L'uomo che mi guardava da dentro lo specchio non mi era familiare.
Intanto sembrava molto più vecchio, rispetto all'immagine che ricordavo di me. Poi era decisamente troppo elegante, con il completo nero, i polsini e la cravatta gialli, e il distintivo di sindaco.
Erano passati ormai quattro mesi dalla battaglia conclusiva.
Le Api avevano ubbidito alla regina e si erano ritirate.
I Governatori nominati da Winthrop erano stati deposti, le città liberate. L'Alveare si era scusato per quanto era successo, e si era fatto carico di buona parte sia della spesa che della manodopera necessarie a rimettere le cose a posto.
I responsabili della congiura erano stati arrestati e sottoposti a processo.Alveare e Formicaio avevano stretto un accordo di collaborazione, per riconvertire i propri impianti e cominciare a produrre elettricità in modo sostenibile. L'orizzonte temporale era piuttosto lontano ma, su suggerimento della mia fidanzata, era stata inclusa una clausola secondo la quale le due tribù avrebbero condiviso le informazioni sulle piante da cui attingevano, per evitare che dallo stesso esemplare venissero estratti sia il nettare che la linfa.
La fotografia in cui l'amministratore delegato del Formicaio e la regina dell'Alveare si davano la mano era rimbalzata su ogni organo di informazione e, di fatto, era già entrata nella storia.
L'onda di rinnovamento iniziata con la costituzione dell'Esercito dei Popoli Liberi non si era esaurita, come molti avevano pronosticato. Sotto la spinta di Ashlie, ma anche di molti altri, avevamo fondato una nuova città, nel bel mezzo dell'Immensità: Insecta.
Un luogo dove tutte le etnie avrebbero potuto convivere, ma soprattutto dove chiunque avrebbe potuto decidere da solo quale via seguire, senza che nessuno glielo imponesse.
Il progetto aveva richiamato migliaia di giovani di ogni cultura, che collaboravano tra loro nella costruzione.
La città non sarebbe assomigliata a nessuna già costruita. Infatti, stavamo scavando le unità abitative direttamente negli steli d'erba, abbattendone il meno possibile. Per alcune costruzioni, purtroppo, quali il tempio e il municipio, non eravamo riusciti a evitarlo, ma ad ogni modo l'attenzione a queste tematiche era alta come non mai.
I Ragni erano stati felici di condividere con noi il segreto delle loro tele piezoelettriche, che avevamo teso tra un filo d'erba e l'altro; da quel momento, pareva che tutte le tribù avessero fatto a gara, pur di poter dire di aver partecipato a quel piano grandioso.
Sulle foglie più grandi avevamo installato i pannelli fotosintetizzanti delle Idrometre che, avvertite della soluzione del conflitto tramite gli Onischi, avevano fatto ritorno al loro vecchio villaggio.
Le Farfalle ci fornivano corde e cavi in seta di Bruco, che usavamo in mille maniere diverse. Avevamo preparato dei campi per i miceti, e già si parlava di cercare uno spazio per Afidi e Acari da carne, per puntare all'indipendenza alimentare oltre che energetica.
Avevamo deciso che la città sarebbe stata governata da un sindaco eletto dagli abitanti.
Le votazioni si erano svolte circa tre settimane prima, e il risultato era stato un vero e proprio plebiscito: oltre i tre quarti della popolazione aveva scritto il mio nome sulla scheda, nonostante io non mi fossi nemmeno candidato.
Di fronte a una tale attestazione di fiducia, avevo finito per accettare. Inutile dire che tutto ciò aveva contribuito a sollevare ulteriormente la mia autostima.
Quel giorno si sarebbe celebrato il mio matrimonio, e Ash aveva trasformato l'evento in un capolavoro di diplomazia: tutti i capi delle altre tribù erano stati invitati, e per la prima volta nella storia sarebbero stati presenti contemporaneamente.
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Il dominio delle Api [COMPLETO]
AdventureIl popolo delle Api e quello delle Formiche sono di nuovo ai ferri corti, e la più piccola scintilla rischia di far divampare l'ennesimo conflitto. Ma l'amore non conosce confini, e sboccia tra l'aspirante pilota dell'Alveare Duncan e l'anticonformi...