, ma i più furbi semplicemente studiavano. C'è chi si era scritto formule sul corpo o sul banco e chi, invece, andava a sentimento, pregando tutti i santi che la risposta fosse giusta.

Ormai un'ora era passata, quasi tutti avevano terminato, mancavano gli ultimi controlli e poi il più coraggioso si sarebbe alzato dalla sedia e avrebbe consegnato per primo il foglio, dando coraggio al resto della classe.

Il suono della campanella finalmente diede fine a quello stato di tensione e ansia che, nonostante tutti quanti avessero finito da un pezzo, era rimasto nell'aria.

«Lix, Lix, Lix! »

Il biondo si sentì richiamare da una voce alle sue spalle e si giro in direzione di essa; l'ora era appena terminata, lui era stato uno dei primi a consegnare il compito, e tempo qualche minuto avevano consegnato tutti.

«Allora, com'è andata? »

Chiese entusiasta Jeongin, saltellando di qua e di là, guadagnandosi qualche sguardo stranito da alcuni dei loro compagni di classe.

«Direi bene, il quarto esercizio potrei averlo sbagliato, mi tornava una cosa improponibile, ma per il resto tutto bene. Tu, invece? »

Il moro non aspettava altro che questa domanda.

«BENISSIMO, TI GIURO NON HO MAI FATTO COSI' TANTI ESERCIZI IN UN COMPITO DI CHIMICA! »

Stava letteralmente urlando, ma era anche logico che fosse emozionato; con questo compito avrebbe quasi sicuramente recuperato l'insufficienza, poteva stare tranquillo almeno per un materia.

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