49 - DNA test

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Avevo deciso di non dire niente alla mia famiglia fino a quando non avrei scoperto chi fosse il padre. Cosa avrei dovuto dire, altrimenti? Ciao a tutti, sono incinta ma non so nemmeno di chi? No, grazie.

Ancora non avevo avuto il tempo di realizzare che fossi incinta che già dovevo prendere una decisione drastica. JJ non si faceva né vedere né sentire da un paio di giorni e il tempo scorreva.
Quindi decisi di parlarne con John B.

"Non dovrei sfogarmi con te" dissi sentendomi in colpa.
"Forse avremo un bambino insieme, quindi ... direi proprio di sì" rispose porgendomi la tazza di té.
"Non voglio diventare mamma. Non è da me, io non so badare nemmeno a me stessa"
"Questa è una stronzata. Ti sei presa tu cura di me quando mio padre è scomparso. Tu. Nessun altro. Quindi magari non sei brava con te stessa, ma con gli altri ..." rispose sedendosi accanto a me.

"Si sta comportando da stronzo. Sono passati due giorni e nemmeno una parola" dissi in merito a JJ.
"Juliet, ha paura, lui-"
"E tu non ne hai?" chiesi retoricamente. A quel punto, si zittì.
"Non giustificarlo" aggiunsi prendendo un sorso della mia tisana.

"John B, io avrò questo bambino. Non riesco a pensare a niente di diverso" dissi prendendo una bella dose di coraggio.
"Nemmeno io, a essere onesto" disse a sua volta.
Sospirai, poi poggiai la testa sulla sua spalla e mi lasciai abbracciare.

"Bello il quadretto di famiglia" sussultammo entrambi quando sentimmo la voce di JJ. Ci voltammo verso di lui.
"Sul serio, JJ?" gli chiese John B.
"Ci hai messo poco a riprendertela" commentò JJ.
"Riprendermela? JJ, capisco che la tua maturità non ci arrivi, ma qui stiamo parlando di un bambino"

"Con quale cazzo di faccia tosta sparisci per due giorni e poi vieni qui a fare l'offeso?!" esclamai.
"Con la stessa faccia tosta con cui ti sei scopata entrambi a due giorni di distanza" sputò fuori JJ, ferendomi. Spalancai letteralmente la mascella.
A quel punto John B si mise davanti a me e spintonò il biondino.
"Ma che cazzo fai?!" esclamò.

"Cosa faccio io?!"
"Sì, tu, JJ. Per anni ne hai cambiata una al giorno quindi abbi la decenza di non venire a fare la predica agli altri!"
"Guarda come la difende, papà John B"
A quel punto, John B lo prese e lo spinse contro la parete urlando "dovresti essere tu a difenderla! È la tua ragazza!"
"E credi che non lo sappia?!" esclamò JJ scoppiando a piangere. Io avevo già le lacrime agli occhi.

Così JB allontanò la presa e JJ se ne liberò completamente continuando a piangere.
"Mi-mi dispiace, per quello che ho detto" disse JJ guardandomi.
"Ma sono terrorizzato, ok?!" aggiunse.
"Come tutti noi" rispose John B.

"JJ, se vuoi starmi vicino ... non puoi fare così" dissi.
"Lo so ... lo so" disse andando a sedersi sul divano afflitto.
"Scusatemi" disse ad entrambi.

Quando le acqua si furono calmate, parlammo un po'. Comunicai a JJ la mia scelta di tenere il bambino. E inizialmente fu difficile, molto, molto, difficile. Fino a quando non avrei scoperto chi era il padre, John B e JJ dovevano collaborare.

Decidemmo di mantenere tutti il segreto, fino al giorno in cui avremmo saputo. Lo avevo detto soltanto a Sarah.

E giorno dopo giorno, visita dopo visita, era già arrivato il giorno di Natale e avevamo organizzato sia la cena della vigilia che il pranzo del 25. Saremmo stati io, John B, Pope, JJ, Evan e Sarah. Kiara non ne voleva sapere. Tanto meglio così.

La pancia non si vedeva ancora, ero incinta di soli due mesi scarsi. Io e JJ non ci eravamo lasciati, ma non stavamo nemmeno insieme, praticamente. Stavamo aspettando di sapere chi fosse il padre del bambino per capire che cosa fare.
Fino ad allora entrambi mi avevano accompagnata alle visite ed entrambi cercavano di aiutarmi con quello di cui avevo bisogno.

The MadhatterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora