Capitolo tredicesimo, parte due

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POV di Ester
Ho mancato il canestro. Per qualche motivo indefinito.
Era un tiro semplicissimo, forse non è stata la gravità ma sono stata io a voler sbagliare...una qualche recondita parte di me.
Parker fa un fischio.
- "ahia!" Esclama. "Mi sa tanto che ti tocca rispondere alla mia domanda...o togliere qualcosa."
Sorrido.
- "fa la tua domanda."
Parker mi guarda con sospetto.
- "vediamo...quante relazioni hai avuto fin ora?"
Roteo gli occhi.
- "sei banale!" Esclamo, gettando le braccia in aria. Una parte di me spera che cambi domanda.
Parker ride.
- "sarà banale ma voglio una risposta."
Sospiro.
- "prarticamente zero. Mai nulla di serio."
Parker annuisce.
- "non amare" cita, comprensivo.
Magari fosse per quello...
- "va bene!" Esclama. "Tocca a me."
Inutile dire che a sua volta sbaglia il canestro, dandomi la possibilità di fargli la stessa domanda.
La risposta è cinque. Cinque.
La cosa mi mette in immediato disagio ma non lo do a vedere.
Nel giro di sei turni ho risposto a tutte le domande e sono rimasta con i pantaloni, Parker invece non ha voluto rispondere a "chi è l'ex con cui hai un rapporto peggiore e perché?" Perdendo così i pantaloni.
Non mi dispiace per niente.
- "rimani concentrata." Mi intima Parker, prendendomi in giro.
Lo supero con una spallata.
-" sei tu intanto quello che è rimasto senza pantaloni."
Parker mi si avvicina, prendendomi i gomiti come in un abbraccio.
- "non hai paura di rispondere a nessuna domanda tu eh?" Chiede.
- "io non ho paura di niente."
Per qualche motivo, lascio cadere a terra la palla che tenevo tra le braccia, eliminando l'ostacolo tra di noi, e gli passo le braccia intorno al collo.
- "ho una domanda." Sussurro.
Parker annuisce.
- "vuoi baciarmi?" Chiedo.
Parker sorride e mi bacia, stringendomi la vita, avvicinandomi a sé.
In quel momento mi torna in mente che siamo mezzi nudi e mi viene da ridere.
Parker si stacca
- "anche io ho una domanda." Dice, affiatato.
Annuisco.
- "vuoi metterti con me?"chiede.
Ridacchio.
- "se non vuoi rispondere puoi sempre..." Parker fa scorrerete le dita sull'elastico dei miei pantaloni della tuta.
Prendo fiato per parlare ma vengo interrotta da una voce dietro di me.
- "Ester?!"
Merda. Avrei dovuto chiudere a chiave la porta.

POV di Caleb
Mi era stato chiesto di presiedere ad un'esame questo pomeriggio, la cosa mi aveva reso anche piuttosto contento: la mia carica da istruttore andava rafforzandosi.
Certo, non mi aspettavo di ritrovarmi davanti Ester in procinto di concepire un figlio all'interno della sala esami.
- "Ester?!" Mi sfugge dalla bocca come una cosa a metà tra un rimprovero ed un esclamazione.
Ester si volta verso di me e stringe gli occhi, sta sicuramente imprecando in silenzio.
Il mio primo pensiero è: chi cazzo è quello stronzo che le sta addosso?!
Il secondo: perché sono a piedi nudi?
Si è seriamente messa con un feticista?
Faccio risalire lo sguardo dai piedi di Ester ai suoi occhi.
- "ma che cazzo state facendo?"
Non sono geloso. È solo che non mi piace si celebrino rituali riproduttivi in un luogo publico. Con una mia allieva poi!
- "coglievamo i fiori!" Risponde Ester, sarcastica.
Prende la mano del biondino che nel frattempo si è rimesso i pantaloni.
- "non preoccuparti, ce ne andiamo." Rimango a guardarli allibito mentre raccolgono i loro vestiti, e calzini.
Mi riscuoto e noto che la maglietta di Ester è poco davanti al mio piede.
Con un passo decisamente allungato la blocco sotto la scarpa, proprio mentre lei si china per raccoglierla.
Mi appoggio con l'avambraccio sul ginocchio piegato.
- "tu non vai da nessuna parte." Dico, cercando di sembrare il più possibile strafottente e non arrabbiato.
Ester si raddrizza.
- "scusami?"
Mi chino e prendo tra le mani la maglietta.
- "mi hai sentito perfettamente."
Il biondino le posa una mano sulla spalla con fare protettivo.
Ester stringe appena le labbra.
So che ha l'impulso di scrollarselo via di dosso, perché so che odia che gli altri tentino di proteggerla.
Mi scappa un sorriso.
- "scusa biondino." Lo apostrofo. "Ma devo parlare con la mia allieva."
Il biondino sgrana un poco gli occhi.
È già. Sono un tuo superiore coccobello.
Coccobello abbassa il capo in segno di assenso, poi schiocca un bacio sulla guancia di Ester, sussurrandole qualcosa all'orecchio.
Sicuramente una qualche fantasia riguardante piedi.
Poi si dirige finalmente verso l'uscita della palestra.
- "seriamente?" Chiedo, beffardo. "La tua carenza di gusto nella scelta dei ragazzi mi sta facendo preoccupare, novellina."
Ormai coccobello dovrebbe essere arrivato all'uscita.
Ester mi fissa negli occhi con una calma a dir poco terrorizzante, prima di spostare lo sguardo dietro di me ed urlare:
- "PARKER?"
Volto la testa per vedere che coccobello ci sta guardando...la sta guardando.
- "è un sì." Conclude Ester.
Coccobello sorride come se avesse vinto alla lotteria e le fa un occhiolino.
- "ci vediamo dopo."
Quando sparisce definitivamente dal mio campo visivo l unica cosa che mi viene in mente di dire è:
- "è un feticista."
Ester si avvicina a me e mi tira uno schiaffo.
Ah! Ecco la rabbia che conosco.
- "smettila!" Esclama.
- "di fare cosa?" Chiedo divertito.
- "di piombare a caso nelle situazioni più inopportune e..." fa un verso che mi ricorda molto un incrocio tra una mucca ed un elefante, entrambi molto scazzati.
- "perché devi essere sempre così...proprio quando cominciavi a-" si blocca. "Sai cosa? Lasciamo perdere. Sei una causa persa."
- "cominciavo a cosa?"chiedo avvicinandomi.
- "non ha importanza. Ti sei giocato la tua carta."
Oh, quindi avevo una carta.
Faccio scorrere lo sguardo dalle sue gambe ai suoi occhi.
- "sei sicura?"
- "fanculo."
Fa per superarmi ma la blocco per un braccio.
- "ho ancora la tua maglietta." Le ricordo.
- "tienitela!" Sbotta lei. "Non mi disturba girare mezza nuda!"
Cerco di non ridere.
- "va bene, fa come vuoi." Dico, lasciandole il braccio. "Non so se il tuo coccobello feticistello approverebbe."
- "si chiama Parker. E non è un feticista." Ringhia. "Non mi metterei con un feticista." Aggiunge poi.
Impiego qualche secondo a metabolizzare le sue parole.
- "aspetta, state davvero insieme?"
- " no, per scherzo!" Risponde lei.
- "Ester sono piuttosto sicuro che lui sia uno degli exchange student...lo conoscerai si e no da un giorno."
- "che ne sai di lui?" Chiede.
- "è un nuovo membro nelle classi, essendo un istruttore ne sono informato, ma non è questo il punto." Mi avvicino a lei. "Non puoi metterti con uno che nemmeno conosci."
Ester fa un verso sprezzante.
- "lo conosco meglio di quanto conosco te."
Sorrido, canzonatorio.
- "infatti non ci siamo messi insieme."
Ester apre, poi chiude la bocca. Infine ci rinuncia e mi offre un dito medio, uscendo dalla palestra senza scarpe, senza maglietta, e senza aggiungere una parola.

All the lines she crosses 1- on my ownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora