Pov di Caleb
- "ahia! almeno fa piano!" Esclama Ester.
Soffoco un sorriso e mi spruzzo dell'altro sapone tra le mani.
- "scusa." Dico, passandogli le mani sulla schiena con più delicatezza.
- "sì." Borbotta lei. "Stocazzo."
Questa volta rido apertamente.
Ester mi schizza.
- "ok! Ok! Scusa, novellina. Starò attento."
- "bravo."
Ester si mette a soffiare le bolle di sapone che riempiono la vasca, mentre io cerco di insaponarle la schiena, seduto su uno sgabello trabballante.
Ha i capelli raccolti in una crocchia e mi da la schiena. Non c'è nulla di compromettente. Nulla di compromettente.
- "ok, alza la testa." Dico.
- "perché?" Chiede Ester ignorandomi, troppo presa dalle sue bolle di sapone.
- "perché devo fare lo stesso sul collo." Dico.
Posso quasi sentire Ester roteare gli occhi, ma mi asseconda.
Con estrema cautela, le poso le mani sul collo e comincio a muoverle.
Ester ridacchia.
- "cazzo." Ride. "Fa solletico"
Sorrido.
- "scusa." Cerco di essere più delicato, ed Ester sembra non soffrire più tanto di ridarella.
Posso sentire l'impronta di una mano sul suo collo, posso sentire il cuore di Ester che pulsa, nelle vene, sotto la pelle.
Mi sporgo avanti. Ha chiuso gli occhi.
È davvero un miracolo che sia viva. Faccio scendere piano le mani fino alle sue spalle.
- "ok." Sussurro. "Abbiamo finito."
Ester apre gli occhi e volta il viso verso di me.
Sorride.
- "grazie."
Le metto due mani sotto il mento e lo sollevo, avvicinando la mia fronte alla sua.
- "lo sai che devi dirmi chi è stato adesso, vero Novellina?"
Ester allontana la mano con uno schiaffo.
- "non sono affari tuoi."
Le afferro il polso.
- "sì, invece."
Lei rotea gli occhi e si alza.
- "oddio! Perché non puoi lasciarmi in pace?"
Mi cade lo sguardo sul suo corpo, coperto di schiuma.
- "ehm..." mi schiarisco la gola. "Perché..."
Ester scoppia a ridere e mi spinge. Io scivolo giù dallo sgabello.
Mi fingo indignato:
- "questa è pessima condotta, novellina! Ne farò parola con tuo padre!" Esclamo, agitando un dito.
Ester ride ancora più forte.
- "sei un idiota."
- "è una delle cose che preferisci di me." Rispondo.
- "ma sta zitto!" Si volta e attiva il soffione, glielo prendo dalle mani.
- "aspetta, ti aiuto."
- "posso farlo anche da sola."
- "sì, ma non significa che devi."
Ester cede e si volta.
Mi accingo a passarle il soffione su tutto il corpo, attingendo a tutta la mia forza di volontà per non toccarla, poi lo rimetto a posto e le tendo un asciugamano distogliendo lo sguardo da lei prima di fare qualcosa di stupido.
- "ti spalmo le creme curative e poi me ne vado." Dico con un sorriso.
Ester mi ignora ed esce dalla vasca.
- "facciamo in fretta." Dice solo, sedendosi sul letto.
Mi siedo dietro di lei e comincio a spalmarle la crema sulla schiena.
- "è stato Hannes, vero?" chiedo.
Ester non risponde.
- "lo ammazzerò." Dico risoluto. "Girati."
Ester si volta.
- "non devi cercare di-"
- "stenditi per favore." La interrompo.
Ester rotea gli occhi e si sdraia. Incrocia le braccia, l'asciugamano le copre solo l'inguine, adesso.
Comincio a metterle una crema diversa sul livido che ha sulla pancia.
- "puoi dirlo a Parker." Mormoro, dopo un momento di silenzio.
Ester si mette a sedere.
- "non capisci."
Poso la crema sul letto.
- "allora spiegami."
Ester scuote la testa.
- "no...non capiresti-"
- "perché non denunciarlo? Perché non dire a tuo padre quello che fa?"
Ester continua a scuotere la testa, ha gli occhi bassi.
- "perché? non ha senso." Dico.
- "come pensi che la prenderebbero?!" Sbotta Ester. "Tu non conosci mio padre! Già mi trova troppo debole per uscire dalla barca così, figurati se scoprisse che non riesco nemmeno a difendermi da un vecchio! Che mi lascio usare come punching-ball! Mi riderebbe in faccia io-" chiude gli occhi e respira, poi torna a guardarmi. "Comunque non sono cazzi tuoi a chi lo dico, né perché." Solleva il mento. "Finiamo questa cosa."
Non avrei mai pensato che qualcuno potesse risultare dignitoso con una crocchia in testa e solo un asciugamano per coprirsi dalla vita in giù, ma Ester ci riesce perfettamente.
Metto un velo di crema sulle mani e gliele poso sul collo, cominciando a massaggiarlo.
- "sono sempre stato bravo come agente." Dico. "Ma quando mia madre mi metteva le mani addosso non riuscivo a fare niente per fermarla. Anche se ero più grosso e pobabilmente più forte, questo non fa di me un cattivo agente, e la stessa cosa vale per te."
Ester mi lancia un'occhiata beffarda.
- "il fatto che tu mi racconti del tuo passato traumatico non significa che siamo amici, e che tu conosca uno dei miei segreti non vuol dire che mi conosci."
Sorrido.
- "felice che la tua opinione su di me non sia cambiata."
- "ti ho appena detto che non siamo amici." ripete lei.
- "non voglio essere tuo amico."
Incrocio il suo sguardo.
Ester si sporge verso di me e posa le labbra sulle mie.
Io sposto le mani che le tenevo sul collo e la faccio scivolare sulla clavicola, posandogliele sul seno, allora Ester mi allaccia le mani intorno al collo e si avvicina a me. Porto le mani sulla sua vita e la tiro a me, posandomela in grembo. Le sciolgo la crocchia e i capelli le ricadono sulla schiena.
Ester ferma il bacio, una mano tra i miei capelli, l'altra posata sulle mie spalle.
- "tu non sei mio amico, e io non provo niente per te." Faccio scendere la mano sul fianco. "Ma...resta."
- "resterò solo per accertarmi che le tue ferite non si aggravino." Dico.
- "tutto questo non è mai successo."
Abbasso la testa e le lascio un bacio in mezzo al seno.
- "mai." Sussurro.
- "ora che abbiamo messo le cose in chiaro, toccami."
Sorrido e alzo il viso dal suo seno, mentre con una mano scendo lungo il suo fianco, accarezzandole l'inguine e finendo in mezzo alle sue gambe.
Ester sospira e chiude gli occhi.
Passo il medio in mezzo alle sue labbra, poi lo infilo dentro di lei, muovendolo con movimenti lenti e controllati.
- "di più." Ansima lei. Infilo l'anulare, muovendomi più velocemente, mentre lei accompagna i miei movimenti con i fianchi.
Geme, appoggiandosi completamente contro il mio petto. L'asciugamano scivola a terra.
Ester preme i fianchi contro i miei.
- "vuoi farlo?"Chiede.
Sfilo le dita da dentro di lei e con l'altra mano le accarezzo il viso.
- "sdraiati."
- "solo se chiedi per favore." Mi provoca lei.
Sorrido.
- "per favore."
Ester sorride e si sdraia sul letto, guardandomi senza alcun pudore mentre mi libero dei vestiti.
- "dieci su dieci." Fischia.
Rido e mi posiziono su di lei, poggiandomi sui gomiti .
- "dobbiamo stare attenti." Dico. "Sei ferita e non voglio farti male."
- "ma che carino." Mi canzona lei.
La guardo negli occhi.
- "non sto scherzando."
Ester sorride e mi allaccia le braccia intorno al collo, accarezzandomi i capelli.
- "lo so." Sussurra. Mi attira a sé e mi sfiora le labbra con le sue. "Fallo."
Mi guarda infilarmi il preservativo e poi metterle una mano tra le gambe per aprirle e sistemarmi in mezzo.
- "mi sa che ti sei bagnata di nuovo eh." Commento.
Ester mi tira uno scapellotto.
- "ma sta zitto."
Rido, mentre le faccio piegare le gambe.
Le do un bacio sulla guancia, ed entro dentro di lei. Un ondata di piacere mi investe subito, Ester sospira, le sue braccia si irrigidiscono sulle mie spalle e mi tira i capelli con una mano. Lo prendo come un invito e muovo i fianchi.
Ester solleva le gambe e le intreccia intorno al mio corpo, muovendo a sua volta i fianchi verso di mei per andare più a fondo. Cominciamo a muoverci sincronizzati, finché l'aria si riempie dei nostri sospiri e gemiti, e del rumore dei nostri corpi che si uniscono.
Poso la fronte sulla sua, mentre sento il piacere aumentare e vedo la sua espressione farsi più beata. Ha gli occhi chiusi, le sopracciglia leggermente aggrottate.
- "Ester." Ansimo.
Lei apre gli occhi.
- "Ester." Ripeto. Spingo dentro di lei.
- "cosa?" ansima lei.
- "il tuo nome." Gemo. "Mi piace da morire." Do un colpo di fianchi ed entrambi veniamo, investiti da ondate di piacere fortissime.
Le do un bacio sulla fronte, esco da lei e mi alzo dal letto.
Raccolgo l'asciugamano da terra.
- "forse conviene darti un asciugatina."
Ester ride:
- "sei un idiota."
Mi sporgo verso di lei la bacio. Continuo a baciarla per un tempo che mi pare eterno, che vorrei non finisse mai.
- "no, sono dolce e premuroso." sussurro.
Ester mi da una spinta e io barcollo indietro, ridendo. Poi entro in bagno, mi do una ripulita e mi rimetto i pantaloni.
Quando esco dal bagno Ester è in pigiama, sotto le coperte, con un libro in mano, intenta a leggere alla luce di una piccola lampada.
- "non credevo sapessi leggere." Dico, sdraiandomi accanto a lei.
- "ha-ha." Volta la pagina.
Poso la testa sul suo cuscino, accostando il viso al suo orecchio.
- "vuoi che me ne vada, adesso?" Chiedo.
Ester volta un altra pagina, impassibile.
- "non particolarmente."
Le sfioro la guancia con il naso, e la circondo con un braccio.
- "buonanotte."
Neanche questa volta risponde.
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All the lines she crosses 1- on my own
Action"Non amare, non temere, segui gli ordini". Questo è il vangelo di ogni agente segreto. Per quanto la situazione sembri disperata, attenersi sempre agli ordini. Ma per Ester Barbossa non è così facile. Soprattutto se gli ordini dicono che non sei abb...