Capitolo quattordicesimo, parte due

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Una volta scesi dal tetto, Caleb mi conduce per i corridoi della barca, fino alle cabine degli istruttori.
Per tutto il tragitto non riesco a smettere di tremare, e faccio un enorme sforzo per non battere i denti. Mi gira un po' la testa.
Finalmente Caeb si ferma e armeggia con le chiavi nella serratura per aprirla.
- "ci sono i riscaldamenti nella tua camera?" Chiedo, sforzandomi di mantenere una voce normale.
- "certo, perché?"
Faccio spallucce ed entro.
Il tepore della stanza mi investe come un tir. Barcollo, improvvisamente assalita da una forte nausea.
Ma che cazzo?
Caleb mi afferra le spalle per sostenermi, chiudendo la porta con un calcio.
- "siediti sul letto." Dice, mentre mi stringo la felpa addosso. "che cosa ti è successo?" Chiede poi, inginocchiandosi ai piedi del letto.
- "st-o bene." Balbetto.
Caleb mi scruta per qualche secondo, poi si mette a ridere.
Che cosa ci trova da ridere?!
- "cazzo, novellina, mi sa che stai davvero andando in ipotermia."
- "non dire stronz-ate." Dico, battendo i denti. Mi viene da vomitare.
- "non preoccuparti." Mi ignora alzandosi. "Fatti una doccia calda, e poi mettitti a letto."
Resto dove sono.
- "cos'è, vuoi un aiutino a lavarti?" Domanda Caleb sbattendo gli occhi.
- "fa-anculo." Borbotto, alzandomi dal letto e dirigendomi verso il bagno.
A causa dei brividi mi risulta difficile farmi una doccia in tranquillità, ma dopo un po' di difficoltà riesco ad annaffiarmi di acqua bollente.
Uscire dalla doccia è semplicemente un trauma. Mi avvolgo in uno degli asciugamani puliti piegati su un mobiletto vicino al lavandino e metto la testa fuori dalla porta.
- "p-e-rché hai degli a-asciugamani pi-egati co-osì?" Domando.
In quel momento mi rendo conto che Caleb indossa un semplice pantalone, senza maglietta, e mi da la schiena, intento a rifare il letto.
- "per le novelline in ipotermia che vengono a trovarmi, naturalmente." Risponde, senza nemmeno voltarsi. Vedo i suoi muscoli della schiena tenersi sotto la pelle.
- "di-vertente" borbotto.
Richiudo la porta.
- "Aspetta." Mi ferma Caleb.
Riapro la porta.
- "mettiti questi."
Mi porge una maglietta a mezze maniche e un pantalone lungo.
Li afferro e richiudo la porta del bagno.
Bel completino.
Infilo rapidamente i pantaloni a quadri natalizzi.
I vesiti di caleb mi stanno tre volte, ma sicuramente sono più caldi dei miei leggins e canottiera. Per sicurezza mi infilo la felpa rossa sopra la maglietta.
Uscendo dal bagno trovo Caleb sdraiato sul letto che fa un fischio.
- "wow, novellina, i pantaloni natalizzi di nonna Luisa ti stanno alla grande."
- "Sta zi- tto." Dico, salendo sul letto.
- "levati la felpa." Dice Caleb.
- "ho fre-ddo"
- "per quello." Da dei colpetti al letto, vicino a lui. "Metitti sotto le coperte e levati la felpa."
Roteo gli occhi e mi levo la felpa, tirandogliela in faccia, prima di infilarmi di folata sotto il piumone.
Continuo a sentire freddo, ma me lo farò bastare.
Caleb posa la felpa sopra si me come una seconda coperta, poi si mette a sua volta sotto le coperte e mi afferra il bacino, tirandomi verso di lui.
- "che ca-zzo fai?!" Esclamo, spingendolo via.
Caleb alza immediatamente le mani.
- "tranquilla, novellina, non voglio molestarti." Dice. "Sto solo cercando di farti caldo con il mio corpo."
- "fa-ammi caldo da un p-o' più lonta-no!" Esclamo, voltandomi dall'altra parte.
Caleb sospira.
- "novellina, sei in ipotermia."
- "st-o be-ne"
- "non è vero."
- "si invece."
Con mia estrema soddisfazione, la mi voce non trema questa volta.
Caleb mi posa una mano sulla spalla, per farmi voltare verso di lui, ma la stretta che mi ha lasciato Hannes solo qualche ora fa mi provoca un dolore lancinante.
- "ah!" Trasalisco.
Caleb ritira immediatamente la mano.
So che mi sta guardando, analizzandomi, ma prendo la saggia decisione di non voltarmi.
Dopo un po' sento il letto piegarsi e Caleb salta giù, per poi fermarsi davanti al mio lato del letto e sedersi a terra per guardarmi in faccia.
- "perché trasalisci?" Chiede.
Me lo ha già chiesto una volta. E nemmeno questa volta io risponderò.
Mi giro dall'altra parte, ma Caleb mi afferra un fianco e mi ritira indietro.
- "perché trasalisci, Ester?" Ripete.
Mi tiene inchiodata al letto, devo trovare un modo per distrarlo, il mio sguardo schizza per la stanza, cercando un appiglio.
Armadio, comodino, capelli di caleb, viso, pantaloni, braccia-
In quel momento noto qualcosa all'interno del braccio di Caleb, sembra quasi una ferita, ma a guardarlo meglio mi accorgo che è un tatuaggio.
- "Ester?" Mi richiama Caleb.
Io lo ignoro e mi metto faticosamente a sedere, Caleb mi lascia il fianco e io gli afferro il braccio, strattonandolo verso di me.
E. S.
"Tanto non ricorderai nulla di tutto questo domani."
E invece mi ricordo.
Mister simpatia. La festa di Liam....
- "tu..." mormoro, tremando ancora per il freddo.
Ecco come sapeva dove trovare la mia cabina.
Le cose cominciano ad avere senso nella mia testa.
- "devi rimetterti sotto le coperte." Dice piano Caleb.
Mi sdraio.
Potrei dirgli che mi ricordo di lui, o potrei mantenere il mio vantaggio.
Caleb è di nuovo sdraiato vicino a me, e mi sta esaminando il livido violaceo sulla spalla, che la maglietta troppo grande ha lasciato scoperta.
- "Ester-" sembra fare uno sforzo per controllare l sua voce. "Chi è stato?"
- "la stessa per-sona che mi stava a-aspettando oggi, ovvia-mente."
La mascella di Caleb ha uno spasmo.
- "tu mi pi-cchi tu-ti i giorni." Dico.
- "è diverso." Mormora lui.
Si mette sotto le coperte, fissa il soffitto per un paio di secondi, poi si volta verso di me.
- "posso abbracciarti?" Domanda.
La richiesta mi lascia così sbigottita che non trovo nulla di meglio da fare se non annuire.
Caleb si avvicina e mi stringe delicatamente in un abbaraccio.
Il calore del suo corpo mi riscalda dalla testa ai piedi, ed effettivamente mi fa sentire molto meglio.
Fisso il soffitto, supina, mentre lui è sdraiato su un fianco. Poggia la testa vicino alla mia, sul cuscino.
- "mi dispiace." Sussurra. "Per la simulazione di Luke."
Stringo le labbra.
- "non importa, vo-levi insegnarmi."
- "no." Sussurra, le labbra che mi sfiorano l'orecchio. "Non era quello il motivo."
Sento una strana sensazione allo stomaco, come una morsa, ma che non porta in se angoscia...più come uno sfarfallio.
- "io sto con Pa-rker." Sussurro. So che dovrei spostarmi, ma sembra che qui dove sono sia esattamente dove dovrei essere.
Caleb ridacchia, solleticandomi i capelli alla base della nuca.
- "puoi mentire a lui, a te. Ma non mi fotti, non ho creduto che ti piace veramente nemmeno per un secondo."
- "allora non hai capi-to un cazzo." Rispondo.
Sento caleb sorridere contro il mio orecchio.
- "scommettiamo?"
Volto appena la testa ed incrocio il suo sguardo.
- "scommettiamo." Sorrido e torno a guardare dritto avanti, pronta ad addormentarmi.
Un brivido mi percorre la spina dorzale quando mi lascia un bacio sulla mascella, subito sotto l'orecchio. Solo che questa volta non si tratta di un brivido di freddo.
Probabilmente Caleb se ne è accorto, perché sorride soddisfatto e comincia a scendere, seminandomi baci al lato del collo. Passa una mano sotto la mia maglietta, fermandola sulla mia pancia, prima di tirarmi ancora più vicina a sé.
Mi schiocca un bacio all'interno del collo, strappandomi una risatina.
Incorcio il suo sguardo e vedo che anche lui sta sorridendo, un sorriso più cado dei suoi soliti mezzi sorrisi.
Inaspettatamente, fa salire la mano fino a subito sotto il mio seno.
Posa le labbra sul mio orecchio.
- "posso? O hai paura che abbia ragione?"
Un altro brivido.
- "fa pure."
La sua mano risale fino al mio petto, tracciando delle linee in mezzo alle mie grazie, sfiorandomi la pelle. Poi si chiude a coppa su una delle due.
Il mio respiro accelera notevolmente, mentre chiude indice e medio sul mio capezzolo, tirandolo leggermente.
- "allora, novellina, chi è che ti piace?"
-"Parker." Rispondo, sorridendo.
Caleb rotea gli occhi.
- "e va bene, vediamo quanto resisti con questa stronzata." Scende sotto le coperte e mi afferra il bacino voltandomi verso di lui. Non riesco a vederlo, ma distinguo la sua sagoma da sotto le coperte.
Non accade niente.
- "va bene, sei molto divertent-
Afferra l'elastico dei pantaloni e lo tira giù con forza.
Merda.

All the lines she crosses 1- on my ownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora