Lo specchio pt.2

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"I kissed his scars thinking he was beautiful. I loved him like I never did and I will continue to do so until he loves himself." 

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Felix non ci credeva e non ci avrebbe mai creduto, ne a quello che dicevano ai suoi genitori ne a quello che Hyunjin gli stava praticamente urlando in faccia.
Lacrime tranquille scendevano dagli occhi rossi e attraversavano la guancia, ma a lui non importava, Hyunjin sapeva già tutto e cercare di essere forti di fronte a lui era come mentire a se stesso, ma soprattutto era impossibile.

«Vieni. » 

Hyunjin era stufo delle cose che Felix si obbligava a pensare di se stesso, non erano cose vere e doveva smettere di pensarci; voleva essere certo che capisse e soprattutto voleva essere lui a farglielo capire, in un modo o nell'altro ce l'avrebbe fatta. Lo prese per il polso, senza pensare che avrebbe potuto fargli male e lo trascinò davanti allo specchio in camera del biondo, lo stesso specchio grazie alla quale, quella sera si era accorto di lui del vero lui che Felix nascondeva sotto i vestiti spessi e pesanti.

Un Felix insicuro, duro con se stesso.

Un Felix che aveva bisogno di una mano, ma che non ha ricevuto niente se non critiche e obblighi.

Un Felix che, oltre ad aver bisogno di un punto fermo a cui appoggiarsi, non aveva bisogno di altro, perché lui in meno degli altri non aveva niente.

O forse si... Amore. Lui non conosceva questa parola, e a detta sua, non avrebbe mai saputo cosa veramente significava e cosa veramente comportava tale situazione.

Hyunjin ha visto il Felix debole, ma che ancora rimaneva in piedi davanti a lui. Il Felix macchiato da cicatrici indelebili, che indicavano il tempo e la forza che lui stesso ci ha messo per rimanere su due piedi. Tutto da solo. Fino a lì, era arrivato da solo, ma adesso erano in due; adesso mai sarebbe rimasto da solo, mai avrebbe dovuto sopportare tutto da solo. Mai.

Si mise dietro di lui; adesso erano rivolti allo specchio entrambi in piedi, si guardavano dal riflesso.

«Guarda. » 

Hyunjin alzò di poco la felpa del piccolo rivelandone dei segni bianchi sulle gambe. 

«Guarda. » 

Alzò ancora la felpa arrivando ai fianchi, con alcuni segni leggermente più rosei, segno che erano più recenti. 

«Guarda. » 

Continuava a ripetere. Sembrava che non sapesse dire nient'altro e ciò metteva, non poca soggezione a Felix, ma che zitto, guardava la sua stessa pelle, macchiata dal suo stesso male; rovinata dalle sue stesse mani. Ancora piccole lacrime scendevano silenziose dagli occhi scuri, ma adesso nessuno si preoccupava di nasconderle, o di fermarle, asciugandole.

«Guarda- qualche attimo di silenzio, poi un sospiro- Questo va bene. Questo non è sbagliato. » 

Alzava ancora la felpa ora arrivando alla vita magra, mostrando altri segni, anche se leggermente meno visibili. Le dita fredde passarono sul suo corpo nudo, tutto senza vergogna o perversione, a nessuno dei due importava, non c'era esitazione in quelle semplici azioni. Le mani percorsero delle cicatrici con leggerezza e piccoli brividi si formarono sul corpo.

Alzò ancora la felpa, di poco, scoprendo le costole leggermente visibili, anch'esse rigate. Entrambi osservavano cosa la felpa celasse, ma Felix, dopo qualche attimo di esitazione puntò lo sguardo altrove, non riuscendo a sostenere tale vista. Il più grande lo notò

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