Capitolo settimo

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Dopo l'allenamento con Caleb ho un ora per fare assolutamente niente, normalmente avrei lezione, ma ho finito la scuola un anno fa, il che mi lascia
delle ore vuote in mezzo alla giornata. Di solito le utilizzo per allenarmi, ma oggi ho scelto di impiegare il mio tempo in qualcosa di molto più costruttivo: preparare il necessario per l'appuntamento con Luke questa sera.
Alleandomi con Tina per distrarre la cuoca, rubo una bottiglia di vodka dalla cucina. Per le sigarette contatto Liam, che me ne  cede due pacchetti in cambio di un bacio: quel ragazzo mi va dietro da quando abbiamo cominciato ad allenarci nella stessa classe.... cioè quando ancora se la faceva nei pantaloni.
- "Io do una festa in maschera questa sera-" dice Liam.
- "no grazie." Lo interrompo subito. "Non ci tengo a lasciare Luke."
- "veramente, lui è invitato, è il mio migliore amico."
Gli lancio un occhiataccia.
- "dopo di te." si corregge subito. " Comunque mi ha detto di no per non lasciare da sola te."
Non mi piace granché andare alle feste. Specialmente perché il mio unico vero amico è Luke.
Saluto distrattamente Liam e torno in camera.
Dopo aver nascosto la refurtiva, mi dirigo alla mensa per pranzare. Lì incontro di nuovo Tina e Brigitta.
- "ti invidio troppo che hai finito la scuola!" Lagna Brigitta, facendo scorrere il vassoio sul bancone.
- "piuttosto" Interrompe Tina. " sei riuscita a procurarti le sighe?"
Faccio sì con la testa.
- " Liam me ne ha dati due pacchetti."
- "quanto te li ha fatti pagare?" Esclama Tina.
Prendo un piatto di insalata affogata nell'aceto e me la metto nel vassoio.
- " un bacio."
- " hai baciato Liam Freddis?!" Esclama Brigitta scioccata.

- "hai baciato Liam Freddis?" Chiede Caleb in tono sprezzante. "Dio novellina, vai di male in peggio."
- "che vorresti dire con questo?"
Caleb stringe la mascella.
- "niente. Fai dieci giri di corsa, poi mezz'ora di cardio e per il tempo che resta potenziamento..." mi squadra dalla testa ai piedi. "Braccia". Si volta come per andarsene.
- "aspetta, vuoi farmi fare...palestra? Senza nemmeno assistere? È questo il "metodo innovativo?"
Caleb fa spallucce, camminando a ritroso.
- "questa deve essere una punizione per te, non per me".
- "punizione per cosa esattamente?"
Caleb fa spallucce.
- "hai fallitto le simulazioni." Detto questo si volta e se ne va.
Vorrei strangolarlo. Ma farò gli esercizi, tanto, non è come se avessi tanto di meglio da fare...

- "Vorrei strangolarlo!" Esclamo, posando la testa sulla spalla di Luke.
La vista dal tetto della Barca di notte è meravigliosa. Molto in lontanaza, si riescono a scorgere le luci di New York. È ciò che ho di più vicino al mondo reale. Il vento, la luce delle stelle, l'aria. Non è artificiale, è la realtà.
Luke sta ridendo.
- " ti ha spinta contro il muro a fine simulazione?" Prende un sorso di vodka. "Forse Tina ha ragione e le sue intenzioni sono...diverse"
Gli tiro un pugno sul braccio.
- "Lo ha fatto solo per segnalare che "io sono grande e grosso". Niente di più." Dico, facendogli il verso.
Prendo un tiro da una sigaretta quasi consumata.
Luke ride e mi passa un braccio intorno alle spalle, stringendomi a sé.
- "ho una sorpresa per te" si mette una mano in tasca e ne tira fuori una sigaretta rollata a mano.
- "è quello che penso?" Esclamo.
- "oh, sì."
Mi metto a ridere e gliela prendo di mano, accendendola.
Prendo un tiro e gliela passo, stringendo gli occhi per l'improvviso bruciore alla gola.
Sono cosciente del fatto che fumo e alcol non vanno d'accordo insieme. Ma al momento non me ne frega niente.
In circa un ora, abbiamo finito la bottiglia di vodka e la canna. Mi metto a camminare sul tetto, rischiando di cadere un paio di volte, finché Luke non mi prende in braccio.
- "rientriamo."
Rido.
- "stronzetto." Esclamo puntandolo. "Lo so che sei stato invitato a quella festa di merda...bhe indovina! Sono invitata pure io."
