43 - baby, i wanna ...

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raga, questo capitolo non è bollino rosso, peggio, è proprio 🔴🔴🔴🔴🔴🔴🔴🔴🔴🔴🔴 quindi leggete a vostro rischio e pericolo hahah

a dopo!




"Io la voglio uccidere" dissi sedendomi sul divano JJ una volta arrivati a casa sua. Luke non c'era, per una buona volta, quindi sarei rimasta a dormire da lui.

"Capisco che tu sia arrabbiata, ma nemmeno noi siamo innocenti. A lei ho raccontato che non ci siamo mai nemmeno sfiorati mentre stavamo ancora insieme, cosa decisamente non vera, direi" disse venendo a lanciarsi sul divano mettendosi mezzo steso.

"Sì beh, quasi mi ammazzavo per colpa sua" mormorai.
"No, quasi ti ammazzavi per colpa mia" precisò.
"Vuoi difenderla?" chiesi con espressione schifata.
"No! Ascolta, senti, onestamente ... non me ne frega niente di Kiara, adesso. Siamo a casa, siamo soli, quindi vieni qui e smetti di parlare"

"No"
"Juliet, ti voglio scopare" disse senza mezzi termini.
"Non ho voglia" risposi alzandomi.

"Cristo, quanto sei testarda" rispose lui tirandosi su con la schiena quel che bastava per arrivare al mio polso, poi, mi tirò verso di lui facendomi finire a cavalcioni e baciandomi.

"Sei proprio un bastardo" dissi a bassa voce quando fece risalire lentamente le mani dalle cosce al confine con la mia schiena per spingermi verso di lui.

"Dimmi qualcosa che non so" rispose leccandosi lentamente le labbra.
Cominciò a farmi muovere su di lui mentre mi guardava negli occhi, poi riprese a baciarmi prima di togliermi la felpa e sganciarmi il reggiseno.
Feci lo stesso con la sua felpa soffermandomi a guardare il suo fisico perfetto, come sempre.

Ora c'era anche il tatuaggio ad aggiungere ancora più tensione sessuale, gli stava da Dio.
Feci scorrere la mia mano sui suoi addominali mentre lui osservava e si godeva ogni mio momento.

"Ti giuro che potrei venire solo guardandoti" disse.
"Dimmi qualcosa che non so" ripetei al suo stesso modo avvicinandomi alle sue labbra. A quel punto vidi i suoi occhi diventare più scuri in un certo senso, mi afferrò per le cosce e si alzò con me in braccio andando verso la camera da letto dove le luci erano spente.

Mi fece poggiare sul letto, poi, restando in mezzo alla mie gambe, riprese a baciarmi. Prima le labbra, poi il collo, poi le scapole, poi l'addome, attorno al tattoo. Cominciai ad ansimare e contorcermi mentre lo faceva.
Poggiò le mani sulla mia vita e mi leccò dal basso ventre fino ad arrivare sotto al tatuaggio.

Poi prese a sbottonarmi i jeans sfilandomeli velocemente. Fece lo stesso con i suoi, continuando a guardarmi ansimante.
"Quello che non sai" cominciò sfilandomi le mutandine.
"È che mi fa impazzire vederti sotto di me mentre io ti faccio tutto quello che voglio" concluse allontanandosi dal mio corpo per recuperare una maglietta che era sulla sedia.

Inizialmente non capii cosa volesse fare, poi quando tornò verso di me e mi posizionò le braccia sopra la testa, capii. Mi stava legando i polsi tra di loro.
"Vedi? Ti fai fare di tutto" commentò.
"E scommetto che fai così solo con me" aggiunse guardandomi e sfiorandomi le labbra con le dita, per poi farle scivolare sulla mia gola e chiuderci la mano contro come faceva sempre.

"Tu dici?" mormorai sfidandolo.
"Oh, io dico eccome. Ti faresti fare di tutto, ma solo da me" disse. E ci aveva preso in pieno. Perdevo ogni forma di ritegno e controllo quando si parlava di lui. Mi spingevo oltre i limiti, limiti oltre i quali solitamente non andavo.

"Quanto sei presuntuoso" mormorai ancora.
"Risparmia il fiato, ti servirà tra poco" rispose cominciando a baciarmi il collo facendomi così inarcare la schiena e finire contro la sua erezione.
Gemette, poi si allontanò per togliersi le mutande  ritornando subito tra le mie gambe.

The MadhatterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora