Kaylee
Oggi ho un diavolo per capello.
Tutto é iniziato stamattina, quando Cora mi ha scritto che non poteva passarmi a prendere con la Pandina. Il motivo? Ovvio, la macchina si è rotta ed è dal meccanico, perciò lei si è fatta accompagnare a scuola dai suoi genitori.
I miei, ovviamente, non sono a casa e quindi io non potevo contare su di loro. E nemmeno sulle loro auto parcheggiate in garage, visto che si sono portati via le chiavi.
Ho dovuto prendere l'autobus, che però era in ritardo. E quindi ho abbandonato l'idea di arrivare in orario a scuola per il compito di chimica. Mi sono rifugiata in un bar vicino al campus, ad appena due isolati di distanza, e ho acquistato due donuts -una al cioccolato, una alla banana- e una cioccolata calda.
Poi, appena ho messo piede a scuola, sono stata assalita dal club del coro che mi vorrebbe come seconda voce, ignari del mio essere completamente stonata.
Infine, ora sto litigando con l'armadietto che non si apre.
Buongiorno.
«Santo cielo!» sbotto tirandogli una manata «Non avevi nulla fino a ieri!» sbraito ancora, e gli tiro tre -o sei- pugni.
Non posso andare avanti a pugni e manate. O meglio, potrei, ma finirei per sfondarlo e poi la preside sfonderebbe me.
La combinazione è giusta, ne sono certa, perché è la stessa dal primo anno e, soprattutto, è la mia data di nascita. So ancora quando sono nata!
Credo...
Tiro un'altra manata ma nulla, non si apre.
Decido di mettere il mignolo nella serratura, visto che si sarà bloccato qualcosa all'interno. Inizio a smanettare, toccacciando di qua e di là, fin quando-
«Ahia! Porca troia!»
-fin quando non mi taglio con qualcosa che c'è all'interno della serratura. Mi porto il dito sanguinante alla bocca, e poi provo a reinserire la combinazione.
Lo stronzo si apre.
«Dio sia lodato!» Apro le braccia in modo teatrale. «Dovevo mandare al diavolo una falange per aprirti, eh? Stronzo!»
Inizio a cercare all'interno di questo il mio quaderno di filosofia. Ero convinta di averlo a casa ma, quando ieri pomeriggio l'ho cercato per studiare filosofia, non l'ho trovato tra la solita pigna di libri e quaderni.
E non era nemmeno in cucina, ne in salotto, ne in bagno... insomma, deve essere per forza qui dentro.
Tocco qualcosa di morbido che so di per certo non essere il mio quaderno di filosofia lilla, pero, incuriosita, lo afferro. Davanti a me appare un piccolo cuscino portatile, ricoperto da una piccola federa azzurra.
«Ecco dov'eri! Non ti trovavo! Pensavo ti avesse rubato Dam!»
Metto l'oggetto sottobraccio e ritorno a cercare il mio quaderno di filosofia che, però, non sembra esserci. Infilo, letteralmente,la testa all'interno del pozzo senza fondo, fin quando una voce non mi fa spaventare, sobbalzare, e tirare una testata contro il metallo freddo dell'armadietto.«Dio-»
Mi blocco appena in tempo, altrimenti qualcuno lassù mi avrebbe fulminato.
Mi volto verso Fleur con uno sguardo omicida ma lei, totalmente immune a questo, mi fa un sorrisone a trentadue denti.
Ruoto gli occhi, consapevole che lei mostra quel sorriso solo quando ha bisogno di qualcosa.
«Di che hai bisogno?» le chiedo e, nel mentre, le passo tutto ciò che afferro dal mio armadietto. Devo trovare quel dannatissimo quaderno.
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Ebony
ChickLit~•~ E, nonostante ciò, io sono ancora qui, abbracciata a lui, a raccontagli tutti gli incubi del mio passato solo perché sembra averne un vitale bisogno. Un vitale bisogno di sentire che la sofferenza accomuna tutti gli uomini, che tutti, alla fine...