Dopo la scenata di Caleb a mensa e l'esame con Hannes, ho convinto Parker di star patendo di un terribile mal di testa che non mi permetteva di concentrarmi e che sarei voluta restare in stanza a saltare tutte le lezioni del giorno.
Grazie al cielo non ha insistito per restare in camera con me, ma da bravo gentiluomo si è offerto di accompagnarmi fino alla porta della mia cabina. Gli ho dato un bacio poi ho chiuso la porta.
Finalmente sola.
Mi siedo alla scrivania.
È di mogano intagliato, proprio come quello nello studio di mio padre. Infatti è altrettanto orrendo.
Tiro fuori una forchetta rubata a mensa dal cassetto della scrivania e la uso per rigare la superficie.
Si solleva tutta la polvere accumulata, facendomi starnutire.
Ho iniziato a rigare la scrivania nonappena me l'hanno portata, se fossi un agente promosso potrei avere le mie armi e rigarla con...non so...un pugnale.
Invece devo accontentarmi delle forchette.
Ma questo cambierà presto. Perché questo esame è andato bene, il che vuol dire che mi mancano solo la prova pratica di difesa e la prova a terra, a quella non sono mai arrivata.
Ma questa volta cambia tutto. E quando sarò promossa, raggiungerò Luke, motivo per il quale è ora di studiare la sua missione a fondo.
Apro piano la porta della cabina per sgattaiolare fuori.
Tutti gli archivi sulle missioni sono tenuti nella stanza numero tre, al primo piano.
Mi lego i capelli e mi calco in testa un cappello mentre attraverso ponti e corridoi.
Svolto un angolo e finalmente eccola, la cabina numero tre.
Non ci soni guardie in vista, apro rapidamente la porta... e mi ritrovo davanti l'ultima persona che avrei voluto vedere.POV di caleb
Ero piuttosto sorpreso quando ho visto Ester varcare la soglia della cabina tre con un cappello da marinaretto in testa.
- "cazzo." Sussurra.
Già. Cazzo.
Metto su un sorriso disinvolto.
- "cos'è? Sentivi tanto la mia mancanza?"
Lei rotea gli occhi.
- "no. Ho bisogno di recuperare un fascicolo."
Stringo gli occhi.
- "sono piuttosto sicuro che tu non possa farlo."
- "ma sta zitto."
Si siede a terra come se fosse la cosa più normale del mondo e mi guarda con aria incazzata.
- "la verità è che ti stavo cercando." Ammette.
Ora sono sorpreso.
- "perché?" Chiedo, sospettoso.
- "perché dopo avermi difeso come una specie di principe azzurro dei poveri hai deciso di fare una scenata al mio ragazzo, magari?"
- "non era intenzionale-
- "certo, come no." Distoglie lo sguardo. "Grazie per avermi difesa da Hannes, comunque."
Mi accovaccio accanto a lei.
- "ti fa male?" Chiedo.
- "sto bene." Sputa lei. "Non abbiamo un qualche allenamento da fare o cose del genere?"
- "cose del genere, sì." Dico ridendo. Le prendo il mento con una mano ed esamino i suoi lividi. " hai un allenamento con Amber che io devo supervisionare."
Ester lancia un verso di frustrazione.
- "uccidetemi adesso!"
- "non ho ancora capito perché vi odiate così tanto."
- "eravamo amiche, lei mi ha tradito, fine." Racconta Ester, alzandosi ed uscendo dalla cabina tre.
La seguo, chiudendo a chiave la porta alle mie spalle.
- "deve starti parecchio sulle palle, allora."
- "infatti."
- "ottimo."
Ester si ferma per guardarmi, sconcertata.
- "userai questa rabbia per batterla." Mi giustifico io.
Lei rotea gli occhi e ricomincia a camminare.
- "puoi spiegarmi perché cerchi sempre di mettermi in difficoltà?!" Chiede.
- "metterti in difficoltà? Novellina io passo il mio tempo a salvarti il culo."
- "sono sicura che ti piaccia toccarlo, ma salvarlo non credo."
Le rivolgo un sorriso derisorio.
Ester si ferma di colpo.
- " durante la simulazione con Hannes ti sei messo a raccontarmi delle tue ultime fantasie!"
Mi metto a ridere, il che non fa che aumentare la sua furia.
- "ti ho dato quello che ti serviva a vincere." Dico.
- "e questo che cosa significa?"
- " che la tua voglia di chiudermi la bocca era più grande della tua paura. Non ti sei nemmeno accorta che alla guida della macchina che hai distrutto c'era il tuo amato Luke. Ti ho dato il motore giusto per essere concentrata. Non ringraziarmi."POV di Ester
Tutto quello a cui penso quando entro nella palestra è a tutto l'alcol che potrò ingerire alla festa di questa sera.
AlcolAlcolAlcolAlcolAlcolAlcolAlcolAlcol
Amber fa un commento sul mio cappello
AlcolAlcolAlcolAlcolAlcolAlcolAlcolAlcol
Caleb ci chiede di scegliere le nostre armi
AlcolAlcolAlcolAlcolAlcolAlcolAlcolAlcol
Fischio d'inizio.
Apro gli occhi e sparo un colpo.
Il proiettile di plastica colpisce il ginocchio di Amber, facendola finire a terra, comincio immediatamente a sferrargli dei calci, al mento, al braccio, al ventre.
Quando finisce distesa a terra mi siedo su di lei e cerco di immobilizzarla.
Amber ridacchia.
- "qualcuno ha fatto pratica."
- "sei tu che sei rimasta indietro."
- "ma che carina, Luke sarebbe contento."
Libra il polso e mi ficca due dita negli occhi.
Balzo in piedi, coprendomi il viso con le mani.
Impiego qualche secondo a recuperare la vista, e quando riapro gli occhi, mi ritrovo Amber davanti che mi tira un pugno dritto sul naso.
Le do immediatamente un colpo sulla carotide.
- "il naso no!" Protesto. "È già abbastanza storto!"
Le tiro un paio di calci e schivo alcune sue mosse, finché non tira fuori un coltello.
Lo muove verso di me.
Le afferro il polso per deviare l'arma e tiro fuori la pistola.
Le stringo la mano in qui tiene l'arma e le punto la pistola alla testa.
- "sciocco da parte tua scegliere una lama contro un arma da fuoco."
Amber lascia cadere il coltello e io faccio lo stesso con la pistola.
Con un pungo ben assestato la mando di nuovo a terra.
Mi siedo sulla sua pancia, solo per farle male.
- "hai perso." Sorrido.
- "è bravo almeno?" Chiede Amber.
- "chi?"
- "caleb." Sussurra lei. "Lo fa bene?"
La mia mano si stringe istintivamente sulla sua gola.
Amber fa una risata strozzata.
- "Parker non lo sa vero?"
Stringo ancora più forte.
- "novellina?" Chiama Caleb dietro di me.
- "no, certo che non lo sa." Sussurra Amber con la voce mozzata. "Cosa direbbe Luke? Tuo padre direbbe che sei proprio una put-"
Stringo ancora più forte, finché Amber non comincia a tossire e i suoi occhi a lacrimare.
- "Ester!" Esclama Caleb, più vicino.
Amber mi afferra le mani, cercando si staccarle dalla sua gola, ma io persisto.
Caleb mi afferra le braccia, tirandomi indietro.
Lascio il collo di Amber ma libero la mano destra dalla stretta di Caleb e sferro un pugno sulla guancia, di Amber, poi un altro ancora, e ancora, finché Caleb non mi solleva da lei. E mi trascina via.
- "basta! Dio, basta." Mormora, tenendomi sollevata da terra, le braccia intrappolate nelle sue.
Ma non vede l'occhiolino che mi rivolge Amber prima di andarsene tra i finti singhiozzi.
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All the lines she crosses 1- on my own
Action"Non amare, non temere, segui gli ordini". Questo è il vangelo di ogni agente segreto. Per quanto la situazione sembri disperata, attenersi sempre agli ordini. Ma per Ester Barbossa non è così facile. Soprattutto se gli ordini dicono che non sei abb...