Capitolo quindicesimo, parte due

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POV di Luke
Sono contento di avere una missione, davvero.
L'ho detto a mio padre e mi sono guadagnato un bell'abbraccio, i miei compagni di corso sono quasi più felici di me e mi hanno organizzato una festa di addio, sono stato promosso a status di A.S in missione... è perfetto.
Ma mi fa male il cuore a pensare di lasciare Ester.
Mi offre un sorriso quasi sincero prima di scoppiare a ridere.
- "Luke, non imparerai mai a mettere una cravatta." Dice, sciogliendo il nodo sbilenco che ho fatto con la cravatta azzurra, dello stesso colore del suo vestito corto, e rifacendolo daccapo.
Da piccoli, ci facevano mettere l'uniforme per andare a scuola, il che significa che lei ha imparato a fare il nodo alla cravatta...e io no.
- "ecco fatto!" Esclama scostandosi. "Sei uno schianto." Mi schiocca un bacio sulla guancia.
La stringo in un abbraccio.
- "forza, Red. È ora di andare."
- "siamo abbastanza in ritardo?"
Roteo gli occhi.
- "sì siamo abbastanza in ritardo."
- "ma nemmeno di dieci minu-"
La afferro per la vita e me la carico in spalla, uscendo dalla mia cabina.
-" hai ricevuto una promozione e già abusi del tuo potere!" Ride Ester
- "cazzo, devo essere una persona davvero orrenda." La poggio a terra, davanti alla porta della palestra.
Ester mi tira uno schiaffo.
- "perché?!" Esclamo.
- "giusto se ti venisse la malsana idea di schiattare in Uruguay e lasciarmi qui."
-" non oserei mai."
- "bene."
Spinge le porte della palestra ed entra sorridendo.
E guardandola, non posso fare a meno di sorridere anche io.

POV di Ester
In circa dieci secondi, Luke è inghiottito da una massa di A.S che lo festeggiano come cagnolini esaltati. Ne approfitto per sgusciare dalla mischia e cercare una persona con gli occhi.
Eccolo là, il mio bello, bellissimo ragazzo. Che sta parlando con un altro bello, bellissimo ragazzo riccio che-
Oh no.
Mi precipito verso di loro e per poco non scivolo sui tacchi, finendo praticamente addosso a Parker.
- "hey, tesoro." Esclama.
Tesoro?
Mi si sono appena cariati i denti.
Faccio un sorriso e gli do un bel bacio.
- "il tuo istruttore mi stava giusto spiegando il vostro calendario di allenamento."
Volto la testa ed offro un sorriso parecchio tirato a Caleb.
- "ma che carini!" Esclamo. "Discutete anche di quanti maiali vale la mia dote quando non ci sono?"
- "cosa?" Ride Parker.
- "niente, stavo solo scherzando."
Caleb ridacchia, ed ho come il sospetto che non sia per la mia battuta.
- "devo mostrarti una cosa." Dico all'improvviso a Parker.
- "in realtà." Si intromette Caleb. "Dovrei parlarti."
- "perché?!" Chiedo.
- "hai saltato la lezione di oggi."
- "sì bhè, stavo male!"
-" a me sembra che tu stia benissimo."
Sbuffo.
- "ne parleremo dopo." Afferro il braccio di Parker e lo trascino via.
Quello stronzo...

POV di Caleb
Ci ho messo circa un quarto d'ora per raggiungere il tavolo dei drink, ma dopo una buona dose di gomitate ci sono riuscito.
Tutto ciò che supera i 12 gradi alcolici mi fa venire voglia di sboccare, ma mi adatto.
Stavo tranquillamente facendomi i cazzi miei, quando un ragazzo non poco sbronzo mi si avvicina.
- "yo bro!" Esclama, afferrandomi la spalla.
Scosto la sua mano.
Per qualche motivo lui trova la cosa particolarmente divertente e si appoggia alla parete vicino a me.
- "non avrei mai pensato di beccare un prof ad una festa!" Continua.
- "la vita è piena di sorprese." Commento, prendendo un sorso dal mio drink. Me ne pento subito.
Tengo gli occhi fissi su Ester, distinguo i ricci neri e il vestito sbrilluccicante che si struscia in modo fastidiosamente attraente sul corpo di Parker.
- "aspetti qualcuno, prof?" Chiede il ragazzo, ancora vicino a me.
- "in verità...si." Gli infilo il mio bicchiere in mano. "Puoi tenermelo?"
- "con piacere prof!"
Mi allontano verso la pista da ballo. Punto ad una ragazza alta e bionda che balla da sola.
- "hey." Dice notandomi.
- "hey."Rispondo. "Ti va di ballare?"
- "certo!" Mi mette le braccia intorno al collo e cominciamo a ballare, molto vicini.
Ci spostiamo per la pista da ballo, la ragazza non è affatto male.
- "sono Caleb." Grido, per sovrastare la musica.
- "Brigitta" risponde lei.
Volto appena la testa e noto Ester e Parker ballare poco lontano da noi.
Ester incrocia il mio sguardo, poi guarda la ragazza e mi rivolge un occhiata sconcertata.
Alzo un sopracciglio.
Gelosa?
Ester assume un espressione ancora più incazzata.
Smettila! Mima con le labbra.
Le rivolgo un mezzo sorriso parecchio strafottente, poi rivolgo nuovamente la mia attenzione a Brigida...si chiamava cosi no?
La tiro verso di me e poso le labbra sulle sue.
Posso quasi sentire Ester insultarmi mentalmente.
Mi stacco dalla ragazza e mi volto verso Ester.
Fa segno di tagliarmi la testa, poi mi indica la porta della mensa, ma prima di avviarsi afferra la faccia di Parker e la preme contro la sua in un modo a dir poco indecoroso.
Lui le mette entrambe le mani sulla vita, per poi afferrarle il sedere-
Ora basta.
Lascio perdere Brigida e mi avvio verso Ester a grandi falcate, la afferro per un polso e la stacco via da Parker, trascinandola fuori dalla palestra.
Adesso parliamo.

All the lines she crosses 1- on my ownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora