Capitolo trentesimo

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POV di Caleb
Ester esce finalmente dal bagno.
Ha ancora i capelli umidi, le bagnano la maglietta che le ho dato.
È semplicemente la cosa più tenera del mondo con indosso il mio pigiama troppo grande e l'espressione incazzata.
- "sei carina." Dico.
Pensa che io la stia prendendo per il culo, quindi mi lancia un asciugamano in faccia.
- "coglione."
Mi alzo e la raggiungo.
- "non stavo scherzando."
Ester si appoggia con la schena contro il muro e mi guarda dall'alto in basso, come indecisa se picchiarmi oppure no, poi rotea gli occhi e decide che non ne vale la pena.
- "devo andare , adesso." Si stacca dal muro e fa un passo avanti.
- "dormi con me." La blocco.
Lei resta interdetta, come se la mia richiesta l'avesse sorpresa, ed in un certo senso ha sorpreso anche me.
La prendo per la vita e la riporto dolcemente contro il muro, poggio una mano all'altezza del suo orecchio.
- "dormi con me?" Chiedo di nuovo, in un sussurro.
- "perché è così importante?" Sussurra Ester, piantando i suoi occhi azzurro tempesta nei miei.
Le prendo una mano e comincio a lasciarle dei baci leggeri sulle nocche.
- "perché mi piace averti con me." Dico.
- "io non sono tua." Mi ammonisce Ester, ritraendo la mano.
- "sei sicura?"
Mi spinge indietro.
- "sì."
Sorrido.
- "quindi non ero io a tenerti inchiodata al muro prima."
Ester sguscia di lato e mi supera.
- "me ne vado."
Cazzo.
Le prendo il polso.
- "scusami."
Ester fa una risata sprezzante, però smette di allontanarsi.
- "scusami." Ripeto. "Vorrei davvero che restassi con me."
Lei si gira.
- "e perché?"
- "perché..." è dannatamente difficile dare attenzioni ad una ragazza che non vuole farsi amare. "Sei ferita."
- "ormai sto bene."
- "questo lascialo decidere a me.
- "e come dovrest-"
Tiro verso di me il polso ed Ester barcolla avanti, senza riuscire a schivare il calcio che le assesto dietro il ginocchio.
Si sarebbe ritrovata a terra, se non mi fossi buttato il ginocchio per prenderla.
- "come ti ho detto, sei ferita."
Ester alza gli occhi al cielo.
- "va bene, va bene! Dormo con te, ma non provare a fare cose strane!"
- "sono un gentiluomo." Protesto. "Non oserei mai.

Mi infilo sotto le coperte e lascio che Ester faccia lo stesso.
"Questa è la tua parte del letto." Aveva detto prima indicando un lato del materasso. "E questa è la mia."
Aveva un aria terribilmente carina quando mi dava ordini. Avrei voluto prenderle il viso e baciarla di nuovo.
Solo che lei non me lo avrebbe permesso.
Mi sporgo verso di lei e le passo un braccio intorno alle spalle.
- "stai superando la tua parte!" Protesta.
Allungo ancora la mano, e premo le dita sull'interruttore della luce e lasciandoci al buio.
Abbasso il viso sul suo, schiacciandola con una parte del mio corpo.
- "volevo solo spegnere la luce." Sussurro.
Posso sentire il suo battito accellerato, il respiro affannato. Lo vuole quanto me.
Ma mi da una spinta, e ricado sulla mia parte del letto.
Si gira dall'altra parte e sta in silenzio per un po', tanto che per un attimo penso si sia addormentata. Ma poi sospira.
- "caleb?"
- "si?"
Sta un attimo in silenzio.
- "volevo solo dirti che Parker...lui...vuole una relazione aperta."
Faccio un sorriso che mi parte da un orecchio all'altro.
- "ma non con..scopamici fissi."
Ci penso un attimo.
- "tecnicamente ho quattro identità diverse."
La risata di Ester riempie il silenzio.


POV di Tina
Mi guardo intorno con circospezione, poi busso tre volte alla porta davanti a me, aspetto cinque secondi e tiro un calcio, poi busso di nuovo.
La porta si apre e una mano guantata mi tira dentro.
Mi ritrovo faccia a faccia con la ragazza più attraente che abbia mai visto, mentre la porta sbatte alle mie spalle.
Abbasso lo sguardo sulle sue labbra.
- "tranquilla tesoro, basta chiedere." mormoro.
Lei mi spinge indietro.
- "piantala di perdere tempo!" Esclama. "Lui ti sta aspettando."
Roteo gli occhi, anche se lei non può vedermi, dato che si gira e cammina fino al letto,
- "se lo chiami così sembra chissà chi-"
Lei si abbassa ed afferra il lato del letto, la aiuto a spostarlo.
- "ha praticamente creato la confraternita." Mi ammonisce lei.
- "ha undici anni!" Sbotto.
Abbiamo spostato completamente il letto, rivelando un vero e proprio buco nel muro.
Mi abbasso e striscio dall'altra parte.
La stanza angusta è immersa nella penombra. La luce è calda, quasi rossastra.
Le pareti sono tappezzate di manifesti e tabelloni collegati da fili rossi dai legami indecifrabili...per gli estranei.
Di fronte a me, seduto alla sedia girevole della scrivania, riesco a vedere i riccioli scuri di un ragazzino.
- "sono qui." Dico. "Parla."
Lui si volta.
Ha un sorriso più acceso del solito.
- "ha accettato." Esclama.
- "perfetto, ora puoi dirmi di chi si tratta? Chi è questa nuova recluta?"
- "ogni cosa a tempo debito, per ora ti basterà sapere che è riuscita a recuperare la chiave per la sala 3."
- "Matthew!"
Il ragazzino scatta in piedi.
- "zitta! Non devono scoprire niente, ricordi?"
- "dimmi chi è la recluta che ti aiuterà a ritrovare tuo padre."
- "non è per questo che l'ho ingaggiata! È per la. confraternit-"
- "risparmiami il motto degli scout e parla! Chi è?"
- "non ti piacerà." Mi avverte.
Stringo i pugni.
- "dillo e basta."
- "Ester Barbossa. Ho ingaggiato Eater Barbossa."

All the lines she crosses 1- on my ownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora