65. La Guerra: Maledizione.

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|| Venerdì 10 luglio 1981 ||

L'ufficio era sempre particolarmente silenzioso nel periodo estivo.

Niente carte da sistemare, elenchi da passare in rassegna.

Gli unici rumori occasionali erano provocati dagli spostamenti di Fawkes, di tanto in tanto.

Ma non oggi.
Albus continuava a spostare gli oggetti nel suo ufficio. Ossessivamente.

Stava cercando disperatamente di distrarsi.

Il baule contenente gli Horcrux e i denti di Basilisco giaceva aperto nel mezzo della stanza circolare.

Sapeva che sarebbe stata una cattiva idea.
Lo sapeva, accidenti.

Ma la curiosità prese il sopravvento, e Albus si ritrovò chino sul baule, in cerca dell'Anello di Marvolo.

Lo posò al centro della scrivania, riflettendo.

Conosceva fin dall'inizio la vera natura di quell'anello, ma in qualche modo, era riuscito a tenersene distante.

Aveva conosciuto la storia dei Doni della Morte, ed era certo di trovarsene uno proprio davanti agli occhi.

Il Mantello. La Bacchetta.
La pietra della resurrezione.

Ovviamente, conosceva anche la sorte del povero Cadmus Peverell, che aveva usato la pietra per rivedere la sua defunta moglie e si era successivamente suicidato, troppo disperato per restare senza di lei.

Ma Albus sapeva controllare le sue emozioni.
Sarebbe stato in grado di imbottigliarle e metterle da parte, se quello avesse significato rivedere, anche solo per poco, la sua amata sorella.

Da quando Ariana era morta, aveva sempre desiderato di aver avuto la possibilità di chiederle perdono, prima di perderla per sempre.

E ora ce l'aveva.

Con i nervi delle mani insolitamente tesi, afferrò l'anello di Gaunt, e tornò a sedersi dietro la sua scrivania.

Lo osservò attentamente, con il respiro pesante del vecchio quale era, mentre se lo rigirava tra le dita.

"Ariana, Ariana..." mormorò, con un filo di voce, mentre faceva scivolare l'anello sull'indice della mano sinistra.

****

"Silente?"
"Si svegli, signore."
"Apra gli occhi."

Quando le sue palpebre pesanti riuscirono ad aprirsi, tutto ciò che Albus vide fu il volto oscuro di Severus Piton, e la sagoma familiare della sua amata Fawkes, appollaiata accanto a lui sul letto dell'infermeria.

"Maledizione." mormorò, socchiudendo di nuovo gli occhi, e lasciandosi scappare una piccola risata.

"Silente, lei ha appena rischiato di morire, e tutto ciò che le viene in mente di fare... è ridere?"

Severus era sempre stato bravo a rendere le persone ridicole per ogni loro mossa.

"È stata una Maledizione, non è vero?" chiese, ignorandolo.

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