ASHLIE
Mi ritrassi di scatto, come se quella scena fosse accaduta a pochi granelli (*) dal mio naso. Duncan mi aveva spiegato più volte quanto fosse facile che si verificasse una collisione, perché per dare spettacolo gli aerei si sfioravano quasi, e quanto esse potessero avere effetti disastrosi.
Mi sforzai di non lasciare briglia sciolta ai pensieri negativi; con un groppo alla gola ridussi lo zoom e puntai nuovamente il binocolo. La squadra aveva rotto la formazione e gli aerei si stavano disperdendo in ogni direzione; tuttavia non ero abbastanza esperta di simili eventi per capire se ciò facesse parte o meno dello spettacolo. Poi la zona posteriore di un Fuco si sgretolò, come un petalo appassito stropicciato tra le dita.
Non riuscii a trattenere un grido acuto, tanto di sorpresa quanto d'angoscia, al pensiero che potesse trattarsi del suo velivolo. Non gli staccai gli occhi di dosso mentre perdeva rapidamente quota; ricominciai a respirare solo quando vidi che aveva ripreso il controllo e mi resi conto che non correva più immediato pericolo, pur continuando a scendere.
Puntai allora il mio strumento a destra e sinistra come una pazza: il cielo era diventato un fuggi fuggi generale e non sapevo chi seguire. Cercai disperatamente qualche segnale che potesse rivelarmi la sua posizione, ma gli apparecchi erano tutti identici e si muovevano troppo rapidamente perché potessi riconoscerne lo stile... Ammesso che ne avesse uno, cosa di cui non ero affatto certa.
«C'è qualcuno lassù?»
Ero talmente assorta che ci misi un attimo a realizzare che la voce era reale.
«Ehi, tu!» gridò ancora lo sconosciuto, con un tono che non prometteva niente di buono. Lasciai andare i petali affinché mi nascondessero alla vista, disfacendo il mio giaciglio, e cominciai a ritrarmi lentamente verso il centro del fiore.
«I girasoli di questa zona sono proprietà della colonia!» disse un'altra voce «scendi subito!»
«O ti facciamo scendere noi!» Concluse quello che aveva parlato per primo.
Ero nei guai... E guai grossi! L'illusione di uscire di nascosto e farla franca si era appena dissolta, come il posteriore del Fuco di poco prima.
«Abbiamo poca pazienza e molti dardi!» mi avvertì uno dei miei ospiti inattesi, e perfino da quell'altezza riuscii a distinguere l'inconfondibile suono di una balestra che veniva caricata.
O l'avevo solo immaginato?In ogni caso, il tempo degli inganni era finito.
«Vengo dal Formicaio!» gridai, senza poter mascherare la paura.
«Non tirate! Sono una Formica!» Mi sporsi di nuovo dalla corolla, in modo che, nonostante la distanza, i due soldati potessero distinguere i miei lineamenti e il mio abbigliamento. Si guardarono l'un l'altro, sbalorditi: evidentemente, l'eventualità di un membro della colonia non autorizzato su un girasole non era contemplata, nemmeno remotamente.«Scendi subito!» Mi intimarono, appena si riebbero.
Sentii tremare le gambe all'idea di calarmi giù su quei minuscoli rampini. Ma del resto avrei dovuto farlo comunque, prima o poi, quindi...
Assicurai l'uncino al bordo del fiore e, sporgendo una gamba all'esterno, cominciai a cercare un punto buono per agganciare anche il secondo.
«Ma che fai! Sei impazzita?» gridò una delle guardie.
«Questa non ci sta con la testa!» esclamò il suo compagno, picchiettandosi il cappello con un dito.
Nonostante la situazione, mi sentii offesa. «Ma se mi avete ordinato voi di scendere!» sbottai, piccata.
«Di scendere, mica di suicidarti!»
«Ma! Veramente, io...» balbettai.«Smettila di farci perdere tempo! Fa il giro e usa la scala, idiota!»
***
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Il dominio delle Api [COMPLETO]
AdventureIl popolo delle Api e quello delle Formiche sono di nuovo ai ferri corti, e la più piccola scintilla rischia di far divampare l'ennesimo conflitto. Ma l'amore non conosce confini, e sboccia tra l'aspirante pilota dell'Alveare Duncan e l'anticonformi...