Kaylee
«No.» rispondo alla domanda di Cora, seduta proprio di fronte a me. Nel mentre osservo con espressione seccata il mio panino, ancora con tutte le verdure all'interno. Si sono dimenticati di togliermele.
Bastardi.
«No?» domanda lei, azzannando le patatine. Non so perché ma prima di addentare l'hamburger deve finire tutte le patatine fritte. Il problema, è che poi il panino si fredda. Gliel'ho spiegato un centinaio di volte, ma non ne vuole sapere.
«No.» ripeto.
«E perché?»
Alzo le spalle, non fornendole una risposta concreta.Siamo da Bobo's Burger dopo quello che sembra un secolo. Sono tornata questo pomeriggio da Miami, dove sono stata nell'arco temporale tra Aspen e oggi. Dovevamo vedere alcuni lontani parenti, nessuno di particolarmente importante, ma purtroppo non mi sono potuta sottrarre.
Comunque, domani inizia la scuola e perciò una cena nel nostro fast food preferito mi sembra d'obbligo.
Se non fosse che Cora continua ad assillarmi con domande su domande.
«Non stiamo insieme, non ne abbiamo parlato.» cerco di essere chiara e precisa, in modo da non farle porre altri quesiti.
«E perché?» ripete a macchinetta.Alzo gli occhi su di lei, sbuffando appena. Guardo i suoi smeraldi brillare, colmi di curiosità. E perché no, anche di divertimento. Anche perché non ci vuole un genio per vedere che sono in imbarazzo e la bastarda sta godendo.
Sbuffo, mollando l'osso.
«Perché ho paura di rovinare tutto.»
«Spiegati» mi incita, con un cipiglio concentrato.Mi prendo le dita tra le mani ed inizio a torturarle, piuttosto nervosa.
«Quello che sto provando in questo momento, con Hunter, è piuttosto simile ad un sogno. Sono convinta che se ufficializzassimo qualcosa, finirebbe tutto per essere così concreto e reale. E sappiamo quanto un sogno sia meglio della realtà.»La magia svanirebbe, ne sono certa.
Diventerebbe concreto, reale, tangibile, e tutto questo elenco di parole ha un semplice denominatore comune: i problemi.
E io non ne voglio, nemmeno uno.
Ho paura che veda il lato peggiore del mio carattere, quello apatico. Io sono quella che scappa da tutti i suoi sentimenti quando diventano troppo forti. Quella che non riesce a dimostrarli, perché sempre bloccata e terrorizzata dal non essere ricambiata e sembrare patetica. Quella che odia il romanticismo. Quella che non è mai stata in grado di portare a termine una relazione.
Sospiro pesantemente.
Mi piace davvero tanto com'è ora: l'aria, ogni volta che ci sfioriamo -anche per sbaglio- con gli occhi, si elettrizza e si carica. C'è del romanticismo, certo, ma anche tanto divertimento, malizia e provocazione.
L'aria è ricca di parole non dette ma portate a termine con i gesti. È ricca di baci rubati, leggeri sfioramenti e piccoli ansiti.
E non voglio che finisca.
«Non c'entra niente Beatrix, vero?» si informa, facendomi abbassare gli occhi, colpevole.
Vero, c'è anche quella parte. Beatrix, tempo fa, me lo disse chiaramente: il mio essere completamente irresponsabile e me, mi avrebbe impedito di avere un ragazzo come si deve.
È vero, è passato molto tempo, ma nella mia testa rimbomba ancora la sua voce.
Metto su un sorrisino di circostanza, e metto le mani in avanti, agitandole.
«Che dici?!» ridacchio, grattandomi la nuca. «É che odio il romanticismo! Ti ci vedi me che giro mano nella mano con Hunter per il corridoio scambiandoci effusioni?!»
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Ebony
ChickLit~•~ E, nonostante ciò, io sono ancora qui, abbracciata a lui, a raccontagli tutti gli incubi del mio passato solo perché sembra averne un vitale bisogno. Un vitale bisogno di sentire che la sofferenza accomuna tutti gli uomini, che tutti, alla fine...