Cap. 20 Carattere

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Se ne accorse e lo vidi ghignare sotto i baffi. A quel punto fece una cosa che non mi sarei mai e poi mai aspettato...

Pov's Felix

Si avvicinò pericolosamente a me fino al mio orecchio si fermò all'altezza di esso e con voce roca sussurrò.

«Sei carino quando arrossisci»

Probabilmente sembravo un estintore. Mi spiego meglio. Ero rosso come un estintore.

Mi ero preparato, ero pronto a rispondere, cercai tutta la forza che avevo per contrattaccare. Ma appena provai anche solo ad aprire bocca una piccolissima scossa mi fece indietreggiare. Mi era venuto il singhiozzo?!

Ero veramente penoso. Proprio in quel momento. Sembravo un bambino. Tutte le volte che andavo nel panico o per il troppo stress, le parole mi morivano in gola e al loro posto uscivano dei piccoli singhiozzi. Ed ecco a voi il bambino, più infantile del mondo.

Pov's Hyunjin

Gli era venuto il singhiozzo, dopo avergli fatto un "complimento".. O più che altro dopo aver provato a flirtare con lui. Era. Veramente. Troppo. Tenero.

Lo vidi sgranare gli occhi ancora più di quanto li avesse prima e tapparsi la bocca nell'intento di nascondere le piccole scosse che il suo corpo minuto emetteva.

Fu all'ora che si mosse veramente e parlò; si allontanò da me facendo due passi indietro e prese l'anello che gli era rimasto in tasca, togliendoci anche la mia mano -che in tutti ciò non avevo minimamente provato a togliere dalla sua felpa, trovandola stranamente calda e accogliente-.

Disse tutto d'un fiato, in maniera ferma e convincente.

«Non voglio fare tardi per l'ora di ginnastica, quindi, scusa ancora per gli anelli, ma ora sarebbe meglio andare.. »

Prima di rincominciare a respirare si bloccò un attimo probabilmente per ripensare a quel che aveva detto, non credendo lui stesso a quanto coraggio aveva avuto per rispondermi in quel modo.

Capiamoci, non che mi avesse dato fastidio il suo tono quasi accusatorio, anzi ero felice che avesse trovato un po' più di sicurezza nei miei confronti, nella mia testa questo significava che si trovava più a suo agio sia con se stesso che con me; solo che ad un Lee Felix con un po' di carattere mi ci sarei dovuto abituare.

A quel punto sia io che lui uscimmo dallo spogliatoio della palestra, e giusto in quel momento mi ricordai il perché ero andato a cercarlo in bagno: ero diventato l'allenatore per quelle due ore di educazione fisica.. continuo a dire che sono la persona più felice del mondo, e tutte merito di quel ragazzino magrolino dalla pelle chiara e i capelli dorati.. una piccola patatina fritta.. la MIA piccola patatina fritta. (a distanza di anni ho riletto questa frase e mi sono cringiata un sacco scusate)

Pov's Felix

Il fatto che gli avessi realmente risposto con tono serio mi aveva donato un attimo di stabilità e era una bella sensazione. In ogni caso appena usciti da gli spogliatoi, mentre il singhiozzo non era ancora finito, mi resi conto dalla situazione in cui mi trovavo: con il singhiozzo, in mezzo alla palestra, con accanto Hyunjin Hwang ovvero il ragazzo più amato di tutta la scuola a fianco. Tutti gli occhi erano puntati su di noi, alcuni erano preoccupati per me, altri arrabbiato, ed altri ancora erano quasi felici.

Lasciando stare quegli occhi che minimamente non conoscevo, notai tra quegli sguardi "contenti" due persone in particolare che si stavano avvicinando a Hyunjin. Immaginai fossero i suoi migliori amici contando che erano le uniche persone che avevo visto parlare con il moro da quando ero entrato in quella scuola.

Mi sembra di aver capito, origliando delle conversazioni in classe di alcune mie compagne, Lee Minho e Bang Chan. Mi ricordavo di aver sentito che il più grande fra i due era Chan, ovvero il ragazzone dai capelli neri, mentre l'altro Minho, era il medio di altezza, e portava dei capelli dalla divisa laterale, color mirtillo.

Pov's narratore

Felix si era bloccato un'altra volta a guardare i due ragazzi che nel frattempo si erano avvicinati a Hyunjin. Il più grande, Chan, era molto muscoloso, dalla pelle chiara ed essenzialmente perfetta, senza imperfezioni. I capelli erano di un nero intenso, così come gli occhietti fini, dallo sguardo amorevole. Aveva un naso un po' grosso, ma carino, e due fossette spuntavano ogni volta che mettesse in mostra il suo bellissimo sorriso, dolce e contagioso. Aveva sentito, provenire anche lui dall'Australia, ma il motivo del suo trasferimento ancora non si sapevano di preciso, e sicuramente non sarebbe stato lui a scoprirlo. A detta di tutti era il "padre dei bambini randagi". Ed il suo comportamento era esattamente quello di un genitore preoccupato per i suoi ragazzi ma contando che erano solo suoi amici e non figli, Hyunjin e Minho, erano chiamati appunto Bambini Randagi. Nessuno aveva effettivamente paura di lui, o almeno, c'è chi aveva paura di tutti quei muscoli, perché effettivamente se si fosse arrabbiato avrebbe potuto fare abbastanza male, ma più che altro le persone avevano paura della compagnia che frequentava.

Giustamente, allo stesso modo non si poteva descrivere anche l'altro ragazzo essendo l'esatto contrario.. O almeno parlando di aspetto esteriore.
Aveva uno sguardo, al contrario del più grande, abbastanza freddo e distaccato, con occhi felini e neri. Capelli violacei, molto scuri, talvolta tendenti al blu. Era un po' più magrolino del primo, ma aveva comunque delle gambe molto muscolose, e dalla maglietta bianca che indossava in quel momento, trasparivano dei leggeri addominali. Insomma era un bel ragazzo pure lui. Felix aveva sentito, inoltre, che in molti lo chiamavano Lee Know, per il suo modo di sapere tutto, di tutti, in tempo reale; ogni gossip per lui non era niente di troppo difficile da recuperare e raccontare. Era famoso in tutta la scuola per questo ed era conosciuto sia fra le ragazze che fra i ragazzi, per il suo sguardo tagliente e animalesco, portandolo spesso a sembrare un gatto.. Abbastanza arrabbiato.. Ma pur sempre un gatto. Si diceva fosse bisessuale, ma è lui che sa tutto di tutti, non gli altri che sanno tutto di lui e nessuno si è mai azzardato a fargli domande, se non si desiderasse essere vittima di cattive voci poco desiderato.

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