- "quale festa di merda, brutta sciocchina?"
- "quella di Liam, maiale!"
- "non chiamarmi maiale!"
- "andiamo alla festa!" Esclamo.
Luke si mette a ridere e comincia a scendere dal tetto con me in braccio. Penso che se mio padre ci vedesse adesso ci butterebbe subito in mare.
Dopo aver preso la strada sbagliata una decina di volte, finalmente troviamo la camera di Liam.
Salto a terra e mi metto a sbattere maniacalmente il pugno sulla porta, mentre Luke ride come un idiota.
Liam mi apre la porta e per poco non gli busso in faccia. Ha una ridicola maschera nera sulla faccia.
- "Liaaam!" Esclamo, abbracciandolo.
- "venuta qui per un altro bacio?" Chiede Liam.
- " tu hai baciato Liam Freddis?!" Chiede Luke incredulo.
- "perché avete tutti questa reazione?" Borbotto, staccandomi da Liam.
- "siete ubriachi?" Chiede Liam osservandoci.
- "noi? Noooooo!" Esclamo. "Solo un po' fatti".
- "poco." Aggiunge Luke, scuotendo la testa come un cavallo con la rabbia.
- " e va bene, entrate". sospira Liam. "Ma se vi fate beccare io non vi ho dato niente!"
- "Grazie!" Grido, abbracciandolo di slancio e baciandolo di nuovo.
Luke ride mi da una pacca sul didietro entrando nella stanza, io mi stacco da Liam dopo un paio di secondi.
- "ma non sei così male!" Esclamo, trotterellando dentro la stanza.
La stanza di Liam è piena.
Vedo Agenti Segreti da tutte le parti, molti dei quali non riesco a riconoscere perché non ho gli occhiali. Fermo una ragazza a caso mascherata di bianco con uno strattone.
- "l'alcol dove sta?" chiedo.
Lei mi indica un tavolo alle sue spalle.
Facendomi spazio a gomitate tra le persone lo raggiungo. Vedo diverse bottiglie.... Ma nessun bicchiere. Mi rassrgno all evidenza e decido di attaccarmi ad una bottiglia.
Per poco non sputo.
Che saporaccio.
La rimetto al suo posto con una smorfia.
- "ma non c è la musica?" Chiedo, a nessuno in particolare. Alcol, erba e miopia sono un mix molto particolare da evitare, che rende tutto molto...sfocato.
- "la musica c'è, sei tu che sei troppo sbronza per sentirla." Dice un ragazzo, appoggiato al tavolo, vicino a me.
Nonostante la maschera nera che gli copre gli occhi, ho come l'impressione che dovrei riconoscerlo...ma non ho idea di chi sia.
Incrocio le braccia.
- "non sono sbronza, solo un po-"
- "fatta?" Mi interrompe lui. "Sì, è abbastanza evidente."
Faccio un passo verso di lui.
- "E va bene Mister Simpatia, ho fumato un pochino, ma non sono una fattona... cioè lo faccio solo a volte. Molto raramente. E poi me lo meritavo! Si! Me lo meritavo proprio e tu non capisci un cazzo." Afferro una bottiglia a caso e gliela rovescio addosso, poi me ne pento perché è alcol sprecato e bevo.
Ha un sapore migliore rispetto all'altra.
- "vacci piano, Ester." Avverte il mio interlocutore.
Io gli faccio un terzo dito senza staccarmi dalla bottiglia e vado verso il centro della stanza.
Credo di aver individuato Luke insieme a Liam e due ragazzi mascherati che saltellano per la stanza, mi unisco a loro.
Quello che credo sia Luke mi nota e mi saluta, poi si avvicina e mi prende in braccio. Io gli stringo le gambe intorno alla vita.
- "Ester!"
- "LUKE! Sei luke vero?"
Lui ride.
- "sì, sono Luke. Forse è ora di staccarti da questa." Mi prende la bottiglia di mano.
- "noo!"
Luke prende un sorso, prima che uno degli altri ragazzi gliela strappi di mano per accollarvisi.
- "balliamo?" Chiedo.
Luke ride e si mette a girare su se stesso, tenendomi in braccio. Ad un certo punto si ferma e mi lascia.
Io salto a terra.
- "che c'è-"
Luke mi spinge via e vomita.
- "svuota tutto!" Esclamo.
Luke si alza ed esulta, accompagnato dai ragazzi più vicini a noi.
Mi metto a ballare con alcuni di loro, ma rapidamente mi stanco e vado a sedermi in un angolo, contro la parete.
