Porto il cucchiaio pieno di sbobba alla bocca, poi ci ripenso e lo lascio ricadere nel piatto con uno spruzzo sonoro.
- "è stato fantastico!" sospira Brigitta.
Tina ride ed io alzo gli occhi al cielo.
- "andiamo, Bri, raccontacelo di nuovo!" Esclama una ragazza dai capelli rossi, appollaiata sul nostro tavolo.
- "dai Bri, dacci qualcosa di cui parlare." Insiste un ragazzo, seduto vicino a lei. Tiene in braccio una ragazza minuta.
Ancora?
Non posso credere che i tre moschettieri si siano seduti al nostro tavolo! Dovrò disinfettarlo!
Si tratta di Jack, Taylor e Marti.
Jack è la ragazza rossa, somiglia più o meno a Merida del cartone ma con i leggins aderenti e un "toppino nero" che è seplicemente un reggiseno di Calvin Klein sul quale ha cucito del pizzo. Ha la testa più vuota della pancia e usa espressioni come "tipo-c'è-nel-senso" più di quanto non fumi, e credetemi, fuma parecchio.
Taylor è il ragazzo, occhi verdi, capelli castani, bel fisico...sarebbe un sogno, se non fosse che la sua attività preferita è parlare male degli altri e fare un paio di altre cose poco raccomandabili. Se la testa della sua "amica" è vuota, la sua è un buco nero.
L'ultima ragazza è un incognita: per lo più sta zitta ed è così piccola che a stento la si vede, non ho idea di chi sia veramente e non ho mai sentito qualcuno chiamarla diversamente da "Marti". Ha gli occhi, molto simili a quelli di un gatto...forse anche perché sono sempre rossi, il che li fa risultare di un verde molto acceso.
- "quindi a questo punto stavamo ballando..." sta dicendo Brigitta. "Finché lui non mi ha tirata verso di sé e mi ha baciata, con una foga tremenda!"
I tre moschettieri lanciano esclamazioni e gridolini.
Ridicoli.
Tina si sporge verso di me.
- "sembra darti parecchio fastidio che si parli di lui." Sussurra.
Roteo gli occhi.
- "vedo Caleb tutti i giorni a lezione, non voglio sentirne parlare anche a pranzo, che schifo!"
Afferro il mio bicchiere di succo, probabilmente radioattivo, e prendo un sorso.
- "vuoi dirmi che tra di voi non è mai successo nulla di...uhm...piccante?"
Il succo mi va di traverso.
Tossisco un paio di volte e divento paonazza.
- "naturalmente no!" Esclamo indignata.
Tina mi squadra dalla testa ai piedi.
- "mhm. Come vuoi."
- "non metterti a dire che "chiunque adorerebbe fare sesso con lui", perché mi metto a vomitare!" Avverto, vedendo il suo sorriso malizioso.
- "Non ho intenzione di farlo, non preoccuparti." Risponde lei, scrollando le spalle. "Ultimamente sto... perdendo interesse, per i ragazzi." Il suo sguardo si sposta leggermente dietro di me e Tina si inumidisce le labbra. Seguo il suo sguardo e noto una ragazza mora ad un tavolo poco lontano che le sorride in modo ammiccante.
- "sembra Jennifer Lopes." Mormoro.
Tina scoppia a ridere in modo civettuolo e si alza.
- "penso proprio che andrò a trovare Jalo." Ridacchia.
Io però ho smesso di ascoltare, la mia mente è ancora ferma a questa mattina, dopo che ho fatto sanguinare Caleb.
- "ce l'hai fatta" aveva detto lui, solleticandomi l'orecchio con le labbra.
Avevo riso, per quanto possibile, schiacciata dal suo corpo.
- "immagino che dovrai smettere di chiamarmi novellina, adesso." Ho detto.
- "mi dispiace, novellina." Si era rialzato un poco, probabilmente a quattro zampe, e mi aveva messo una ciocca di capelli dietro l'orecchio. La mia guancia era ancora premuta al pavimento. "Ma sono comunque stato io ad atterrare te, e non il contrario."
Avevo mosso il polso, cercando di ferirlo ancora con il coltello, ed allora lui si era mosso rapidamente, tirandomi il braccio dietro la schiena e costringendomi così ad aprire la mano e lasciar cadere l'arma. Poi aveva posato una mano vicino al mio viso, all altezza dei miei occchi e si era sporto verso di me, intrappolandomi sotto il peso del suo corpo.
- "questo mi porta alla memoria ricordi piacevoli" aveva sussurrato contro il mio orecchio.
Poi si era alzato, liberandomi.
Arriccio il naso.
Avrei dovuto pugnalarlo al cuore. Anzi, avrei dovuto tagliargli le mani, poi i piedi e poi il-
Qualcuno mi afferra il viso in modo piuttosto brutale e schiaccia le labbra contro le mie.
Spalanco gli occhi, parecchio incredula.
È troppo vicino alla mia faccia perché io possa davvero distinguere i suoi lineamenti, ma dai capelli biondi che mi spiovono davanti agli occhi capisco che è Parker.
Mi rilasso.
Finalmente si stacca e si siede al mio fianco.
- "buongiorno." Dice baldanzoso, afferrando il pane sul mio vassoio e ficcandoselo in bocca.
Sorrido.
- "buongiorno."
- "dormito bene?"
Annuisco, mentre il mio ragazzo comincia a prendere i piatti immacolati che ho abbandonato sul mio vassoio e ficcarsi in bocca quello che c è dentro.
Faccio una smorfia.
- "non so se riuscirò ancora a baciarti dopo questa."
Parker ride.
- "sono sicuro che riuscirò a farti cambiare idea."
Sorrido.
- "comunque." Prosegue, rimettendo il piatto radioattivo apposto, faccio discretamente scivolare via il vassoio per evitare che ricominci. "Pensavo che avremmo potuto fare qualcosa questa sera."
- "tipo?" Chiedo, sorridendo.
Parker mi passa le mani sulle coscie e mi tira verso di sé.
- "vedrai." Sussurra.- "Ok, facciamo questa cosa-" le parole mi muoiono in gola quando mi rendo conto che nella sala simulazioni ad aspettarmi non c è solo Caleb, ma anche una ragazza che speravo tanto di non vedere.
Amber.
Tiene i capelli scuri stretti in una treccia snella e un ghigno malefico stampato in faccia.
- "che bello vederti, Ester." Dice con voce molto più amichevole di quanto non lo siano le sue intenzioni.
- "che cazzo ci fa lei qui?" Sputo all intesa di Caleb, ignorandola.
- "Hannes ha pensato che Amber sarebbe potuta venire a fare una prima supervisione prima dell arrivo di tuo padre." Spiega caleb con un sorriso tirato.
- "non ne vedo la ragione."
- "hai qualcosa da nascondere?" Interviene lei.
- "no. Certo che no."
Lascio cadere a terra lo zaino che mi ero portata dietro e raggiungo il centro della stanza.
Amber si piazza immediatamente difronte a me. È più alta di me, ma riesco comunque a guardarla dall'alto in basso.
- "falla partire." Ordino a Caleb. Ho già la tuta di trasmettitori addosso.
In pochi secondi la stanza intorno a me si deforma e si riplasma in qualcosa di completamente diverso.
Sono in una stanza che sembrerebbe appartenere ad un museo: vedo diverse teche di vetro davanti a me, circondate da raggi rossi, abbasso lo sguardo sulle mie mani e noto con particolare sollievo che per una volta Caleb non mi ha fatta vestire come un cowboy o qualcos'altro di ridicolo, ma semplicemente un agente segreto da film holliwoodiano.
Di Amber però non c è traccia.
Forse deve solo assistere...
Sento un braccio stringersi intorno al mio collo con forza e tirarmi violentemente indietro, finché la mia testa non cozza contro una parete, pericolosamente vicino ai raggi rossi. Il dolore si irradia per la testa e la nuca, mentre il braccio continua a stringere inesorabilmente sulla mia trachea.
Fa qualcosa, cazzo!
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All the lines she crosses 1- on my own
Action"Non amare, non temere, segui gli ordini". Questo è il vangelo di ogni agente segreto. Per quanto la situazione sembri disperata, attenersi sempre agli ordini. Ma per Ester Barbossa non è così facile. Soprattutto se gli ordini dicono che non sei abb...