The Madhatter

13 - romeo and juliet

Dopo esserci riscaldati ed asciugati, io, JJ e Mason ci sedemmo sul divano con delle tazze di tè caldo. La tempesta non si era fermata e le luci di tanto in tanto sfarfallavano. Entrambi stavano aspettando una spiegazione.

"Ti ho cercato per un po', era difficile vedere con le onde così alte. Quando ti ho trovato eri privo di sensi sulla tavola, mi sono fatta prendere dal panico e mi sono tuffata senza il salvagente. A quel punto le onde mi hanno sbattuta contro la barca, è stato un casino quando ho sbattuto la testa" spiegai. JJ mi osservava immaginandosi la scena, glielo potevo leggere in faccia.

"Trascinarti sulla barca è stata un'odissea, ma alla fine ci sono riuscita. Poi ho provato a svegliarti per i successivi cinque minuti, almeno. E il resto ... lo sai" conclusi.

"Tu sei fuori di testa" mi disse mio fratello.
"Hai idea di quello che poteva succedere? Di quanto tu sia stata irresponsabile?"
Non feci in tempo a rispondergli perché squillò il suo cellulare, era tornata la linea a quanto pareva.
"È la mamma" disse guardandomi.
"Mason, non una parola" mi raccomandai. Lui mi guardò scuotendo la testa, poi sparì in cucina per risponderle.

"Cazzo se fa male" mi lamentai mettendomi una mano sulle costole quando mi sistemavo meglio sul divano.
"Già, ne ho uno anche io, vedi?" mi fece notare alzandosi la maglietta e mettendo in risalto la sua V.
"Sì, lo avevo visto prima"
"Giusto, sei sempre lì a fissarmi" rispose lui sorridendo.
"Non farmi rimpiangere di non averti lasciato ad affogare" solo dirlo mi fece ripensare a quando lo avevo trovato privo di sensi in mezzo alle onde. Era stato atroce. Poche volte mi ero sentita così nella mia vita e nessuna di quelle era stata divertente.

"Stavolta sono io a chiederti perché" disse guardandomi.
"Perché cosa, JJ?" anche se sapevo benissimo cosa mi stava chiedendo. Perché prendersi la briga di rischiare la vita per lui.
"Perché rischiare così tanto per me? Avrei capito se ci fosse stato John B, o Kiara, o chiunque ma non io" rispose.
"Tu per me non lo avresti fatto?" chiesi.
"Sì, ma io non ti odio quanto tu odi me" rispose convinto.

Era qui che si sbagliava. Perché io non lo odiavo affatto, e lo avevo realizzato proprio quel giorno.

"Che vuoi che ti dica, JJ. Siamo cresciuti insieme, che ci piaccia o no" risposi. Attribuii a quello la mia preoccupazione. In fin dei conti, ci conoscevamo fin da piccoli.
"E poi John B ... ha perso suo padre in mare. Se avesse perso anche te lui ... non l'avrebbe mai superato" aggiunsi pensando anche a questo. Per John B sarebbe stato un terribile colpo, vero, ma mi era venuto in mente solo in quel momento. Non c'entrava proprio niente John B quando sono uscita di casa correndo verso la mia barca.

"Perché non hai chiamato nessuno?"
"Perché non c'era né linea né tempo da perdere. JJ, se fossi arrivata qualche minuto dopo, tu saresti morto" gli dissi seriamente.
"Beh, nessuno rischia la vita così per qualcuno di cui non gli importa. Molti non la rischierebbero nemmeno per qualcuno a cui tengono. E tu invece ..."
"Va bene. Non ti odio, contento?" confessai stanca di quel botta e risposta. Perché voleva sentirselo dire? Non era ovvio, ormai?

Lui scoppiò a ridere. Cosa c'era di tanto divertente?
"Non sto dicendo che non mi odi, Juliet. Quello era più che chiaro" disse riferendosi alla sera prima, probabilmente. Alzai gli occhi al cielo.
"Ripensandoci avrei dovuto lasciarti affogare, sì, decisamente"
"Juliet smettila di trovare scuse! Sto dicendo che ti importa di me. E ti importa tanto" disse facendo pieno centro.

Io non avevo il coraggio di ammetterlo a me stessa, quindi l'aveva fatto lui per me.
"Tanto da rischiare di non rivedere più John B, di cui sei innamorata, quindi-"
"Io non sono innamorata di John B!"
"Non è questo il punto!" insisté.
"Ma perché ti importa così tanto? Sei salvo! Basta, fine della discussione!" esclamai alzandomi lentamente e facendo per allontanarmi dal salotto. Ne avevo abbastanza di quella conversazione.