La stanza sta girando un po' troppo per i miei gusti.
Mi viene un conato .
Meglio uscire.
Mi alzo e barcollo verso la porta. Il movimento ondulatorio della barca sicuramente non aiuta. Mi sembra che l'intera stanza sia immune alla gravità e che abbia una rotazione indipendente a quella della terra, roteando intorno a me come una trottola.
Riesco ad arrivare alla porta ed aprirla, barcollando fuori.
Stupida canna.
Penso proprio che vomiterò.
Perché mai ho deciso di mischiare alcol ed erba?!
Forse dovrei sedermi.
Mi lascio cadere a terra... solo che non tocco terra. Qualcuno mi sta sorreggendo.
- "ti avevo setto di andarci piano."
- "oh nooo! Sei Mister Simpatia!" Mi lamento, mentre Mr. Simpatia mi accompagna lentamente a terra.
- "proprio io." Ammette. " ti viene da vomitare?"
Si siede contro la parete, allargando le gambe e facendomi sedere in mezzo.
- "forse ho un po'esagerato." Ammetto. Poggio la schiena sul suo petto. " se vomito ti prego tienimi i capelli."
- "non pensavo ti importasse dei capelli."
- "certo che mi importa!" Esclamo indignata. Butto la testa indietro, posandola sulla sua spalla. "Oddio! È tutta colpa sua!"
- "mia?"
- "no non tua, sua!"
- "ah, di chi?"
- "del mio istruttore, Caleb." Mi copro la faccia con le mani. "Mi esaspera!"
- "ti esaspera?" Ride Mr. Simpatia.
- "non essere così divertito! È un autentico stronzo! E come se ciò non bastasse è bellissimo!"
- "ah si?"
- "si! Il che lo rende ancora più odioso perché sembra un dio ma si comporta da pezzo di merda!"
- "sembra terribile" Commenta Mister Simpatia con una punta di divertimento.
- "Lo è! Poi a volte sembra simpatico, e penso che abbiamo superato la fase di odio e siamo finalmente amici. Ma poi ricomincia a fare il superiore!". Chiudo gli occhi. Potrei addormentarmi da un momento all'altro.
- "ti porto in camera tua." Dice Mister Simpatia, alzandosi. In condizioni normali una frase simile mi avrebbe allerata, ma mi sento così stanca, e la mia testa è così vuota!
- "tutti i miei superiori fanno cagare." Mormoro, mentre Mister Simpatia mi solleva a mo'di sposina e comincia a camminare. "Uno di questi mi mena".
Mister Simpatia si ferma.
-"che cosa?"
- "ho detto che mi mena." Ripeto più forte, nel caso avesse problemi di udito. "Sai, schiaffi, pugni e tutto il resto." Per qualche motivo devo aver scambiato questo ragazzo per il mio psicologo.
Mister Simpatia si rimette a camminare, ma sembra molto più teso di prima.
- "mi...mi dispiace." Dice.
- "non preocciparti! Sono forte anche se ora non si direbbe, perché mi stai portando come una donzella in difficoltà..." continuo a balterare sulle donzelle e i cavalieri finché non mi stanco di parlare e chiudo gli occhi. Poco dopo Mister Simpatia si ferma.
- "ci siamo." Annuncia.
Apro gli occhi e vedo una porta davanti a me. La mia porta.
- "cabina 413" sorrido. "È aperta."
Mister Simpatia apre la porta con un piede ed entra nella camera. Ho una lampadina accesa sul comodino, il letto è sfatto e un paio di vestiti sono sparsi per terra. Mister simpatia si fa strada fino al mio letto e mi deposita delicatamente su di esso, coprendomi con il lenzuolo.
Mi scosta una ciocca di capelli dal viso.
- "buonanotte." Sussurra. Fa per andarsene ma lo trattengo per un braccio.
- "aspetta." Il mio sguardo ricade su una scritta all'interno del suo braccio. È un punto ben nascosto, non l'avevo notato prima. Sembrerebbero due lettere. L.R? no...L.B? no....E.B. Sì E.B... come Ester Barbossa. "Ma sono le mie iniziali... io ti ho raccontato...chi...come ti chiami?
- "non preoccuparti. Tanto non ricorderai nulla di tutto questo domani." Mi accarezza la guancia con un mano, e sorride. Io mi rizzo a sedere e vomito.
- "spero di non ricordare neanche questo." Mormoro, prima di ricadere sul letto ed addormentarmi.

All the lines she crosses 1- on my ownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora