Capitolo 69

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Kaylee,
quasi tre anni prima

«Non mi sembra una cattiva idea» mi sorride Cora mentre mi apre la porta per entrare a scuola. Percorriamo il corridoio e io ripenso al discorso che stavamo affrontando poco prima.
«Dici?»

Lei annuisce.
«Assolutamente si, sono qui da due mesi e devo integrarmi. Un'uscita tra nuove amiche non potrà essere un'idea tanto pessima.»

Mi trovo a concordare.

Si ferma improvvisamente e fa fare la stessa cosa anche a me. Mi volto a guardarla, la quale ha già gli occhi sul mio volto.
«E poi anche a te farà bene.»
Mi stringo nelle spalle.
«Può essere.»

Annuisce vigorosamente.
«Non può essere, lo è.» alza l'indice per poi storcere il naso «Non mi piace quella Beatrix con cui stai...sembra trattarti male.»
«Stavo» correggo il tempo verbale che ha usato, facendola sorridere. «E si, non mi trattava particolarmente bene.»

«Ma avete litigato?» si informa.
«No»
«Dovreste.»

Se c'è una cosa che ho imparato in questi due mesi, è che Cora Reyes è una vera e propria pettegola. Incredibile, ma sa sempre tutto, anche se non si sa come.

Oddio, io un'idea ce l'avrei. Gli occhioni verdi contornati da folte ciglia e da guance arrossate con il blush fanno il loro effetto. Così come i suoi capelli biondi con riflessi rossicci.

Le danno un'aria da angioletto e ciò porta le persone a fidarsi di lei e a raccontargli tutto. E lei raccoglie tutte le informazioni come una fottuta tabella Excel.

«No» scuoto il capo, riprendendo l'argomento interrotto «Mi distruggerebbe e io voglio rimanere intera.»

La situazione con Beatrix è precipitata seduta stante. Non so bene quale sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso -forse il fatto che sia andata a letto con Jake, forse invece non ce ne è stata effettivamente una- ma sta di fatto che questo vaso è esploso.

Ora, ogni cosa che fa mi da sui nervi.

Trixie si era già allontanata da me, dato che mi considera come una bambina dell'asilo, e si è avvicinata a dei brutti ceffi cannaioli. Però a lei stava bene: io ero da sola ad aspettare felice e contenta che lei mi rivolgesse la parola, mentre lei si viveva la sua vita scopando Jake ogni qualvolta che le si presentava l'occasione.

Poi è arrivata Cora e tutto è precipitato. Il motivo? Semplice, perché io e lei siamo diventate amiche. O almeno qualcosa del genere.

Insomma, dopo aver mangiato insieme il primo giorno mi sono offerta per farle fare un rapido giro della scuola e quindi, di conseguenza, farle capire in che gabbia di matti si era cacciata.

E poi abbiamo iniziato a trascorrere molto tempo insieme, scoprendo di essere più simili di quanto sperassimo.

Cora alza le spalle, poi si ferma a fissarmi.
«Dico sul serio, Lee.»
«Anche io» sbuffo «Non voglio che mi prenda di mira più di quanto non abbia già fatto.»

Anche perché, stavolta, non avrebbe più niente da prendere per il culo oltre ai miei segreti più profondi e, ad essere sincera, eviterei che lo facesse.

Cora alza lo sguardo, poi le sue labbra si aprono in un sorrisino.
«Io vado, buona fortuna.»

Aggrotto le sopracciglia ma non faccio in tempo a chiederle spiegazioni che si è già volatilizzata nel nulla.

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