POV's Hyunjin
Una differenza tra i regali e i gesti è che i primi rimangono per sempre, mentre il resto conta solo qualche secondo. Ma allora perché i gesti valgono di più? L'amore di un bacio, la sofferenza di una lacrima, la sincerità di un abbraccio non possono in alcun modo essere paragonati ad un oggetto.
Oggetto che può costare milioni, come qualche spicciolo.Nel mio piccolo ho sempre considerato stupidi chiunque la pensasse il contrario.
Nella mia vita le poche cose che i miei parenti sono stati in grado di darmi al posto del cosiddetto "amore" sono stati regali.
Regali costosi, uno dopo l'altro. Non li accompagnava mai un biglietto o qualche parola dolce; risultava troppo "romantico", troppo "affettuoso". Soprattutto se i regali erano da parte di mio padre: parlarmi o anche solo provare a essere un padre presente, era come abbassarsi al mio livello.Non ho mai dato troppo valore a ogni regalo che mi veniva dato. Anche solo strappare la carta regalo -quando si degnava di incartarli- era solo una delle tantissime azioni che col tempo diventano naturali, come bere quando si ha sete o coprirsi di più quando si ha freddo.
O forse era diverso?
No, sicuramente era diverso. Quello che provavo quando scartavo quei regali non era paragonabile ad un bisogno quotidiano. Si beve quando il nostro organismo ha necessariamente bisogno di bere; così come per il freddo.
Scartare quei regali non era un bisogno. Non mi importava niente di quello che si celava sotto la carta colorata o il cartone per imballaggi. Non provavo l'emozione che si dovrebbe provare quando, a Natale, una volta a l'anno ricevi un regalo; era una cosa "normale". Anche se di normale, quella situazione non aveva nulla.
Una volta. Una volta sola, avevo provato quella sottospecie di ansia, mista a curiosità prima di scartarne uno.
Era il mio terso anno di medie, non era un periodo particolarmente facile. In quegli anni ti rendi conto cosa vuol dire "vivere", inizi a pensare con il tuo cervello, cresci e ti crei idee tue e non vai più dietro al volere dei genitori. Per questo litigavamo sempre più spesso, e stare anche solo nella loro stessa stanza era diventato opprimente.
Stavo più tempo a casa di Minho -che al tempo conoscevo già- che nella mia; ero diventato un po' il figlio di nessuno, e mio padre lo odiava. Odiava che si sapesse in giro che non riuscisse a tenere a bada un ragazzino di quindici anni, ma non poteva fare niente: chiamava, non rispondevo, iniziava a cercarmi, mi nascondevo meglio.Chan era già al tempo nostro "padre" o comunque aveva già buoni propositi per il futuro ed era l'unico che nelle situazioni di necessità si occupava di noi e rimaneva lucido quanto bastava per risolvere determinate situazioni. Sapeva tutto ti entrambi, sia io che Minho gli raccontavano tutto, ogni dettaglio, senza tralasciare nulla. Ma una cosa su di me mi era sfuggita all'inizio.
Non gli aveva accennato nulla della mia cotta ne del mio possibile cambio dell'orientamento sessuale; nessuno dei due ne era al corrente, e mi uccideva. Era come se li stessi tradendo, pugnalato alle spalle. Eravamo come fratelli, ci chiamavamo i tre moschettieri per puro divertimento, ma un po' ci si credeva. Se uno cadeva, gli altri lo aiutavano o cadevano con lui per solidarietà -non prima di essersi fatti qualche risata, sicuramente.In quel periodo stavo veramente male, ero sull'orlo del precipizio, ma comunque facevo finta che andasse tutto bene, quando mi chiedevano come stessi, rispondevo che andava tutto bene.
Falso.
Evitavo di guardarli troppo negli occhi. Mentirgli era straziante e non avrei fatto altro, che aggravare la situazione; mi stavo portando al limite della sopportazione solo perché avevo paura.
Paura della loro reazione, della loro approvazione.
Chan era sempre troppo sovrappensiero per la scuola e la famiglia, mentre Minho non aveva ancora conosciuto Jisung e non avevo la più pallida idea che per lui tutto quello andasse più che bene.

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Io e Te
FanfictionHyunlix - io e te Felix, un ragazzo sensibile, con problemi a socializzare e con fin troppi traslochi alle spalle. Hyunjin, nato come il classico ribelle della storia, cattiva condotta ma popolare e con situazione familiare discutibile. Due ragazz...