Capitolo 29

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Kaylee

«Com'è la casa di Oliver?»

Finisco di mettere l'indirizzo nel navigatore e poi mi giro verso la mia migliore amica, come sempre al volante.

«Non lo so... sto ora mettendo l'indirizzo.»

«In che senso?!» alza il tono di voce.

Strabuzzo gli occhi, confusa.
«Mi ha dato l'indirizzo e l'ho inserito nel navigatore. Non-»

«Non l'hai cercata su Google maps appena ti ha dato l'indirizzo?»
Inarco un sopracciglio. «Perché? Avrei dovuto?»
«Certo, stupida!»

A quel punto, scoppio a ridere.

«Cora! Sei una pazza!»

«Può darsi ma-»
«A che sarebbe servito guardare la casa su internet se tra cinque minuti ci arriviamo?»

La risposta non arriva, perciò sposto l'attenzione su di lei. La osservo mentre mette in moto ed inizia a percorrere la strada. Poi, scendo con gli occhi fino ad arrivare alle sue scarpe.

«Cazzo, Cora! Ma come ti sei vestita? Che ne è del "è una cosa tranquilla, vestiti normale"?!»

La mia migliore amica, ora ferma ad un semaforo, prende tra le dita il tessuto della mia felpa pesante.
«Sbaglio o stiamo andando a casa di un figo da paura con amici altrettanto da paura?! In questa circostanza 'vestirsi normale' vuol dire mettersi cazzo in tiro!»

Ridacchio.
«È verde» dico, indicando il semaforo.
«E poi, io ho messo una felpa...»

«Lo vedo bene, purtroppo» ruota gli occhi. «Sinceramente, se ci fosse anche la più remota possibilità di vedere Oliver, non mi sarei vestita così nemmeno per bagnare i fiori»

«Giardiniera dei miei stivali, devi girare a destra!» sbotto per poi scoppiare a ridere.

«Ops!» dice lei mentre passiamo oltre la via «Troppo tardi. E vabbè dai! Prendiamo la prossima...»

Non sto nemmeno a specificare il fatto che prendere la via seguente non significa per forza arrivare sane e salve a destinazione. Lei ha la auto, lei si assume le responsabilità.

Durante il resto del tragitto, mentre Cora canta a squarciagola le sue canzoni orribili, io contemplo la mia felpa grigia della scuola -un'edizione limitata con la scritta Fox's Eyes in blu scuro con il bordino arancione- e poi i jeans a zampa che ci ho abbinato.

La temperatura è scesa molto nell'ultimo periodo, perciò diamo il benvenuto alle mie adorate felpe e ai maglioni.

Non vedevo l'ora, non ne potevo più di questo caldo asfissiante!

Poi osservo Cora, che indossa un abito a maglione nero e degli anfibi. Ha fatto i boccoli e uno smokey eyes molto più marcato di quello che sono riuscita a realizzare io.

Sta semplicemente da Dio.

Circa dieci minuti dopo, abbiamo parcheggiato davanti a casa di Oliver. O meglio, mi correggo, davanti a quella che sembra essere una villa enorme.

Siamo davanti al cancello e, ancora non abbiamo visto la casa. La siepe è talmente alta che non fa vedere la villa -e l'enorme parco- al di là di questa.

«Ho portato delle meringhe e dei pasticcini, tu?» le sventolo la busta davanti al naso, e lei arriccia il naso.
«Niente» alza gli occhi al cielo «Dovrebbe baciarsi i gomiti solo perché sono venuta. Non ho intenzione di portare nulla, sono ancora arrabbiata con lui.»

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