Cap. 33 Lo specchio

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...senza accorgersi della presenza che stava entrando dal suo piccolo terrazzo..

Stava per mettere quei pochi fili di spaghetti dentro al microonde per riscaldarli, quando:

«C'è qualcosa anche per me?»

Vide una presenza alla fine delle scale che lo stava osservando con un sorrisino divertito dal suo salto verso il piano cottura, si era spaventato parecchio; era solo in casa e una persona abusiva non se la sarebbe mai aspettata. Ne che sia uno sconosciuto, ne Hyunjin, che adesso stava forse aspettando una risposta, dato il vago sarcasmo nella frase precedente. Rise

«Scusa, non volevo farti venire un infarto, solo spaventarti un pochino. Comunque- Si avvicinò al biondo- Dove mi posso accomodare?»

Sempre col solito sorrisino sfacciato sul volto -forse più del solito-, finì di parlare e si avvicinò al più piccolo che in tutto ciò era rimasto imbambolato a fissarlo con occhi sgranati. Non si aspettava di ritrovarselo lì, partendo dal presupposto che non lo aveva invitato, ma soprattutto perché doveva essere a cena fuori con gli altri tre.

Prima che Chan si offrisse di riaccompagnarlo a casa, Jisung gli chiese se avesse avuto voglia di rimanere con loro a mangiare qualcosa in pizzeria. Felix sapeva che sarebbe stato meglio di no, non avendo ancora un buon rapporto col cibo, quindi rifiutò gentilmente, usando la scusa dell'essere troppo stanco.
Si immaginava che, nonostante la sua assenza i quattro amici sarebbero comunque andati a mangiare fuori, ma evidentemente non era così; o almeno, Hyunjin non era andato.

Non si era neanche accorto che il moro si era avvicinato maggiormente a lui, e appena riconnesse il cervello con la realtà alzò la testa per riportare lo sguardo sul più alto, adesso a qualche centimetro da lui.

Felix si allontanò di soprassalto. Cosa stava succedendo?

«S-stavo per mangiare ma è pasta avanzata, se vuoi ti cucino qualcosa di più decen-»

«Hey nono tranquillo stavo scherzando ho già mangiato, non voglio niente grazie»

Lo interruppe il più grande, ridacchiando ancora con quel sarcasmo nella voce.

«Oh.. o-okey, allora.. vieni»

Felix lo prese per l'orlo della maglietta nera, che si vedeva dalla cerniera aperta della felpa altrettanto scura, portandolo davanti al tavolino, dove prese una sedia e ci si sedette; invece il moro intuì essere più comodo il divano, subito accanto alla sedia del biondo.

Senza proferire parola quest'ultimo prese a mangiare, o meglio a spelluzzicare qualche filo di pasta mangiandone solo due o tre. Non aveva particolarmente fame e il fatto che gli spaghetti fossero stati riscaldati per più di due volte non aiutava a dargli un buon sapore; il moro lo notò.

«Non ti va?»

Il biondo negò.

«Vuoi qualcos'altro, o proprio non hai fame?»

Scosse le spalle.

«Sei sicuro di non volere altro? Possiamo cercare anche a casa mia se non troviamo nien-»

«Non ho fame e basta»

Lo zittì. Inizialmente gli faceva piacere l'interesse che aveva il più grande nei suoi confronti, ma a tali livelli, sembrava quasi sua madre nei primi periodi in cui non toccava cibo, e questa cosa gli dava i nervi.

Il moro dal canto suo, era rimasto sorpreso dal tono ferreo del piccolo; non voleva essere opprimente, ma era troppo evidente che saltare i pasti non facesse bene al corpo, già malnutrito di Felix; si sentiva obbligato ad essere così invadente.

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