21. I Ricordi: Riunione di Mezzanotte.

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Dopo alcune ore passate in biblioteca, i cinque ragazzi si separarono.

James, Sirius e Peter si diressero in campo per gli allenamenti, e Remus si alzò con l'intento di salire nel suo dormitorio per iniziare i compiti, ma Ellie pensò bene di seguirlo.

Restarono in silenzio lungo il tragitto. Remus non sembrava essere in vena di fare conversazione con lei.

"Moony."

Lui la guardò di traverso.

Ellie non parlò subito, e lo guardò negli occhi mentre facevano alcuni passi prima di prendere coraggio.

"Mi dispiace." "Per essere sparita tutto questo tempo, senza alcuna spiegazione." ammise.

Remus annuì, ma Ellie sapeva che non era abbastanza.

"Remus."

Ellie si fermò in mezzo al corridoio, e dopo alcuni metri, Remus fece lo stesso, voltandosi verso di lei.

Si avvicinò a lui a grandi passi, e lo abbracciò.

Lo sentì sospirare profondamente, ma poi la avvolse con le braccia, e affondò il viso nella sua spalla, lasciandosi invadere dal suo profumo.

"Venerdì scorso sono restato sveglio per tutto il tempo." le disse.

Ellie sapeva che si stava riferendo alla mattina subito dopo la luna piena di aprile.

"Pensavo che alla fine ti saresti presentata. Pensavo che avrei sentito a momenti il letto spostarsi sotto il tuo peso e poi avrei visto il tuo sorriso sbocciare davanti ai miei occhi."

Fece una pausa, e sospirò di nuovo.
"Speravo che venissi da me."

"Ma io ho aspettato, e nessuno è arrivato."

Ellie avrebbe voluto mettersi a piangere, e sentì le gambe indebolirsi.

Remus si allontanò da lei, per guardarla negli occhi.
"James continuava a ripetere che prima o poi ti saresti riavvicinata, continuava a ricordare a Sirius di non arrabbiarsi troppo con te, perché non sapeva cosa stesse succedendo nella tua mente. Peter era d'accordo, diceva che magari stavi passando un brutto momento e avevi bisogno di pace."

"Ma io non capivo."
"Non capivo... perché mai non ne avessi parlato con me."

Lei restò in silenzio.

"Potevo capire perché non avessi detto niente a Sirius. Qualunque sia stato il tuo problema, lui la avrebbe presa sul ridere. Ma io... tu lo sai che io ti avrei ascoltata, Ellie."

"Mi dispiace."
"Dovevo schiarirmi le idee su alcune cose, Remus."

Lui respirò piano, concentrato sulle sue parole.
"E l'hai fatto?"

Ellie posò lo sguardo sulle sue labbra rosee.
Un solo piccolo gesto e tutte le cose avrebbero preso una piega diversa.

"Non lo so." "Ma adesso ho bisogno di voi." si allontanò, prima di commettere azioni avventate.

Gli prese la mano, ed entrambi si voltarono diretti verso la Torre.
"Dai, andiamo...avrei bisogno di un po' d'aiuto su Storia della Magia... non so proprio stata attenta in classe, in questo periodo."

|| Lunedì 10 maggio 1974 ||

"A che punto siete con la faccenda degli Animagus?" chiese Ellie, addentando una Cioccorana presa dallo scatolone nuovo.

Era notte fonda, i Malandrini avevano convocato una riunione straordinaria, e James l'aveva chiamata attraverso lo specchio di Sirius, - che Ellie teneva soltanto durante i mesi di scuola, per rendere le comunicazioni Grifondoro/Serpeverde più semplici -.

"Potrebbe andare meglio." Ammise Peter, sincero.

"Ci stiamo lavorando!" protestò Sirius.

"Ma non vedo alcun miglioramento..." gli ricordò Remus, sempre sincero.
"Ce la mettete tutta, è chiaro, ma forse c'è qualcosa che non va."

"A te invece?" le chiese James.

Ellie fece una smorfia.
"In realtà penso che dovrei tenermi fuori da questa cosa." disse.
"Insomma, è una faccenda che riguarda voi Malandrini, no? Non mi sono mai spinta oltre la teoria fino ad ora, perciò è inutile che continui a provare." spiegò.

Remus le lanciò uno sguardo.

La verità era, che i Malandrini si impegnavano moltissimo per raggiungere il loro obbiettivo, poiché quello sarebbe stato l'unico modo in cui Remus avrebbe permesso loro di aiutarlo durante le trasformazioni, mentre Ellie, chiaramente, non aveva più bisogno di questo per intrufolarsi nella Stramberga, soltanto che James, Sirius e Peter non ne erano al corrente.

James provò a ribattere, probabilmente provando a convincerla del contrario, ma Ellie tagliò corto.

"Allora, a cosa devo questa riunione straordinaria?"

Sirius sbocciò in un sorriso, ricordandosi del reale motivo per cui erano lì.

"Vorremmo ufficialmente presentarti l'epico scherzo di chiusura dell'anno 1973-1974." annunciò Sirius, fieramente.

Ellie si mise composta, pronta ad ascoltare.

Tutti gli studenti se lo sarebbero aspettato, ovviamente.

Era stata una tradizione, dal primo anno in cui i Malandrini si erano formati.

Un anno per un grande scherzo.
L'unico effetto sorpresa che rimaneva loro, ormai, era soltanto che gli studenti, i professori e Filch non sapevano quando avrebbero agito e chi avrebbero preso di mira quel giro.

"Avete la mia attenzione." Ellie sorrise a suo fratello, e annuì verso i Malandrini.

"Molto bene..." James sorrise, eccitato, e si voltò verso Remus.

Remus si appoggiò al muro vicino, con le braccia conserte, e la squadro dall'alto al basso.

Ellie si sentì percorrere da un brivido di gioia, perché conosceva il modo in cui il suo migliore amico si stava ponendo, appoggiato contro la pietra in modo enigmatico: stava per spiegare un piano.

Dopo aver ascoltato attentamente Ellie si rese conto che quello che Remus le aveva appena esposto, era un piano premeditato con un largo anticipo.

Quando si sdraiò nel suo letto, tornata nei sotterranei, si rese conto di aver assistito a piccoli spezzoni della preparazione del piano.

La gita di Hogsmeade. Il giro da Zonko. Le decine di sacchi di Caccabombe che James, Sirius, Remus e Peter avevano acquistato.
Il libro di Incantesimi Avanzati.

Ellie era convinta di sapere a cosa le Caccabombe sarebbero servite, quel giorno: i Malandrini facevano scorta per piccoli scherzi qua e la.

Ma la verità era totalmente diversa.

Era semplicemente geniale, e la sua ammirazione per le doti magiche di Remus crebbe ancora di più, quella notte.

Astuto. Efficiente. Remus Lupin.

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