Capitolo 82

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Cora

«Mangia» mi ripete Oliver per la millesima volta.
«No.»

«Si, Cora.»
Spinge il piatto di tacos e patatine fritte verso di me. «Almeno una patatina, dai.»

«No!» alzo la voce, sbattendo le mani sul tavolo.
«Vaffanculo Oliver!»

Lui sbuffa.«Mangia, ti ho detto.»

«E io ti ho detto di no!» sbotto, stringendo i pugni. «Smettila di insistere, vai avanti così da più di mezz'ora!»

Oliver si appoggia allo schienale della sedia in modo sgraziato, poi allarga le gambe coperte dalla tuta grigia. Si passa una mano tra i riccioli d'oro, frustrato.
«Io non ho la pazienza che ha Hunter con Lee, perciò o mangi i tuoi tacos o te li infilo in gola con la forza.»

Affilo gli occhi.
«Mi è concesso non avere fame o no?»
«Non ce l'avevi nemmeno l'altra sera.» mi fa presente. «Quella del finto rapimento.»

«Appunto» gli do corda «Quando succedono queste cose-» mi blocco, agitando le mani in aria «-mi passa la fame.»

«Volto lo sguardo, evitando i suoi diamanti azzurri. «E poi, non riesco a togliermi dalla testa l'immagine di Lee seduta sul pavimento.»

Spingo di nuovo il piatto verso di lui, per fargli capire che non c'è verso di farmi cambiare idea.

Non ho mai video la mia migliore amica così e, sinceramente, non so nemmeno come descriverla. Era lì, accucciata a terra, con la testa tra le mani, e le dita sporche di sangue che tiravano i capelli scompigliati e sudati. Il respiro era irregolare, rumoroso, proprio come se stesse nel bel mezzo di un attacco di panico.

E la sua espressione, dopo aver sentito quelle parole uscire dalla bocca di Hunter, è impossibile da descrivere. E da dimenticare soprattutto. Bianca cadaverica, occhi privi di qualsiasi forma di vita, spalancati e sgomenti.

Zack ha cercato di uccidere Hunter, ancora non ci credo. E non ci voglio credere.

Solo pochi mesi fa stavo insieme a lui e non avrei mai nemmeno lontanamente immaginato che potesse rivelarsi una persona del genere.

Stavo insieme ad un potenziale assassino, cazzo.

Sono arrabbiata con me stessa per non averlo capito, per aver sprecato tempo con lui. Uno che ha ricattato, cercato di uccidere, sputtanato e poi incastrato un sacco di gente. Tutto per paura e per pararsi il culo.

Sono arrabbiata con me stessa per non aver capito che é una persona deviata.

Sbatto una mano sul tavolo, di nuovo.

Quanto tempo sprecato dietro ad un coglione, quanto fiato buttato al vento. Se lo avessi saputo prima non avrei sofferto come ho fatto, non avrei cercato di chiarire, consapevole che quello pensa solo a sé stesso.

Il punto è che non solo pensa solo a sé stesso, ma che lo fa arrivando perfino ad uccidere.

Sono semplicemente sconvolta.

«Lei è forte.» Oliver mi ridesta «E c'è Hunter con lei, non devi preoccuparti. Pensa solo a stare bene te

Mi allunga il piatto, di nuovo, e sorride debolmente, inclinando il capo.
«E per farlo devi mangiare.»
«Ma non ho fame!» mi impunto.

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