The Madhatter

46 - winter things

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Quando la mattina dopo aprimmo gli occhi, ci trovammo davanti un bellissimo panorama.
Dalla vetrata della baita si intravedevano le montagne innevate e stava anche nevicando in quel momento.

Mi alzai sorridendo perché pensai alla reazione che avrebbe avuto JJ quando si sarebbe svegliato. Quindi intanto mi infilai una felpa addosso e scesi di sotto ad accendere il camino e a preparare la colazione.

Mentre cercavo di ricordami come Mason mi aveva insegnato a fare i pancake, vidi JJ scendere le scale. Non faceva altro che guardarsi intorno contento come un bambino la mattina di Natale.

"Io non me ne andrò mai da questa casa" mormorò raggiungendosi e dandomi un bacio sulla spalla.
"Vuoi che ci nascondiamo qui per sempre?"
"E chi ha parlato di nascondersi?"

"Vorrei svegliarmi così ogni giorno tipo" disse mentre facevo colazione di fronte al panorama innevato.
"Potremmo farlo" risposi.
"E come?"
"Scegliamo un college in Montana, facile" risposi come niente fosse.

"E dovrei vivere a scrocco?"
"Non è vivere a scrocco se stiamo insieme, stupido" risposi spingendolo amichevolmente dalla spalla.
"E se tu volessi lasciarmi per uno più bello di me? Ah, già, non esiste" disse facendomi alzare gli occhi al cielo.

Dopo aver fatto colazione mi misi a pulire la cucina, non avevo voglia di avere i domestici intorno, mi sarei occupata io della casa.
Nel frattempo JJ stava rollando una canna, infatti si mise giacca e cappello e mi chiese di uscire con lui a fumarla.

"Non ho nessuna voglia di tornare domani" disse perdendo un tiro.
"Non dirlo a me" risposi sedendomi in braccio a lui. Lui mi diede un bacio, poi mi accarezzò una coscia per il resto del tempo. Alla fine si fumò praticamente quasi tutta la canna godendosi il paesaggio.

"Scommetto che John B morirebbe se vedesse questo posto" disse ridacchiando, un po' fatto. A quel punto quasi mi pietrificai. C'ero già stata con John B, sperai solo che non si offendesse.

"Sul serio?" mi chiese vedendo che non rispondevo.
"Ritratto, non ci non ci voglio più entrare in quell'idromassaggio" mormorò offeso.
"Scusami se anni fa non ho previsto che ci saremmo messi insieme, licenzierò il mio shamano" commentai alzandomi e facendo per tornare dentro.

"Juliet, aspetta" disse alzandosi e venendomi dietro. Mi girai verso di lui.
"Sono fatto, non voglio litigare"
"E allora smettila di parlare di John B" gli dissi tornandomene in casa.
Non poteva arrabbiarsi ogni volta che John B saltava fuori, era stato parte fondamentale della mia vita, era ovvio che fosse presente in un certo senso.

"Scusami" disse rientrando e venendo a sedersi sul divano accanto a me. Sospirai, poi però lo baciai. Nemmeno io avevo nessuna voglia di litigare.
"Godiamoci il tempo che abbiamo qui, ok?"
lui annuì.

"Sai che io non sono nato nelle Outer Banks?" mi disse dal nulla.
"Cosa?!" io avevo ricordi di JJ nelle Obx fin da piccolo, mi spiazzava una cosa del genere.
"Ci siamo trasferiti prima che la mamma ... lo sai" gli sorrisi un po' amaramente.

"Dove sei nato?" chiesi curiosa, anche se avevo gia un'intuizione.
"In Alaska"
"Cazzo, lo sapevo. Lo sapevo che eri troppo bello per essere di lì. Che figata" commentai, lui se la rise.
"Mi manca un po', sai?" e mi fece veramente male il modo in cui lo disse, perché si leggeva nel suo sguardo che avrebbe voluto tanto tornarci di tanto in tanto, ma evidentemente non aveva mai avuto la possibilità di farlo.

"Giuro che un giorno ti ci riporto" gli promisi.
"Fai sul serio?" mi chiese guardandomi intensamente.
"Certo. Prossima estate, inverno, quando vuoi"
"È la cosa più bella che qualcuno mi abbia mai detto" disse.
"Adesso però alzati" gli dissi facendolo tirare su. Lui mi guardò un po' confuso, poi gli dissi che saremmo usciti. Non volevo che ci fosse quel mood un po' triste.