POV's Felix
Stavo girando i canali alla televisione da 10 minuti ormai ma non avevo trovato niente di interessante; mi ero appena arreso all'idea di trovare qualcosa di decente, quando sentii il campanello suonare. Il cuore iniziò a battere all'impazzata, il respiro si bloccò e così anche le mie gambe; i miei occhi erano incatenati alla porta mentre aspettavo di riprendere a respirare regolarmente e calmarmi. Non potevo fare brutte figure.
Presi di corsa la borsa contenete i brawnie fatti insieme a Hyunjin e tutto il necessario per uscire -o almeno, quello che intuii, sarebbe potuto servire- ovvero, le chiavi di casa, gli occhiali e il contenitore delle lenti nel caso avessero cominciato a farmi male e avessi dovuto toglierle, dei fazzolettini, il mazzo delle chiavi di casa e il borsello con 30.000 ₩ all'intero (circa 22€).
Mi chiusi la porta di casa alle spalle e scesi la scalinata che potava al cancellino, che divideva il giardino condominiale alla strada. Appena attraversato il piccolo marciapiede, vidi piazzata davanti a me una Range Rover color nero opaco, super pulita. Era bellissima, possibile che una persona come Chan potesse essere così buono con tutti e avere così tanto gusto? Non mi capacitavo a credere che una persona potesse avere così tante qualità positive.
Finito di dare una veloce occhiata alla macchina, il finestrino del guidatore si abbassò e ne uscì fuori una testolina dai capelli neri, leggermente mossi e arruffati, era Chan.
«Ehi biondino, sali dietro, Hyunjin è qui accanto a me»
Mi parlò sorridendo in una maniera dolcissima. Ancora una volta mi chiesi come una persona come lui -che se solo avesse voluto avrebbe saputo come fare paura- potesse sembrare così dolce e premurosa anche soltanto sorridendo.
Non me lo feci ripetere due volte, e salì al posto del passeggero nella parte posteriore della macchina, inalando subito un dolce e delicato profumo, che gli dava un'aria confortevole e accogliente, confermando anche il mio dubbio, che quella macchina fosse super pulita.Appena chiusi lo sportello la macchina si rimise in moto e partimmo verso, quello che dedussi essere il centro commerciale del quale parlava Chan; in macchina non c'erano né Lee Minho, né il suo presunto fidanzato.
Come se mi avesse letto nella mente il più grande tra di noi, parlò -Probabilmente mi stava solo guardando dallo specchietto retrovisore e aveva notato la mia faccia disorienta.«Minho e Jisung, il suo ragazzo, sono già lí, ci stanno aspettando»
Mi girai verso di lui, stava guardando la strada, ma avevo capito stesse parlando con me.
Sembrava andare tutto bene, tutto nella norma; non capivo perché fossi così agitato in realtà, avrei dovuto semplicemente comportarmi normalmente, essere me stesso, ma sentivo come se il vero me potesse in qualche modo allontanare gli altri. Sperai solo di stare almeno un minimo simpatico a tutti quanti, per il momento non mi sembrava di essere andato male, dovevo solo continuare così.
POV's Hyunjin
Era salito in macchina da meno di 20 secondi e già la macchina era stata inondata dal suo profumo; era delicato, dolce e sicuramente se lo avessi risentito da qualche parte sarei stato in grado di riconoscerlo. Era particolare. E per essere riuscito a superare il buonissimo odore sella macchina di Chan, sempre pulita, dev'essere stato veramente buono.
Sembravo un maniaco? Lo so lo so, ma tutto di lui sembrava interessarmi particolarmente; avrei dovuto preoccuparmi? Probabilmente si, ma non me ne feci un problema troppo grave.A risvegliarmi dai miei pensieri, Chan che spiegava l'assenza di Minho. Lo osservavo dallo specchietto; i capelli sistemati, l'aggiunta di semplici accessori e il sottile strato di trucco a coprire le lentiggini e definire il contorno occhi, per una persona normale che magari non lo conosce potevano sembrare dei semplici accorgimenti che qualsiasi essere umano fa prima di uscire, ma nel suo caso, significava qualcosa. Lui non vuole essere visto. Coprire le caratteristiche è il suo modo per passare inosservato.
Somigliare agli altri.
Pensavo inizialmente, che per quando mi sarei impegnato in futuro, non sarei mai riuscito a comprendere a pieno il vero significato delle azioni di Felix, a capire il motivo dei suoi pensieri, di suoi modi di fare, o semplicemente del suo essere lui.
