Cap. 45 Bagno

637 49 8
                                    

«È stato... Interessante?...»

«Mettila un po' come ti pare, l'unica cosa che ho capito è che non sono stato diseredato e mi sembra il minimo. »

Ero appena rientrato in camera, trovando Hyunjin seduto sul letto con lo sguardo abbastanza perso, nessuno dei due si aspettava un pomeriggio così pieno di sorprese.
Insomma, non che volessi che mio padre non accettasse la nostra "relazione" e che mi buttasse fuori di casa come succede nei film, ma neanche mi aspettavo che apprezzasse la cosa così velocemente.

Troppo facile...

«Devi essere positivo nella vita. »

Mi sorrise leggermente, ancora un po' scosso.

«Aaaallora... Che si fa? »

Chiese, facendo finta di niente.

«Oddio smettila, sembri un bambino. »

Mi massaggiai le tempie, facendolo ridere.

«Io? Bambino? Senti chi parla! »

Gli feci la linguaccia, adesso, facendo io l'infantile, facendolo ghignare. Si avvicinò a me e si assicurò che la porta fosse completamente chiusa e prima che potessi allontanarmi da lui, mi circondò la vita e mi abbraccio.

«Anche fosse, sei il bambino migliore con qui abbia mai avuto a che fare - Si avvicinò al mio orecchio- e lo sai. »

Mi baciò la guancia con leggerezza, ed io mi appoggiai al suo petto con la schiena, abbandonandomi completamente al suo tocco.
Non lo fermai quando mise una mano sotto la maglietta, accarezzando i tagli che ormai si erano quasi tutti rimarginati lasciando una cicatrice biancastra. Non mi spostai nemmeno nel momento in qui iniziò a baciarmi la tempia, poi scendendo al collo, fermandosi su una spalla, dove lasciò un piccolo morso, ma che non fece male, solo un leggero solletico.
Mi girò nella sua direzione, ma appena provò ad avvicinarsi al mio viso un urlo ci interruppe.

«RAGAZZI SCENDETE A MANGIARE! »

Senti il moro sbuffare, ma non ci diedi troppo peso, in compenso il mio primo pensiero si catapultò subito a mio padre. Voleva seriamente che mangiassimo come se fossimo una specie di "famiglia". Proprio oggi? Proprio con lui in casa? Non riuscì a fermare il mio primo istinto e trascinai il mio stesso corpo in sala da pranzo, portando anche Hyunjin con me.

«Hyunjin, non so come sei abituato, ma qui non si mangia mai molto, e non sapendo della tua presenza, non ho avuto il tempo di preparare nulla di troppo buono.»

Si scusò mio padre.

POV'S Hyunjin

Come se non lo sapessi.

Probabilmente Felix non gli aveva detto che ero già stato fin troppo tempo con lui, da saperlo già.

«Oh, non si preoccupi, non c'è problema. »

Ci sedemmo a tavola, la stessa tavola sulla quale, ogni pomeriggio che passavo con Felix, posavo gli occhi chiedendomi se l'avessero mai usata.
Aveva un'aria triste, malinconia. Al contrario della mia tavola super lunga e dall'aspetto pregiato, era un semplice tavolino quadrato dalle modeste dimensioni, addobbato da un semplicissimo centro tavola in plastica bianca, a forma di stellina che conteneva una candela giallastra, ormai finita.

Erano molto diverse se messe a confronto, ma alla fine l'emozione che emanavano era la stessa: solitudine.
Entrambe richiedevano dell'affetto di una famiglia distrutta, quale per il lavoro e quale per l'arroganza.

Iniziammo a mangiare in silenzio, sentivo l'agitazione di Felix che era seduto alla mia destra e lo sguardo di suo padre puntato su di me, mentre lentamente portavo alla bocca del semplice riso bianco.
Il ticchettio delle bacchette che si posarono sul piatto in coccio, mi fece alzare la testa; Felix si teneva una mano alla bocca e dopo essersi alzato di scatto, facendo cadere la sedia all'indietro, corse su per le scale, fino al bagno.
Si sentì un tonfo e dei versi strozzati subito dopo.
Stava vomitando. Dopo così tanto tempo, che ormai sembrava troppo lontano per esistere ancora, stava riaccadendo.

Io e TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora