Cap. 40 Via alle danze

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POV's narratore

«Hyunjin... »

Il biondo attirò la sua attenzione richiamandolo; erano seduti uno accanto all'altro e in mano tenevano un libro, non sapevano bene di cosa parlasse, neanche avevano letto la trama, semplicemente aveva la copertina interessate.

«Dimmi. »

Il moro alzò il viso dalle pagine ingiallite e riportò il proprio sguardo sul più piccolo.

«Ho fame... »

Un enorme sorriso a 32 denti spuntò sul suo viso, quasi più raggiante del sorriso di qualche attimo prima che si baciassero, dire che fosse felice è dir poco.

«Andiamo a mangiare, allora. »

Disse se possibile ancor più felice di prima; non aveva idea di dove sarebbero andati, ma sicuramente casa sua non era un'opzione, e dato che la cucina del più piccolo sembrava abbandonata, neanche la sua poteva esserlo.

Uscirono dalla grande struttura, non prima di aver salutato Luna, così si chiamava la ragazza dai tratti occidentali. Era andata a parlare ai due ragazzi qualche minuto prima, si erano presentati e di lei avevano scoperto fosse italiana, trasferita in corea alla tenera età di 5 anni, per via del divorzio dei suo genitori. Era andata a vivere con sua mamma e il suo compagno, poco lontano da quella biblioteca che al tempo era chiusa e in disuso. Un enorme spreco, visto che si trovava praticamente nel centro città; la madre, vide l'occasione di un lavoro vicino a casa, allora fece ristrutturare l'edificio e lo ornò di milioni di libri, alcuni dalla copertina plastificata e dalle pagine nuove di zecca, altri più vecchi e rovinati, con pagine gialle e macchiate.
Aveva, inoltre, spiegato ai due giovani il significato del suo nome italiano, e del motivo per qui la madre aveva scelto di darle proprio quello -ovvero per un grande amore verso l'astrologia e a tutte le cose che comportava. Era interessante tutto quello che uscisse dalla sua bocca, dalle labbra fini e leggermente truccate con una matita leggermente più scura del colore della sua pelle, per unire l'arco di cupido.
I due ragazzi erano rimasti incantati dai suoi racconti, dal suo modo di usare le parole e di scegliere gli aggettivi.
La ragazza inoltre non aveva osato fare ulteriori domande sullo stato del moro, un semplice "È tutto ok? Stai meglio?".

E basta, non una domanda di troppo, non aveva osato chiedere il motivo, e di questo ne furono grati entrambi. Sarebbe stato abbastanza complicato da spiegare e ancora di più da capire. Anche se effettivamente di quello non si sarebbero dovuti preoccupare, per quanto sembrasse nel suo mondo, Luna era una ragazza molto sveglia e intelligente.

In un primo momento Felix aveva avuto paura di dare eccessivo contatto fisico a Hyunjin in sua presenza, ma dopo che un dolce sorriso era spuntato sul volto della giovane, appena aveva notato le loro mani unite sotto il tavolino, si era calmato ed aveva capito che per lei non c'erano problemi.

I due ragazzi si erano appena fermati; gli era venuta l'idea di andare ad un supermercato, avrebbero preso dal piccolo bar subito dopo l'ingresso, due panini -o comunque, cose semplici per fare veloce- e poi si sarebbero addentrati all'intero di quegli infiniti scaffali pieni, per cercare dei cibi veloci da preparare, ma comunque sostanziosi, per poche persone.
Comprare troppo, sarebbe stato costoso e sostanzialmente inutile, vista la poca presenza in casa dei genitori di Felix, e dal suo poco appetito. Cose semplici, ma buone.
Così il biondo aveva spiegato a Hyunjin, cosa stava cercando.

(...)

I due ragazzi erano appena usciti dalla struttura, con due buste piene di cibo. Alcuni cibi si dovevano tenere nel congelatore, quindi si sarebbero conservati più tempo, ma proprio per questo i due giovani dovevano sbrigarsi per tornare a casa, non potevano permettersi che si sciupassero ancor prima di arrivare a casa.

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