Capitolo diciannovesimo

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Roteo gli occhi.
Che tempismo.
Incrocio le braccia e mi volto verso di lui.
- "basta stronzate. Dammele." Ordino.
Caleb ridacchia,
- "certo, lo farei, se le avessi,"
Mi formicolano le mani per la voglia di prenderlo a pugni.
- "io ti...ARGH!"
Caleb continua a ridacchiare, il che riesce solo ad aumentare il mio istinto omicida.
- "non preoccuparti novellina, possiamo andare a prenderle in camera mia in qualsiasi momento."
- "e andiamo allora!" Sbotto. "Perché non le hai portate con te se sapevi che le stavo cercando?!"
Caleb mi offre un sorriso.
- "perché così è molto più divertente." Gira sui tacchi e comincia a camminare.
Lo seguo di controvoglia, fortunatamente, le nostre stanze non sono troppo distanti l'una dall'altra.
Caleb apre la porta e mi fa segno di entrare.
- "dopo di te."
Roteo gli occhi ed entro.
Caleb mi segue e chiude la porta alle sue spalle, per poi accendere la lampadina che tiene vicino al letto.
- "dovrebbero essere nel primo cassetto dell'armadio." Mi informa caleb.
Mi dirigo verso l'orrendo armadio di metallo a due ante in un angolo della stanza. Quando apro il primo cassetto noto con estremo disappunto che è il suo cassetto dei boxer.
Roteo gli occhi.
- "molto divertente." Esclamo, voltandomi.
Mi blocco.
Caleb è senza maglietta al fianco del letto. Dei flashback poco innocenti mi assalgono il cervello.
- "che stai facendo?" Chiedo.
Caleb sorride.
- "mi sto mettendo il pigiama, non pensavo ti disturbasse tanto."
- "non mi disturba, infatti." Rispondo voltandomi verso l'armadio e cominciando a frugare nel cassetto per trovare le mie chiavi.
Quanti boxer ha?!
Metto la mano su qualcosa di plastica.
Il mio portachiavi!
Lo afferro e lo tiro fuori.
Sussulto.
Non sono le mie chiavi.
È sacchetto di preservativi nuovo di zecca. Per poco non lo faccio cadere a terra.
- "trovato un tesoro?" Chiede Caleb dietro di me.
Ficco immediatamente la mano nel cassetto, nascondendola.
- "no! Solo boxer dalle fantasie discutibili in realtà."
Caleb ride.
Sento le molle del letto piegarsi quando si alza e comincia a camminare verso di me.
- "sono curioso però. Se non avevi le chiavi della tua camera, perché non sei andata in quella del tuo amato ragazzo?"
- "non corro nella camera di un ragazzo quando ho problemi."
- "eppure sei nella mia adesso."
Mi fermo.
Merda.
Mi volto, e mi ritrovo a pochi centimetri da Caleb.
Faccio istintivamente un passo indietro ma sbatto la schiena contro il cassetto aperto.
Caleb posa le mani sul cassetto, circondandomi.
I nostri occhi sono quasi alla stessa altezza adesso.
- "che strano." Mormora Caleb, abbassando lo sguardo sulle mie labbra. "Proprio oggi mi hai detto che ti faccio schifo eppure ora..."
- "ti dai troppe arie." Mormoro.
- "sei sicura?" Sussurra. Abbassa la testa e posa la bocca sul mio collo, premendo le labbra contro la mia pelle.
Sussulto, ma non accenno a spostarmi.
Caleb fa risalire la bocca fino al mio orecchio.
- "a me sembra che il tuo cuore stia battendo all'impazzata." Sussurra.
Cazzo.
Poso una mano sulla pelle nuda della sua spalla, e sento tutti i muscoli tendersi sotto di essa quando sposta la mano destra per cingermi il collo.
- "anzi sono sicuro, che batte all'impazzata." Ha la voce roca, più grave del solito.
Incrocio il suo sguardo. Si vedrebbe il desiderio nei suoi occhi a chilometri di distanza.
- "batte per il disappunto." Dico.
Caleb sorride e si abbassa a baciarmi la clavicola, riempendomi la pelle di brividi.
- "scommetto che non è l'unico punto che batte." Sussurra.
Sposta anche la mano sinistra e la insinua in mezzo alle mie gambe, strappandomi un ansito.
- "vuoi che me ne vada?" Chiede, sfiorandomi la guancia con la sua.
Premo contro le sue dita.
- "sta zitto."
Caleb mi accarezza la guancia con la mano destra, mentre l'altra continua a stuzzicarmi in mezzo alle gambe.
- "ho bisogno di sentirtelo dire." Sussurra
Caleb. Mi muovo contro la sua mano. "Vuoi che me ne vada?"
- "no." Gemo.
Ecco fatto.
Caleb mi afferra il viso e preme la bocca contro la mia, facendomi scivolare la lingua tra le labbra, mentre l'altra mano si sposta sull'elastico dei miei pantaloni, me li abbassa con uno strattone.
Interrompe il bacio ed abbassa lo sguardo, osservandomi mentre cammino fuori dai pantaloni della tuta, sono nuda dalla vita in giù adesso.
La pulsazione che sento in mezzo alle gambe è quasi dolorosa.
Caleb mi guarda, poi si sporge verso la parete alle mie spalle, dietro l'armadio.
- "che fai?" Chiedo.
- "voglio vederti questa volta." Preme le dita sull'interruttore della luce, illuminando la stanza. "E voglio che tu veda me."
Non ho nemmeno il tempo di godermi lo sfarfallio nel mio stomaco, perché torna immediatamente davanti a me, baciandomi.
Mi traccia delle linee sul ventre con due dita, per poi scendere di nuovo tra le mie gambe.
Gemo nella sua bocca, mentre Caleb comincia a muovere le dita su di me.
Quando si stacca vedo che ha un sorriso dipinto in faccia. Mi osserva mentre infila il medio dentro di me e comincia a girare con movimenti veloci.
Gemo artigliandogli le braccia.
- "ti piace?"Domanda.
- "fanculo." Rispondo.
Per tutta risposta, Caleb infila anche l'anulare, stuzzicandomi il clitoride col pollice. Comincio a premere contro le sue dita, ruotando le anche per assecontare i suoi moventi, che si fanno sempre più rapidi.
Il mio respiro accellera al punto che non so se riuscirò a respirare ancora per molto, mentre delle ondate di piacere mi assalgono.
Caleb mi scosta teneramente una ciocca di capelli da davanti agli occhi, mentre con altra mano contrasta quella tenerezza affondando ancora di più le dita, tanto che finisco col tenermi sulla punta dei piedi.
- "cazzo." Mormoro.
Quando penso di stare per venire, Caleb rallenta il movimento, facendo scemare anche il mio piacere.
Gli lancio uno sguardo scocciato.
- "voglio essere dentro di te quando verrai questa volta. Voglio sentire te. Voglio tutta te." Dice.
Gli getto le braccia intorno al collo e lo attiro a me, mentre le farfalle non smettono di dibattersi nel mio stomaco.

All the lines she crosses 1- on my ownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora