POV di Ester
Ho mascherato la mia felicità quando caleb mi ha svegliata per dirmi che sarebbe stato via fino a sera per fare da pattuglia a terra.
Insomma, non è che non mi piacesse averlo intorno, ma questa è un ottima opportunità per recuperare finalmente quei dannati fascicoli e lasciare questo postaccio.
Caleb aveva annunciato la notizia con una scintilla di apprenzione, come se non si fidasse a lasciarmi da sola...o come se ci fosse qualcos'altro dietro di cui non sono al corrente.
Mi aveva dato una strizzata affettiva alla spalla, poi aveva cambiato idea mi ha preso il viso per darmi un bacio.
- "ci vediamo, novellina."
Poi si era dileguato.
Un addio piuttosto inconsueto.
Svolto il corridoio ed arrivo in mensa: giusto il tempo di rubare una crostatina di dubbia provenienza e poi dritta al mio obbiettivo.
Supero la fila senza un minimo di pudore e allungo la mano a rubare la crostatina ai mirtilli che sarebbe dovuta spettare ad una ragazza in fila.
Purtroppo, non mi accertata dell'identità di questa.
Una mano mi afferra il polso e lo strattona indietro, fissandomelo dietro la schiena.
Lascio andare la crostatina, che cade direttamente nel suo vassoio, alle mie spalle.
- "buon giorno anche a te, Ester."
Cazzo.
Lei mi lascia andare il polso e io mi volto a guardarla con un sorriso.
- "Tina!" Esclamo. "E c'è anche Brigitta, ciao!" Dico, salutando la ragazza bionda alle sue spalle.
Tina mi lancia addosso una crostatina e si allontana dalla fila. La seguo, mio malgrado, fino ad un tavolo vuoto dove prende posto.
Io resto in piedi.
- "hai fretta?" Mi chiede. "Qualche parte dove devi andare?"
Mi sembra stranamente sospettosa.
- "Caleb non c'è." Aggiunge Brigitta sedendosi. "Hai una giornata libera, rilassati!"
Faccio una risatina.
- "si è che..." mi mordo il labbro, scrutando gli spazzi intorno a me alla ricerca di una via di salvezza.
Scorgo una chioma bionda a qualche tavolo di distanza.
Mi si illuminano gli occhi.
- "non dovrei dirvelo." Dico pigramente. "Ma sto preparando una sopresa per Parker."
Brigitta va in bordo di giuggiole, ma Tina mi sembra scettica.
Non resterò certo qui ad indagare perché.
- "allora vado. Grazie per la crostatina,"
Mi fiondo tra i tavoli, fermandomi esattamente diciassette minuti per sbaciucchiare il mio ragazzo, e proporgli di incontrarci sul tetto alle sei e trenta, nello stesso momento ne ho approfittato per rubare i coltelli a tre ragazzi seduti al suo tavolo e ricordargli che mi devono un favore dopo aver perso la scommessa contro di me tempo fa.
Il mio piano non può fallire questa volta.
Mi metto a correre come una disperata per i corridoi, fino ad arrivare davanti alla cabina tre.
Aspetto cinque secondi.
Poi infilo la chiave ed entro.
Ci impiego circa un quarto d'ora a spostare una cassettiera massiccia per bloccare la porta, e poi un altro quarto d'ora per trovare l'entrata della chiavetta. Quando finalmente la ripongo nell'entrata mi aspetto quasi che uno scaffale prenda vita e si metta a ballarmi davanti.
Invece sento solo una vibrazione sorda, seguita da un fischio, e infine, da un cassetto che si apre con uno schiocco.
Mi avvicino con cautela.
Dentro, trovo quattro fascicoli di carta bianca.
Sicuramente ci sarà un ulteriore sistema di sicurezza, ma non ho modo di scoprire quale sia.
L'unico modo è tagliare il collegamento.
Stacco la chiavetta mentre il cassetto è ancora aperto e recupero tutti e quattro i fascicoli.
Li devo sostituire nell'arco di dieci secondi, che solitamente è il tempo standard dopo il quale scatta l'allarme generale ad assenza di segnale.
Raccolgo dei fascicoli a caso dalla cassettiera con la quale ho bloccato la porta, pressoché della stessa taglia di quelli rubati, li ripongo nel cassetto e rimetto la chiavetta al suo posto.
Conto fini a dieci, trattenendo il fiato.
Nessun allarme.
Sospiro di sollievo.
Do un colpo al cassetto per chiuderlo e recupero la chiavetta, poi rimetto la cassettiera al suo posto e sguscio fuori dalla porta.Mi sbatto la porta della stanza di Luke alle spalle,
Ho quattro pistole, tre coltelli, nove scatole di progliettili e un paio di coltelli a serramanico e armi di piccola taglia utili a scassi e borseggi. Molte delle armi sono state rubate per me dai ragazzi che mi dovevano un favore, altre le ho semplicemente fatte sparire.
Non è un armamento sofisticato, ma basterà.
Ficco tutto il una borsa, insieme ad un paio di cambi di vestiti, e poi nascondo il tutto sotto una piastrella smossa del pavimento.
Nasconderli in camera mia è troppo rischioso: sono la figlia del capo ed ho una reputazione, qualcuno potrebbe sempre controllare.
Butto i fascicoli sul letto e comincio a studiarli.
Per lo più sono foto e raccolte di testimonianze. Tutte parlano di crimini relativi a diamanti rubati... eppure mi sembra che ci sia qualcosa che mi sfugge.
Guardo e riguardo le foto un miliardo di volte. Ma niente mi salta all'occhio.
Do un occhiata all'orologio appeso alla parete.
6:45
Cazzo.
Faccio rapidamente in taglio nel materasso con un coltellino a serramanico e vi infilo i fascicoli dentro. Poi faccio scivolare il coltellino nella tasca interna della giacca di pelle e mi fiondo fuori dalla porta.
Quando arrivo sul tetto Parker è già lì che mi aspetta, seduto a guardare le ultime luci del sole morente.
Sembra sorpreso di vedermi, forse anche vagamente deluso.
- "ma pensa." Mormora. "Non pensavo che saresti venuta."
- "scusami, sono in ritardo." Mormoro, scivolando al suo fianco. "Non sei felice di vedermi?" Faccio per dargli un bacio ma lui si scansa.
- "posso farti una domanda?" Chiede.
- "tutto quello che vuoi."
- "dove sei stata finora?"
Mi metto a ridere per mascherare l'imbarazzo.
- "che intendi?"
Parker sospira.
- "Brigitta si è fatta sfuggire che mi stavi preparando una sorpresa. Eppure io non noto niente di speciale. Sembra che tu sia appena uscita dalla sala di allenamento."
Vado in panico.
- " ma...ma io ho una sorpresa." Boccheggio. " sono qui per te- io-"
Salgo a cavalcioni su di lui e gli afferro il colletto della maglietta, baciandolo.
- "io ti...ti amo, non vedi?" Suona incredibilmente sbagliato.
- "Ester..." mormora Parker,
Rafforzo la stretta sulla stoffa.
- "no, ascoltami! Lo sai che giorno è oggi?"
- "non è il nostro anniversario."
- "no, ma è il giorno in cui ci siamo conosciuti, due mesi fa."
Parker aggrotta le sopracciglia.
Comincio a slacciarmi la giacca, la lancio poco distante da noi.
Sotto ho solo una maglietta a mezze maniche, rabbrividisco dal freddo.
Parker posa le mani sulle mie braccia nude, cercando di scaldarmi.
- "Ester, cosa stai facendo?"
Vorrei piangere.
- "avrei preferito fosse più speciale ma, voglio essere tua, e voglio che tu sia mio...è il momento."
- "non lo farò su un tetto, al gelo-"
- "ma tu non capisci! Questo è il mio posto speciale, era il posto di me e Luke-"
Mi blocco.
Quest'ultima frase è stata una pugnalata al cuore.
Poso la testa sul petto di Parker, esausta, trattenendomi dallo schiaffeggiarmi.
Non posso credere di aver venduto questo posto come se non valesse niente, tutto per distrarre il mio fidanzato dal lasciarmi perché sono una fidanzata di merda.
Non sono brava ad essere amata.
Con Caleb è tutto più semplice
Non voglio essere amata da lui.
Non voglio essere amata e basta
Fa troppo male.
Non amare, non temere, segui gli ordini.
I soldati non sono fatti per amare.
Parker mi circonda con le braccia, riscaldandomi.
- "mi sa che non funzioniamo tanto bene io e te, eh?" Mormora Parker.
Tiro su col naso.
- "mi sa di no."
Mi scosto leggermente per guardarlo in faccia.
- "avrei dovuto fare di meglio."
Parker mi passa una mani tra i capelli.
- "ti amerò per sempre, Ester Barbossa. Anche se non funziona e se non è reciproco. Ti aspetterò."
Scuoto la testa.
- "non devi aspett-"
Parker mi posa un dito gelido sulle labbra.
- "va tutto bene." Sussurra. "È stato bello."
Annuisco.
Faccio per alzarmi, ma Parker mi trattiene.
- "c'è un ultima cosa che dovresti sapere...""Somwhere in the haze, got a sense i've been betrayed"
STAI LEGGENDO
All the lines she crosses 1- on my own
Action"Non amare, non temere, segui gli ordini". Questo è il vangelo di ogni agente segreto. Per quanto la situazione sembri disperata, attenersi sempre agli ordini. Ma per Ester Barbossa non è così facile. Soprattutto se gli ordini dicono che non sei abb...