Quanto mi sbagliavo! Quel ragazzo era fin troppo ovvio. Qualsiasi cosa facesse aveva a che fare con il suo passato -da qual che avevo capito, abbastanza movimentato- aveva a che fare con il piccolo diario in pelle trovato sulla scrivania il primo giorno in cui ho fatto irruzione in casa sua; con tutto ciò che la sua pelle aveva dovuto subire in passato; con il suo odio nei confronti delle sue lentiggini, dei suoi occhiali, dei suoi capelli al tal punto da farli sparire o cambiarli in qualcosa che non è lui. Ha a che fare con il suo semplice odio, nei suoi stessi confronti.
Mi girai verso di lui appena in tempo per scorgerlo a guardarmi le mani avvolte in una rivista di moda maschile arrotolata, avevano qualcosa che non va? Ma non vi pensai troppo e tornai a quello che stavo per fare prima che mi distraesse con i suoi occhi, per questa volta non coperti dalle lenti degli occhiali.
«Li hai portati?»
Dal suo sguardo perplesso capì che non sapeva a cosa mi riferissi, allora cercai di correggermi.
«I dolci, li hai portati?»
Annuì semplicemente indicando il suo zaino che per sedersi meglio aveva posizionato accanto a se.
«Di che dolci parli, Hyunjin?»
Parlò Chan.
«Io e Felix, anzi è stata più un'idea di Felix che mia quindi, Felix voleva farvi una sorpresa e ci siamo permessi di fare dei dolci da farvi assaggiare; ti assicuro che sono buonissimi, Felix fa dei brawnie che sono la fine del mondo! Li ho assaggiati io stesso e posso confermarlo. »Finì con un sorrisino fiero in volto e non mi ci volle niente per intuire che il biondo dietro di noi si stesse chiedendo quando li avessi assaggiati.
«Mentre prendevi una ciotola per metterceli dentro e portarli qui, ne ho preso uno, non ti dispiace vero?»
Risposi alle sue domande, e non capii bene il motivo ma ero più che sicuro che non gli era dispiaciuto affatto.
Difatti lo vidi scuotere la testa dallo specchietto.Durante tutto il tragitto in macchina continuavo a tenere gli occhi puntati sul solito specchietto per scrutare ogni suo movimento e studiare il comportamento. Sembrava solo un po' in ansia, comprensibile; ogni tanto riportava lo sguardo sulle mie mani adesso avvolte intorno alla bottiglietta d'acqua che Chan teneva sempre in macchina, e che cambiava ogni tanto, nel caso qualcuno di noi ne avesse bisogno. Sembra un vero e proprio padre, e noi i suoi figli.. Anche se sa essere cattivo se vuole.
Talmente ero concentrato che non sentii neanche la macchina rallentare per parcheggiare.
«Arrivatiii»
Fu solo l'urlo di Chan a risvegliarmi dal mio solito stato di trans.
Scendemmo di macchina ci avviamo all'entrata. Era un semplice supermercato, solo enorme. Al suo interno vi erano bar, librerie, gioiellerie, profumerie, sale giochi e chi più ne ha più ne metta. Dico solo che metà delle cose che conteneva non si sarebbero neanche considerate.
POV's narratore
Appena entrarono videro delle poltroncine in tessuto rossiccio, che facevano parte dell'arredamento di un bar, tutto caratterizzati dal colore rosso scuro e marrone del legno; era sui toni caldi, a partire dalle lampadine che emanavano una luce gialla, ai dipinti -probabilmente semplici copie- di tramonti sul mare o in mezzo alle colline. Al muro delle mensole in legno scuro, come i mobili, stroncavano con il bianco sporco. Sopra c'erano poggiate delle piccole candele, segnaposti e dei centrotavola a forma di funghetti anch'essi rossi a puntini bianchi. Era un posto molto accogliente e in alcuni punti, i ripiani, le sedie e gli angoli dei tavolini avevano arrotolate delle liane fini con attaccate delle foglie finte. Ai posti a sedere c'erano persone, per lo più ragazzi, persi nella lettura e chi si intratteneva con gli scacchi, o altri ancora che mantenevano una conversazione con amici o con le cuffie ascoltavano la musica e stavano semplicemente al telefono.
Nelle poltroncine fuori della piccola struttura si potevano subito notare due persone, o meglio due ragazzi abbracciati che guardavano entrambi un solo telefono; ogni tanto emettevano qualche ristava e da essa si potevano subito notare le tenerissime guanciotte di uno di loro e gli occhi completamente innamorati dell'altro. Erano le guance di Han Jisung e gli occhi Lee Minho.
![](https://img.wattpad.com/cover/261139637-288-k631186.jpg)
STAI LEGGENDO
Io e Te
FanficHyunlix - io e te Felix, un ragazzo sensibile, con problemi a socializzare e con fin troppi traslochi alle spalle. Hyunjin, nato come il classico ribelle della storia, cattiva condotta ma popolare e con situazione familiare discutibile. Due ragazz...