POV di Luke
La prima cosa che vedo quando mi sveglio sono dei tubi.
Lunghi, lunghissimi tubi, che mi partono dalle braccia e dal naso, incollati ad un macchinario che vibra e sbuffa rumorosamente vicino a me.
Sono in un letto...no, non è vero, sono su un materasso poggiato a terra. La stanza è vuota, i muri sono bianchi, o meglio lo erano, ora la pittura è scrostata e sporca.
Ma dove sono?
Muovo il braccio sinistro.
Mi sembra di non essermi mosso per giorni.
Ho una maschera a ossigeno?
Sì. Si direbbe che sono finito in un ospedale.
La porta di fronte a me si apre. Chiudo immediatamente gli occhi, fingendomi addormentato.
- "non te serve de nada far finta de dormir." Dice qualcuno davanti a me, è la voce di una ragazza, fortissimo accento spagnolo. "Posso vedere l'irregolarità cardiaca su el monitor."
Apro gli occhi.
È una ragazza sui 18 anni, pelle scura, capelli ricci, non più alta di un metro e cinquanta e con un anello d'oro al naso.
Allungo una mano e mi tolgo la maschera ad ossigeno.
- "chi sei?" Sbuffo.
- "Me llamo Maria. sei stato en coma per quasi un mese."
Sbarro gli occhi, improvvisamente invaso da una sensazione di panico.
- "cosa hai detto?!" Esclamo.
- "te hanno sparato alla gamba. Non so contro chi te sei messo, niño, ma è stata una cattiva idea."
- "dove sono? Sono ancora in Urugay?"
- "Sì. Esta è la casa de mia ermana. Siamo nel villaggio dietro al fiume. Esta è una comunità de luchadores. Non te troveranno qui."
Mi metto a sedere, troppo bruscamente.
- "luchadores? Ma che cazzo-chi siete voi?"
Maria incrocia le braccia.
- "non sei qui per combattere?"
- "no...no io-"
- "attento, niño. Non mentirme." Mi avverte.
Sospiro.
- "sono un investigatore privato, sono qui per la faccenda di diamanti rubati."
La ragazza si avvicina pericolosamente a me.
- "sai dei diamanti?" Chiede, gli occhi grandi come biglie.
- "cosa dovrei sapere?"
Mi guarda fisso negli occhi, cerca una traccia di menzogna.
- "me sa che el tuo cliente non ti ha raccontato tutta le estoria." Si allontana un po'.
- "che storia?"
- "i diamanti, non sono i diamanti che pensi tu. Es molto più che una estoria de pietre rubate."POV di Ester
Caleb apre la porta e mi spinge dentro.
Ridacchio e gli allaccio le braccia intorno al collo.
Lui si sbatte la porta alle spalle e mi afferra, prendendomi in braccio con foga.
Rischia di inciampare, diretto verso il letto, e scoppia a ridere a sua volta.
Mi stringo più forte a lui con un gridolino, mentre mi stampa diversi baci sulle guancie.
Inizio ad ansimare quando passa al collo.
- "sai che ti dico?" Sospiro. "Ho proprio voglia di farmi una doccia."
Caleb mi posa a terra e mi supera per aprire la porta del bagno, poi sorride.
- "e io ho proprio voglia di strapparti i vestiti di dosso, dici che possiamo unire i nostri interessi?" Chiede.
Lo spingo nel bagno e comincio a sollevarmi la maglietta, mentre lui fa lo stesso, prima di aiutarmi a togliermi i pantaloni con un gesto frettoloso.
In poco tempo ci ritroviamo nudi e stretti nel cubicolo della doccia. Caleb apre il rubinetto e mi investe con un getto di acqua fredda.
Lancio un grido divertito e faccio per aprire la porta scorrevole ed uscire, ma caleb mi afferra la vita e mi tira indietro ridendo.
La mia schiena nuda aderisce perfettamente al suo petto e lo sento premere contro il mio fondoschiena.
All'improvviso non ridiamo più.
Caleb fa scivolare una mano, quasi timidamente, dalla mia vita fino all'inguine.
Accosta la bocca al mio orecchio.
- "posso?" Sussurra.
