47 - a 12 dollars stick

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Io e JJ eravamo tornati da un paio di giorni dal Montana. A parte la scocciatura di essere tornati così presto, andava tutto bene.
Avevamo passato due giorni bellissimi e per la prima volta dopo un bel pezzo mi sentivo felice, in un certo senso.
Era troppo presto per dirlo, ma c'erano davvero tutte le carte in tavola perché la nostra relazione durasse, nonostante litigassimo almeno una volta al giorno. Avevamo tante cose da chiarire e da sistemare, una volta fatto quello, sarebbero finiti anche i litigi per le cose stupide.

Persino il viaggio di ritorno era stato bello. Tutto quello che facevo con lui era bello. John B inoltre sembrava anche essersi un po' ammorbidito. Era ancora dura vederci insieme e infatti limitavamo le effusioni al massimo quando eravamo con lui, però lo stava accettando.

Comunque, in quel momento ero in camera mia con Sarah, la stavo aggiornando su come fosse andato il viaggio mentre lei stava lì a lamentarsi dei crampi per il ciclo, un normalissimo pomeriggio.

"Se tu hai già il ciclo vuol dire che sta arrivando anche a me, che palle" commentai annoiata. Io e Sarah avevamo il ciclo sincronizzato, lo avevamo sempre insieme.
"Era ora, così ti dai una calmata. Stai scopando troppo, sono invidiosa" disse facendomi ridere.

"Un momento, non ti è ancora venuto?" chiese perplessa.
"A che giorno sei tu, scusa?"
"Al quarto" mi rispose allo stesso modo.
In quel momento, mi suonò in testa un terribile campanello d'allarme.

Con tutto quello che era successo, non mi ero nemmeno accorta che non mi fosse arrivato il ciclo. Ci mancava solo quello.
"Cos'è quella faccia, Juliet?" chiese preoccupata avendo intuito quale fosse il problema.

"Niente panico, sono stressata in questo periodo, ho avuto ... più stress del solito" risposi cercando di mantenere la calma.
"Ma tu sei un orologio! Non hai mai avuto in ritardo in vita tua!" esclamò Sarah facendomi sentire peggio del dovuto.
"Vero, ma non ho mai nemmeno avuto un incidente mortale"
"Ti è arrivato puntuale anche dopo la tua overdose, Juliet" disse Sarah allarmata.

E detestavo darle ragione. Avevo avuto un'overdose e non era comunque bastato a farmi sballare i giorni del ciclo. Però avevo ragione anche io. Avevo vissuto un periodo di forte stress con l'incidente e tutta la storia di JJ, quindi poteva essere un banalissimo ritardo.

"Ok, va bene, ma sono solo quattro giorni! Non serve allarmarsi per così poco! Se dovesse ritardare ancora ci penseremo, ok?!"
Sarah sospirò, poi si risistemò meglio sul mio letto e cercò di fare finta di niente.

Ma i giorni erano diventati sei, poi otto, poi dieci.
Ero con JJ, ci stavamo bevendo una cioccolata calda insieme come facevamo spesso, però lui vedeva che mi stava torturando qualcosa. Per forza, chiunque se ne sarebbe accorto. Bisognava ripetermi le cose due o tre volte perché non ascoltavo, avevo la testa altrove e mi torturavo le mani con le unghie.

"Ok, vuoi dirmi che hai? Sono giorni che sei strana" mi chiese JJ.
"Non ho niente JJ, sono solo stanca" risposi cercando di fare finta di niente, ma ero ovviamente una pessima bugiarda.
"È per John B? È successo qualcosa?"
"Cosa? No!"
"E allora che succede?" e in quel momento, mi sentii terribilmente oppressa. Sapevo che la cosa migliore sarebbe stata parlargli di quello che mi preoccupava, ma proprio non ce la facevo. Più lo guardavo, più andavo in panico. In più non ero nemmeno certa di essere incinta, che senso aveva creare allarmismi inutili?

Di una cosa però ero sicura, ed era che dovevo uscire da quel bar.
"Devo andare" dissi alzandomi e lasciandolo lì.
"Juliet!"

Ed eccomi qui, seduta in camera a stressare Evan. Ero a casa sua in quel momento a bere tisane su tisane calde nella speranza di smuovere qualcosa, ma niente.
"Tieni" mi disse Evan sbattendo sul letto un sacchetto bianco.
"Non eri andato a prendermi della cioccolata?" chiesi agitandomi. Sapevo fin troppo bene cosa ci fosse in quel sacchetto.

The MadhatterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora