Hyunlix - io e te
Felix, un ragazzo sensibile, con problemi a socializzare e con fin troppi traslochi alle spalle.
Hyunjin, nato come il classico ribelle della storia, cattiva condotta ma popolare e con situazione familiare discutibile.
Due ragazz...
«Non fare il finto tonto, hai capito benissimo cosa ho detto. »
Non parlava a voce alta sibilava soltanto. Sgranai gli occhi arrossendo, ma spaventandomi allo stesso momento. Sì, avevo capito benissimo, e lui lo sapeva, adesso aspettava solo un risposta. Si avvicinò a me, molto, troppo vicino e sentivo il suo respiro a fior di pelle; mi venne la pelle d'oca, e sentivo se non sarei riuscito a mantenere ancora per molto la vicinanza. Le gambe tremavano e il sangue nelle vene si era congelato; a primo impatto mi sarei immaginato di tagliare la poca vicinanza che ci divideva e congiungere le nostre labbra, ma nel caso in cui la sua, fosse solo una presa in giro, le conseguenze sarebbero state troppo pesanti da vivere. Non avrei sopportato sapere di esser stato preso per il culo per tutto questo tempo: fino a questo punto ho sempre creduto che quello che faceva, era per fare un piacere ad un amico. Amico. Ma poi perché era mio amico, in fondo? Cosa avrebbero mai trovato di interessante le persone normali in un ammasso di ossa che non mangia, non parla e che non riesce neanche ad allacciarsi le scarpe? Ve lo dico io, niente. Allora, per quale motivo, uno dei ragazzi più ricchi della corea del sud, figlio della Maria vergine e della grazia divina, che grazie alla sua reputazione ha a disposizione tutta la popolazione mondiale per trovarsi un nuovo amichetto del cuore, ha dovuto proprio scegliere me?
Ma a me queste attenzioni, piacevano. Mi sentivo importante. Sentivo che qualcuno, nonostante il tempo impiegato per avvicinarsi completamente a me, era riuscito a darmi una mano. Ma lui non veniva pagato, come la mia psicologa o il mio dietologo, non si sentiva in colpa, come i miei genitori; no. Lui di sua spontanea volontà si era auto-obbligato ad aiutare un completo sconosciuto; non c'entravano i soldi o il fatto di avermi messo al mondo. No. Lui voleva, pretendeva. Hwang Hyunjin era riuscito a fare più cose di quelle che il resto del mondo non era riuscito a fare in sedici anni di vita. Ma lui lo aveva fatto col cuore: quando reggevo l'anima coi denti, lui ha deciso di prendersi in mano la mia vita; io gli ho affidato la mia vita, inconsapevolmente. Mi sono aggrappato a l'unico appiglio che mi si era ritrovato davanti, ma lui stesso, aveva deciso di non andarsene. Lui stesso aveva deciso di rimanere.
Ma a questo punto mi sorge una domanda. Ha fatto tutto questo per pietà o per amicizia; magari, veramente sperava in qualcos'altro? Ha detto prima di non aver più incontrato ragazze -lasciando stare il fatto che ha ammesso anche di avermi praticamente scambiato per una di loro. Ma ha comunque detto di non essere più andato a letto con nessuna ragazza, eppure qualche giorno prima delle ragazze lo avevano fermato alla macchina; lui le aveva evitate, completamente. Aveva fatto finta di niente ed aveva continuato la sua strada verso il parcheggio per prendere la macchina e tornare a casa. Non aveva veramente visto nessuno in quel frangente, ma il perché solo lui lo sapeva.
Io, invece, cosa provavo? Bho. Appunto. La cosa che faceva più ridere era che io in prima persona non riuscivo a capire i miei stessi sentimenti. Il mio essere chiuso non permetteva solo una protezione dei miei pensieri, dalle altre persone, ma anche a me medesimo. Forse era veramente solo il fatto che non riuscivo a capacitarmi di provare sentimenti tali nei confronti di una persona; conosco Hyunjin da poco tempo e i nostri incontri non sono mai stati del tutto normali. Poi se dovessimo contare tutte le volte nella quale avrei potuto denunciarlo per irruzione in zona privata, o cose simili, non credo -anzi, sono sicuro- che due mani non basterebbero. Mai.
Le mani che sudano, le gambe che tremano e il cervello sull'orlo del delirio. Possibile che tutto questo possa essere considerato "interesse" nei confronti di qualcuno. Ho sempre provato queste cose quando vedevo una persona, odiavo gli esseri umani, quasi più di quanto odiassi me stesso. Ma con lui, sembrava diverso. Le mani sudano, ma fremono per toccare la sua pelle; le gambe tremano, ma non vedono l'ora di avvicinarsi a lui. Il cuore rischia un collasso ogni qualvolta il suo sguardo si aggancia al mio, che sia per sbaglio o per leggerci a vicenda. Con lui è diverso, main senso buono.
Quindi è questo che significa essere innamorati? Io sono innamorato?
E' normale che la vita debba essere così complicata? In alcuni casi mi sento io quello complicato in realtà; le domande che mi faccio nella maggior parte dei casi non trovano mai una risposta definitiva, riescono sempre a fuggire dalla logica, non seguono mai un filo conduttore.
Spesso crediamo di conoscere il nostro cervello come le proprie tasche, ma proprio quando iniziamo a porci delle domande su noi stessi, tutto ci crolla addosso. Le poche certezze che avevamo si frantumano e il nostro subconscio si trasforma nel caos più totale.
Come quando, da piccoli, si giocava a filetto: scuola dell'infanzia, una mente felice e spensierata, la cui unica preoccupazione è ricordarsi la tabellina del 6, e alla lavagna delle lineette formano una piccola scacchiera da 3×3; tu sei la X e il tuo piccolo avversario la O, hai fatto la tua mossa. Ormai ti manca soltanto un segno, ma giusto quando credi di avere la vittoria in pugno, ecco che il rivale ti blocca; ora devi ripartire da capo: hai perso. Possibile che andava sempre a finire così? Ma soprattutto, è possibile che funzionerà sempre così fino alla fine dei tempi?
Si ha sempre la propria vita in mano: bisogna saper rimanere a testa alta per non farcela rubare. Che sia a filetto o nella vita reale, ci sarà sempre qualcosa che potrebbe destabilizzare il nostro equilibrio, basta essere forti e saperlo ritrovare. Avere il coraggio di buttarsi e riagganciarsi a quella sicurezza che ci aveva portato fino a lí; ma soprattutto, trovare la persona giusta che possa aiutarci.
Ma io? Possibile che io ci sia riuscito?
«Hyunjin. »
Sussurrai e lui si avvicinò di più per sentirmi meglio.
«Posso baciarti? »
Angolo scrittrice:
HOLA SCUSATE MA JIN PELATO MERITA
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Rimarrà per sempre il mio bias dei bitti, sorry but is true ://