- "sì." Ansimo.
Porta la mano più avanti e due dita si fanno strada tra le mie gambe allargate. Comincia a massaggiarmi, con movimenti regolari, rapidi, controllati.
Gemo. Ormai sa esattamente cosa voglio e come lo voglio.
Adesso l'acqua scorre su entrambi, tiepida. Caleb infila improvvisamente due dita dentro di me e comincia a muoverle più rapidamente.
Gemo, muovendomi contro di lui.
Caleb si ferma e mi blocca i fianchi.
-" Cazzo, novellina." Mormora con voce rauca.
Mi volto lentamente a guardarlo, ignorando la brama quasi dolorosa. Caleb ha le pupilla dilatate, la mascella contratta, si sta chiaramente trattenendo dal saltarmi addosso.
Sorride appena.
- "e poi dicevi che non ti voglio abbastanza ."
Mi afferra il viso e scontra le labbra contro le mie, invadendomi avidamente la bocca con la sua lingua.
In poco tempo mi ritrovo premuta contro il muro con tutto il suo corpo, mentre io gli conficco le dita nelle spalle, stordita dall'intensità del bacio, sono sulla punta dei piedi.
Lo spingo leggermente indietro, e faccio scivolare le mani in mezzo a noi.
Prendo il suo membro. Caleb geme.
Interrompo il bacio ed abbasso lo sguardo sulle mie mani. Comincio a muoverle, caleb mi tira indietro i capelli, ansimando.
- "va bene?" Chiedo.
Caleb posa una mano sul muro, accanto al mio orecchio.
- "sì, cazzo." Ansima, passa una mano tra i miei ricci bagnati.
Geme.
- "Ester."
Alzo lo sguardo, fermando il movimento. Caleb mi sfiora il viso, poi fa scendere la mano lungo il mio collo, sul seno, e mi prende il polso.
Un brivido di piacere mi attraversa da capo a piedi.
Porta le nostre mani in mezzo a noi, e guida le mie dita dentro di me.
Sussulto.
- "senti quello che sento io, adesso." Ansima, mente io gemo sotto il movimento delle nostre dita.
- "dimmi che hai bisogno di sentirmi dentro di te almeno quanto ne ho bisogno io." Mi implora. Affonda dentro di me il suo ed il mio indice.
Gemo.
- " senti come sei... umida e...perfetta." ansimo. "ora sai come devi fare quando sei sola ed annoiata." Tira fuori le dita e si porta la mia mano all'altezza del viso. "Pensa a me." E si porta alla bocca le mie due dita che ha usato per toccarmi, leccando i miei polpastrelli.
Inaspettatamente scoppio a ridere.
Caleb si unisce a me e prende a baciarmi il collo, facendomi il solletico. Poi mi solleva e io gli allaccio le gambe intorno alla vita, poggiando la schiena contro il muro.
- "ripensa a questo quando ti starai annoiando." mormora Caleb, e prima che io possa replicare entra dentro di me.
Gemo, mentre Caleb muove piano i fianchi.
Un onda di piacere mi risale verso la pancia, Caleb comincia a baciarmi in mezzo al seno, mentre io gli tiro i capelli e ansimo.
- "di più." Gemo. "Di più."
Caleb muove i fianchi più velocemente su di me, entrando più a fondo, inchiodandomi al muro, mentre con la lingua mi stuzzica la pelle sensibile in mezzo al seno.
Sento il piacere montare mentre i nostri corpi continuano a muoversi l'uno contro l'altro.
Con un ultimo colpo di fianchi sento il mio piacere arrivate al culmine e vengo.
Caleb esce da me e mi lascia dolcemente andare, scivolo contro la parete ma rimango tra le sue braccia, mentre i capelli bagnati gli spiovono sugli occhi, mi sorride come se fossi l'unica cosa che conta.
E per una volta, vorrei credergli davvero.
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All the lines she crosses 1- on my own
Action"Non amare, non temere, segui gli ordini". Questo è il vangelo di ogni agente segreto. Per quanto la situazione sembri disperata, attenersi sempre agli ordini. Ma per Ester Barbossa non è così facile. Soprattutto se gli ordini dicono che non sei abb...