ASHLIE
Appena l'incontro fu terminato, mi catapultai fuori e cercai di confondermi in mezzo agli altri.
Ero certa che Duncan mi avrebbe cercato, ansioso di conoscere il mio parere su quanto era stato stabilito e, forse, di ricevere la mia approvazione.
Come se ne avesse avuto bisogno!
Ero orgogliosa di lui e di come aveva gestito la riunione. Sembrava avere una risposta per tutto, come se stesse preparando quel piano da settimane; anche se io sapevo che molte idee dovevano essergli venute in mente quella sera stessa.
Era apparso sicuro di sé, rassicurante, calmo come se non fosse stato il nemico a imporci i suoi tempi, ma stessimo discutendo di come anticiparlo.
Anche nei rari casi in cui non aveva saputo proporre una soluzione, nessuno aveva saputo fare proposte migliori. Alla fine, perfino i più scettici si erano lasciati contagiare, spronati anche dall'entusiastico appoggio di Tossina, e l'intero gruppo aveva finito per cementarsi intorno al proprio leader, approvandone la linea di condotta.Io però non mi sentivo pronta a vederlo. Come talvolta mi capitava, ero in preda a emozioni contrastanti, che faticavo a comprendere, figuriamoci dominare. Non volevo ricadere nel circolo vizioso di elucubrazioni su come io fossi rimasta indietro rispetto a lui, e conoscevo un solo antidoto a quelle paranoie: l'azione.
L'ideale sarebbe stata una bella corsetta, ma qui non potevo disporre di un cortile recintato e sorvegliato, e fare jogging sul limitare della giungla d'erba sarebbe stato da incoscienti. Oltre all'ovvio problema di essere attaccata da qualche bestia feroce, non si poteva escludere a priori che il nemico avesse inviato delle unità di terra per scovarci.
Optai allora per un giretto a passo svelto all'interno del nostro quartier generale.
Grazie al contributo dei profughi, l'area si era ampliata parecchio. Anche se la riunione si era protratta fin nel cuore della notte, numerosi gruppi di soldati si erano attardati intorno ai bivacchi, chiacchierando e giocando a carte.
La volta della Cattedrale di Rovo era così fitta da consentirci di accendere quei fuochi senza timore di essere scorti dall'alto; il fumo, invece, che pur tendeva a formare una cappa densa in prossimità del soffitto, finiva comunque col filtrare tra i rami senza rischi.
Non avremmo potuto desiderare una sistemazione migliore per la Resistenza: l'intuizione del nostro comandante si era rivelata esatta.Pregai il Polline che fosse così anche per lo scontro che ci attendeva.
In molti mi salutavano, qualcuno si alzava perfino al mio passaggio.
La notizia che la battaglia decisiva si apprestava doveva ormai essere trapelata, eppure le emozioni dominanti sembravano essere allegria ed entusiasmo. Nell'osservare quella gente che rideva e scherzava, non potei fare a meno di provare una certa emozione, forse perfino un po' di commozione. Le Formiche non erano più la maggioranza, e in quei capannelli multietnici erano presenti anche Ragni, Idrometre, Farfalle... e perfino un paio di Onischi, nonostante la loro tendenza a fare gruppo soltanto tra loro.Ce l'avevamo fatta! Avevamo posto le basi per una comunità in cui tutti erano uguali ed erano disposti a collaborare per il raggiungimento di uno scopo comune.
Se solo non fosse stata necessaria una guerra per raggiungere quell'obiettivo!Al pensiero che molti di quei visi sorridenti sarebbero potuti scomparire di lì a un paio di giorni, sentii lo stomaco contrarsi e fui presa da un violento capogiro.
Vagando senza una meta precisa, forse con la speranza che l'euforia dei miei compagni potesse contagiarmi, mi ritrovai davanti all'improvvisato ring in cui le reclute si impratichivano nell'arte del combattimento. Mi sorpresi di trovarlo occupato a quell'ora della notte.
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Il dominio delle Api [COMPLETO]
AdventureIl popolo delle Api e quello delle Formiche sono di nuovo ai ferri corti, e la più piccola scintilla rischia di far divampare l'ennesimo conflitto. Ma l'amore non conosce confini, e sboccia tra l'aspirante pilota dell'Alveare Duncan e l'anticonformi...