Capitolo terzo

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Raccolgo la sbobba che ci hanno rifilato per pranzo con il cucchiaio per poi lasciarla ricadere nel piatto con una smorfia di disgusto.
- "Caleb Angeli ti fa da allenatore?" Mi sta chiedendo Tina.
La vedo un po troppo interessata all argomento, poco ci manca che gli occhi le diventino rosa con i cuoricini.
Annuisco, mentre lei prende ad arrotolarsi una ciocca di cortissimi capelli fuxia attorno al dito con aria trasognata.
- "Me lo farei, mamma come me lo farei." Sospira Brigitta, gli occhi fissi dentro al piatto di sbobba che rigira senza sosta.
Storco il naso.
- "secondo me ha un kink di menare." Dico, spostando lo sguardo sull'enorme mensa, cercando qualcosa di degno della mia attenzione tra i tavoli di legno ammassati e i vassoi colorati. Riporto l'attenzione sulle mie interlocutrici.
Tina ride, mentre Brigitta arriccia le labbra in una smorfia scioccata.
Potrei definire Brigitta e Tina due amiche, anche se so che il nostro legame esiste solo perché siamo nella stessa classe di allenamento... o meglio eravamo, adesso faccio con loro solo tre ore di allenamento alla settimana, quelle con Monica.
Tina e Brigitta  sono l'una l'opposto dell'altra: Brigitta ha gli occhi verde vetro e i capelli biondi e voluminosi, ha un fisico che farebbe invidia alle modelle di victoria secret e trecento buchi alle orecchie. Tina invece ha la pelle scura ed il viso più grazioso che io abbia mai visto, ha gli occhi marroni e i capelli di un fuxia eclatante. Porta sempre le unghie lunghe, che per qualche motivo non le si spezzano nonostante tutto l'allenamento che fa, ed ha un piercing all'ombelico che si è fatta da sola con un ago e del ghiaccio a 10 anni, c'è un pettegolezzo che abbia anche un tatuaggio in mezzo alle tette... io non stento a crederci.
- "onestamente". Dice Tina, sporgendosi sul tavolo. "Non mi dispiacerebbe essere menata da lui."
- "Nemmeno a me!" Esclama Brigitta. Mi dà inavvertitamente un colpo sul braccio. "Ester, tu ti sei fatta picchiare da lui".
- "Sì, ma-"
- "Andiamo Ester non essere egoista, raccontaci i dettagli!" Lagna Brigitta, stritolandomi il braccio.
- "Vi assicuro che essere picchiare da lui è brutto quanto essere picchiati da chiunque altro". dico.
- "Tu limitati a raccontare!" Intima Tina.
Sto per ribadire la mia posizione, ma poi riconsidero: queste due sembrano morte di sete, perché non inserire qualche dettaglio interessante nella loro vita monotona?
Sorrido e mi protendo avanti, come se stessi per svelare loro il segreto dell'eterna giovinezza o chessò io.
- "mi ha fatta correre." Comincio a dire.
Brigitta comincia già a farsi aria con una mano.
- "poi," proseguo. "mi ha chiesto, anzi no, ordinato di levarmi la maglietta, con il pretesto che era larga e mi rallentava."
Brigitta soffoca un urletto mentre Tina adocchia il mio pigiama.
- "eri vestita così?" chiede.
- "si."
- "sembra un pigiama".
- "lo è."
- "basta parlare di pigiami! continua a raccontarci di LUI!" ci interrompe Brigitta.
Cerco di non ridere: come possono trovare attraente un uomo che dà loro degli ordini e le, beh presumibilmente, mena?
- "dopo di ché,"continuo, sorridendo divertita. "mi ha sbattuta a terra! Senza preavviso!" Entrambe sussultano.
- "Romantico." Sospira Brigitta.
- "Focoso." Corregge Tina.
Stringo le labbra per non scoppiare a ridere.
- "a quel punto, ci siamo lanciati in un acceso corpo a corpo." È sbava quella sulla bocca di Brigitta? "E lui era molto bravo". No, è solo lucidalabbra. "Tutto quello che mi diceva conteneva un...significato velato...e molto zozzo, già"
- "Combattere con lui è davvero come fare sesso." Mormora Tina.
- "Che uomo". Sospira Brigitta.
Ma quella ragazza sospira sempre?
- "in poche parole"continuo. "è stato..." le due ragazze si protendono verso di me, sulle spine. "È stato orribile!" esclamo,  scoppiando finalmente a ridere. "Dovreste vedere le vostre facce! Cosa vi aspettavate? Amore sul campo di battaglia?" Continuo a ridere.
- "Non credevo che allenarti con me ti avesse risvegliato così tante sensazioni." Dice qualcuno alle mie spalle.
Cazzo.
Cazzo cazo cazo cazzo cazzo!
Posso dire cazzo ancora una volta? Cazzo!
Mi giro con tutta la calma del mondo.
Caleb sembra davvero molto divertito.
- "una ragazza fa quello che può per intrattenere chi la ascolta." Dico con noncuranza.
- "O per intrattenersi".
Questo sì che era un doppiosenso zozzo.
- "non darti arie." Sbuffo.
- "No, dattene quante ne vuoi!" Esclama Tina.
- "Tina!" La rimprovera brigitta.
Caleb si limita ad ammiccare prima di voltarsi e camminare verso l'uscita della mensa.
Spero che la sbobba della mensa sia davvero radioattiva, e che mangiandola io possa morire senza troppo dolore.
- "sai." Comincia a dire Tina, appena Caleb non è più a portata di orecchi. "Credo che anche a lui piacerebbe fare sesso con te."
- "Può scordarselo!" Esclamo. Vedo Luke sedersi ad un tavolo gremito di ragazzi con la coda dell'occhio e colgo l'occasione di darmela a gambe.
- "Ora perdonatemi signore, ma devo raggiungere Luke." Dico alzandomi.
- "Ecco perché insisti tanto a rifiutare Caleb." Brontola Brigitta.
Non sento il rimprovero che le rivolge Tina mentre mi dirigo spedita verso il tavolo del mio migliore amico.
Raggiungo Luke e gli poso una mano sulla spalla. Lui alza la testa e mi sorride, troppo preso dalla conversazione che sta avendo con un suo amico. Mi mette una mano intorno alla vita e io mi siedo in grembo.
- "come va, Ester?" Chiede un ragazzo seduto accanto a Luke, sporgendosi verso di me con aria ammiccante.
- "Dacci un taglio, Liam." Esclamo, spingendolo indietro.
- "È vero che dopo l'ultima stronzata che hai fatto Hannes ti ha presa a sculacciate?" Mi urla qualcun altro.
Sento Luke irrigidirsi. Non so chi ha parlato, ma se lo trovo gli strappo fino all'ultimo capello.
- "è vero che hai così tanta paura di me da non farti vedere?" chiedo con noncuranza.
Il braccio di Luke si stringe un po' sulla mia vita.
- "Ester..."
- "Lasciami fare". Sussurro. "Allora?" Riprendo a voce alta. "Ci sei? O hai paura di farti sculacciare?"
L'intero tavolo esplode in una risata.
Un ragazzino magro, biondo, circa sui tredici anni, si alza.
- "capisco la paura." Dico.
Un coro generale accoglie la mia affermazione.
- "io non ho paura però." Un ragazzo molto massiccio si affianca al primo. È praticamente la versione grossa di lui, chiaramente il fratello.
- "Vuoi proteggere le tue chiappe Barbossa?" Chiede.
- "Perché non vai a fanculo, Greg?" Grida Luke.
- "Stanne fuori, Luke!" Risponde il ragazzone.
- "Ha ragione." Intervengo io. "Non intrometterti Luke, le mie chiappe devono insegnare a questo bimbo minchia a comportarsi". Un altro coro generale, Mi alzo. "Mani nude, proprio qui, proprio ora"Annuncio, scostandomi dal tavolo.
I ragazzi seduti iniziano a sbattere le mani sul tavolo, seguiti da quelli vicini: la rissa è ufficiale.
Greg sorride e mi carica.
Io salto su un tavolo quasi vuoto per evitarlo, poi gli tiro un pugno sulla nuca, destabilizzandolo. La mia vittoria è però di corta durata, perché Greg si volta con sorprendente velocità e mi afferra la caviglia, tirandomi giù dal tavolo. Sbatto la testa su un piatto di porcellana che, fortunatamente, era vuoto e non pieno di sbobba e urto il braccio sinistro sul bordo del tavolo.
Merda.
Mi metto rapidamente a sedere e gli rompo un piatto in testa, poi, ignorando il dolore come meglio posso, rotolo via.
Riesco a rialzarmi, menando calci e pugni disordinati, ma non riesco a concentrarmi, né a studiare le sue mosse. Le fitte di dolore che mi attraversano il lato sinistro mi deconcentrano: non mi sono ancora completamente ripresa dai colpi inflitti da Caleb e da Hannes.
Incasso un pugno sullo zigomo e perdo l'equilibrio, finendo a terra. Greg mi si avvicina.
Ecco fatto.
Qualcosa blocca il calcio di Greg, diretto alla mia faccia.
Alzo gli occhi.
È Caleb.
- "sei in un mare di guai, novellina."
Rimerda!

All the lines she crosses 1- on my ownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora