ASHLIE
Duncan mi aveva fatto imparare il tragitto a memoria, ma se anche così non fosse stato, non avrei avuto comunque difficoltà: appena ci immettemmo nel corridoio principale, ci trovammo davanti un pannello che indicava la nostra posizione attuale, tutte le uscite e la strada da seguire per raggiungere i piani inferiori. Ad ogni biforcazione, c'erano cartelli che ci guidavano, e perfino le scale erano identificate da un segnale.
Secondo il nostro comandante, quasi nessuno le utilizzava, ragion per cui le avevamo preferite agli ascensori. Stando alle nostre informazioni, la regina era confinata nei propri appartamenti, al settimo livello.
Preso un profondo respiro, spalancai la porta che separava la tromba delle scale dal corridoio principale, e feci irruzione, subito imitata dai miei compagni.Non eravamo ancora usciti tutti, però, che un nemico sbucò da un andito. Stava armeggiando con il suo dispositivo portatile, e non si accorse di noi finché non fu a meno di tre Steli. A quel punto sgranò gli occhi e spalancò la bocca. Alle mie spalle, i miei compagni imbracciarono le armi.
Il nuovo arrivato non era un soldato: indossava abiti civili e sembrava paralizzato dal terrore.
In quel momento mi sentii simile a lui: anche io ero piena di paura, anche se cercavo di far sembrare di avere la situazione sotto controllo.
«Non vogliamo farti del male.» mormorai, cercando di assumere un tono il più possibile rassicurante e, al contempo, allargando le braccia per tranquillizzare le mie truppe e tenerle a freno. «Se ci aiuti, ti prometto che poi ti lasceremo andare per la tua strada!»
Il poveretto alzò le mani in segno di resa e indietreggiò, in silenzio, camminando a ritroso fino a trovarsi quasi con le spalle al muro.
«So che potrebbe essere difficile da credere per te, ma noi siamo dalla tua parte!» proseguii.
Sempre senza dire una parola, con uno scatto repentino l'uomo stese il braccio e premette un pulsante rosso incastonato nella parete, che io non avevo notato. Gli schiocchi secchi delle nuove cerbottane rimbombarono nel corridoio, e almeno tre dardi raggiunsero il malcapitato, che si irrigidì e cadde, congelato nella posa che aveva assunto per azionare il dispositivo, come una statua spinta giù dal proprio piedistallo.
Il suono acuto e gracchiante di una sirena ci ferì le orecchie, accompagnato da una voce registrata che continuava a ripetere: "Emergenza all'anello sette! Emergenza all'anello sette!"
Mi voltai con aria colpevole, cercando Lin-Yu con lo sguardo, ma quella si strinse nelle spalle e sbraitò, cercando di farsi udire sopra quel frastuono: «Non è il momento per le recriminazioni! Dobbiamo andare avanti!»
Attraversammo correndo a perdifiato quei meandri sconosciuti, seguendo con fiducia le frecce per i "reali alloggi di Sua maestà".
Pensai che, in caso di invasione, sarebbe stato utile segnare un falso percorso per intrappolare i nemici, ma per fortuna io non ero un'Ape, e non comprendevo appieno la loro necessità di ordine. Nel Formicaio era l'opposto: era facile perdersi nei corridoi tutti uguali, o scambiare una anonima porta con un'altra, anche per chi ci era nato.Ad ogni modo, era probabile che, per i nostri avversari, l'eventualità di un attacco che ne penetrasse le difese a tal punto dovesse essere tanto inconcepibile, da non avergli nemmeno fatto prendere in considerazione la questione.
Come il luogo in cui ero cresciuta, anche quello in cui ci trovavamo era una vera e propria metropoli al coperto, con le sue strade, i suoi negozi, le scorciatoie meno conosciute e i luoghi nascosti. Proprio da uno di questi sbucò una pattuglia: spada in mano, si lanciarono contro di noi, urlando come matti.
I nostri tiratori si portarono in prima linea, si disposero lungo due file, una delle quali in ginocchio, e cominciarono a sparare. I difensori vennero sbaragliati in un istante: la loro carica venne arrestata da una pioggia di dardi e quando, dopo un istante di smarrimento, ripiegarono in un ritirata disordinata, i nostri completarono l'opera.
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Il dominio delle Api [COMPLETO]
AdventureIl popolo delle Api e quello delle Formiche sono di nuovo ai ferri corti, e la più piccola scintilla rischia di far divampare l'ennesimo conflitto. Ma l'amore non conosce confini, e sboccia tra l'aspirante pilota dell'Alveare Duncan e l'anticonformi...