4 - storm surfing

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John B mi abbracciava mentre dormiva, io stavo fissando il soffitto senza possibilità di addormentarmi. Eppure avevo fumato tantissimo, assurdo che non mi fosse venuto sonno. Girai la testa a guardare il mio "amico" dormire abbracciato a me. Era così bello. Eppure non riuscivo a scacciare il pensiero di quel sogno dalla mia testa. Sbuffai, poi mi alzai lentamente per non svegliare JB.

Afferrai le mie air pods e il mio telefono, poi camminai molto delicatamente verso l'uscita, stavolta per non svegliare JJ. Afferrai anche una felpa a caso che trovai su una sedia al buio, me la misi addosso, poi uscii. Non prima di aver dato uno sguardo al mio "amico" che dormiva beato, proprio come l'altra sera. Sembrava quasi sopportabile a vederlo così. La sua espressione era rilassata. Mi affrettai ad uscire quando lo vidi rigirarsi.

Venni subito colpita dall'aria fresca della sera quando misi piede fuori, poi andai a stendermi sull'amaca, come facevo sempre quando volevo rilassarmi. C'era un bel venticello, anche se era buio pesto se non per la poca luce delle stelle e della luna piena. Non accesi nemmeno le lucine sugli alberi. Restai semplicemente lì a bearmi dell'atmosfera un po' creepy, come piaceva a me.
Aprii spotify, poi scelsi una canzone e chiusi gli occhi nella speranza di addormentarmi, magari.

La pace durò poco, perché saltai per aria quasi quando mi sentii toccare una spalla.
"Porca troia, JJ" dissi togliendomi una cuffietta e mettendomi una mano sul petto.
"Sì, me lo dicono spesso" rispose sorridendomi. Lo guardai malissimo, stavo per morire d'infarto. Immaginatevi essere al buio di notte fuori e sentirvi toccare all'improvviso.
"Quella è la mia felpa?" chiese guardandomi.

Ovviamente, tra tutte le felpe sparse in giro proprio la sua dovevo beccare. Lo guardai per un paio di secondi, poi feci per togliermela per potergliela ridare.
"No" mi fermò.
"Tienila" aggiunse sedendosi accanto alle mie gambe. Mi sentivo strana ora sapendo che era la sua. Non saprei dirvi in che modo. Ora che ci facevo caso, aveva il suo odore.

"Cosa fai sveglio?" gli chiesi io mentre i battiti del mio cuore ritornavano normali. O quasi.
"E tu cosa fai sveglia?" chiese prendendomi la cuffietta che avevo in mano e portandosela all'orecchio.
Seguì qualche secondo di silenzio.

"Twin Flame" disse riconoscendo il titolo della canzone.

"... sì. È una delle mie preferite" risposi. Lui fece un sorrisino guardando verso il basso.
"La adoro" disse.
Non mi stupiva, a dire il vero. Io e JJ avevamo più cose in comune di quanto non volessimo ammettere. A cominciare dal volersi estraniare dalla realtà che ci circondava, motivo per cui eravamo quasi sempre e strafatti.

Poi c'era la rabbia, due teste calde per definizione. In questo io forse ero peggio di lui. La rabbia mi controllava, lo aveva sempre fatto. Lui invece era presa della sua impulsività. Poi c'era la testardaggine, tra i due non so chi fosse peggio. Entrambi avevamo sofferto e soffrivamo, ed entrambi ci saremmo tolti il cuore dal petto per le persone a cui tenevamo. E questo non ce l'eravamo mai detto, lo avevo imparato solo osservandoci.

Restammo lì in silenzio ad ascoltare quella canzone, mezzi stesi sull'amaca uno di fronte all'altro. Le nostre gambe si sfiorarono anche, per sbaglio.

"Posso dirti una cosa?" mi chiese facendosi serio quando finì la canzone. Chiusi spotify.
Annuii. Anche JJ si tolse la cuffietta e me la restituì.
"Nella tua camera ... non ci sono foto con tuo padre" disse. Mi irrigidii subito. Non capivo perché me ne parlasse, sapeva benissimo che mio padre era morto. E che io ero estremamente sensibile alla cosa. E con sensibile intendo che lo avevo elaborato male, a furia di stupide azioni e di droghe. Droghe che mi avevano messa in situazioni non proprio piacevoli.

Feci per alzarmi per andarmene dentro, non avrei parlato di questo. E sicuramente non con lui.
"No, ferma, mi dispiace" disse afferrandomi un polso.
"Scusa se te l'ho chiesto" sembrava davvero dispiaciuto, glielo leggevo in faccia.
"È tutto ok. Ma voglio comunque andare a dormire" non potevo restare lì un secondo di più.
"Juliet"
"Buonanotte" conclusi liberandomi dalla sua presa e tornando dentro. Ancora più nervosa di quando ero uscita.

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