Cap. 36 Questione bacio

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POV's Felix

Mi avvicinai lentamente a lui, continuando a tenere la testa bassa, ma appena mi sedetti sulla sedia, lui riuscì a portarla molto più vicino a se, facendola toccare al letto e posizionandosi davanti a essa.

«Veramente, Hyunjin, non ho fame»

Mugugnai allontanandomi e mettendo il broncio; ma non funzionò e con uno scatto rispostò la sedia incastrandola tra il materasso e le sue gambe. Per la prima volta ebbi veramente paura del suo tono di voce

«Smetti di fare il bambino, quale vuoi? »

Mi mise davanti i due pacchetti per poter scegliere e indicai quelli al cioccolato: visto che sono costretto, preferisco mangiare cose decenti. ( grazie, prego, ciao. )

Aprì la busta (Maria: Caro Felix, c'è posta per te. Giuro la smetto)

Aprì la busta, posandola sul materasso non prima di aver preso due biscotti che mi porse e che presi senza esitare. Aveva usato un tono molto duro, avevo paura potesse arrabbiarsi di più, non mi aveva mai risposto così.

Prese la tazza e vi versò un po' di latte, giusto quel poco che bastava per riempire mezzo bicchiere, e me la passò. Ne bevvi un sorso ma appena posai gli occhi su di lui, lo vidi guardarmi, fissarmi. Mi stava mettendo in soggezione, aveva una piccola ruga tra le sopracciglia, era accigliato: mi stava rivolgendo un'occhiataccia. Voleva che mangiassi e bevessi di più? voleva che stessi bene? Voleva? O pretendeva.
Sapeva che non lo avrei mai fatto di mia spontanea volontà. E per questo non lo stava chiedendo, lo stava pretendendo.

Lo pretendeva, quasi si sentisse responsabile del mio benessere, ma chi era lui per me? Non era ne mio padre, ne il mio dottore; sicuramente neanche il mio dietologo. Non era nessuno per volerlo, ma neanche io ero qualcuno per impedirlo. Lui voleva stessi bene, dovevo approfittare del suo aiuto, non impedirgli di farlo.

Presi un altro sorso dalla tazza, senza guardarlo questa volta, stava diventando inquietante e dannatamente frustante avere i suoi occhi puntati addosso; mi passò un biscotto e gli diedi un morso, non era neanche così nauseante come pensavo. Continuavo a guardare per terra, costatando, con tanta attenzione che il pavimento stava diventando sempre più interessante, man mano che il tempo passava e man mano che il suo sguardo diventava sempre più pesante e più difficile da sopportare.

Sentivo ogni poro della pelle venire soffocato dalla durezza del suo sguardo.
Continuai a dare piccoli morsi al biscotto, fino a finirlo completamente, ancora silenzio. Quel silenzio nella stanza stava diventando insopportabile, non potevamo continuare così, avrei finito per impazzire.

«Tu non mangi? »

Me ne uscì di punto in bianco. Non so il motivo per cui decisi di dirlo, avevo solo bisogno di qualche argomento purché rincominciassimo a parlare e interrompessimo il piccolo ma assordante fischio che si crea nei momenti di puro silenzio. Ma effettivamente aveva anche senso: lui mi aveva "convinto" a mangiare, ma lui? Lui non lo faceva? Si stava preoccupando troppo per me, fino al punto di non pensare a se stesso.
Quindi è questo quello che fanno gli amici? Mettono il benessere dell'altro prima del proprio? È una cosa... Carina. Penso che dovrò ancora imparare molto sulle amicizie.

Dopo qualche secondo, la sua fronte tornò liscia, come se avesse capito che avevo, in qualche modo ragione; quindi, addentò un altro biscotto mentre mi passava la tazza. Quella tazza che dalle mie labbra era passata alle sue, quella tazza che dopo aver toccato le mie labbra aveva toccato anche le sue. Una persona esterna avrebbe probabilmente pensato ad un bacio indiretto e al mio posto un altro ragazzo avrebbe provato disgusto nel baciare un suo amico; perché io non avevo provato la stessa cosa? Perché, al contrario, ero curioso di poter provare quella sensazione? Anzi, ero curioso di poter riprovare quella sensazione. Io e Hyunjin ci eravamo già baciati in passato; nella mia stanza, entrambi mezzi nudi e se non mi fossi fermato sarebbe anche andato oltre un bacio. Ma di questo perché non ne parlava? Perché non mi aveva saputo spiegare il motivo di quello che aveva fatto e che mi aveva convinto a credere essere normale? Aveva detto di non aver pensato a quello che stava facendo e mi aveva già chiesto scusa, ma il ricordo di quelle emozioni che mi ronzavano in testa, non faceva altro che invogliarmi a fare una domanda. Una sola domanda che avrebbe potuto porre fine ai mille pensieri che avevo in testa.

«Hyunjin»

Richiamai la sua attenzione, obbligandomi a guardarlo negli occhi dopo tanto tempo.

«Ieri sera- presi un respiro- Perché... Mi hai... Baciato?»

Balbettai un po' ma riuscì a mantenere contatto visivo per tutto il tempo, volevo che mi desse una risposta precisa, e che non ci girasse intorno; volevo che non mi vedesse come qualcosa da proteggere, ma come una persona normalissima a cui dire la verità nuda e cruda, dritta in faccia.

Lo vidi sgranare un po' gli occhi e ammutolirsi, serrando la bocca. Passammo minuti in silenzio, in cui ne io ne lui, avevamo il coraggio di parlare; ci si perse l'uno negli occhi dell'altro, la mia sicurezza contro la sua indecisione, io contro lui.

«I-Io... Non lo so»

La risposta che non volevo era esattamente questa.

«Avevo bevuto con Chan e gli altri, ero un po' andato, ma mi reggevo in piedi tranquillamente. Non ero completamente lucido ed è tanto che non incontro nessuna ragazza... Penso di aver... Scambiato le sensazioni che provo con te per... Quelle che avrei provato con una di loro. Insomma non sono abituato a contenermi troppo, da non propriamente sobrio; ti prego, non prendere sul serio quello che ho fatto, non ero completamente in me. »

Sospirò, come se fosse una cosa normale scambiare un amico, per una qualsiasi ragazza, da portarsi a letto quando ci pare e piace, in un momento delicato, come poteva essere quello in qui ci trovavamo la sera prima. Ci ero rimasto male, non perché volessi che si fosse innamorato di me, ma perché era esattamente quello che avevo pensato in quel momento: aveva scambiato il mio corpo per quello di una ragazza da utilizzare per sentirsi potente e per poter sovrastare ad una figura più piccola e "fragile". Non gli interessava niente di cosa l'altro, che sia stato io o una qualsiasi ragazza, avesse potuto pensare, di quanto si fosse potuto illudere.

Abbassai lo sguardo, era diventato troppo anche solo guardarlo negli occhi.

«Aspetta, non intendevo proprio questo, ero brillo, non pensavo alle conseguenze che le mie azioni avrebbero portato -Sospirò frustato guardandosi le mani e giocando con un anello- Io non... Non intendevo che volevo usarti come in passato ho fatto con alcune ragazze, mi sono espresso male. »

Non sapevo se avessi dovuto prenderlo sul serio, da una parte ero deluso e arrabbiato, non volevo riuscisse a cavarsela con così poco, anche se questo significasse non parlargli più; dall'altra, invece, volevo credergli, lui mi stava aiutando come aveva già fatto in passato, forse veramente non era pienamente padrone di se stesso.

«Poi... Non ho mai detto che non abbia mai immaginato di farlo. » Improvvisamente riportò i suoi occhi nei miei.

«C-Cosa?»

𝑨𝒏𝒈𝒐𝒍𝒐 𝒂𝒖𝒕𝒕𝒐𝒓𝒆:

Ma ciao esseri umani. Giuro che non sono morta, ero solo a piangere nel mio angolino.

GLI STRAY KIDS IN FRANCIA?! LE MAMAMOO?! LE IVE?! GLI ENHYPEN?! WHAT?!

Allora.... Io.... torno a piangere, ho capito

(per chi non sapesse di cosa sto parlando: qualche giorno fa su Twitter è stato annunciato che gli stray kids ed altri gruppi k-pop parteciperanno, l'8 aprile 2023 al music bank show a Parigi, ancora non si sa il prezzo dei biglietti, né altro) *cercate su Google per maggiori informazioni, thanks

UN BACIONE ORSETTI GOMMOSI HARIBO

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