Kaylee
Gli ultimi giorni sono stati così pieni che, ora, mi trovo a ringraziare tutti i santi per questa vacanza. Anche se, ad essere sincera, sono perfettamente consapevole che non saranno veri e propri giorni di riposo, dato i sei ragazzi iperattivi.
La sera di Natale ho inventato una scusa con la mia famiglia e sono stata a dormire ad Hunter. Abbiamo fatto, anche se a suo parere inutile, l'albero di Natale. Diceva che era una cosa stupida, dato che Natale era passato, ma ero troppo triste a non vedere nemmeno un po' di spirito natalizio in quella casa.
Abbiamo ordinato delle pizze d'asporto -io con le patatine fritte, lui con i funghi- e poi abbiamo visto un film thriller sul divano. Infine, lo so che farete fatica a crederci, siamo andati a dormire. E, sottolineo, solo dormire.
Il ventisei mi sono svegliata con duecento chiamate della mamma, la quale mi ricordava del pranzo con la famiglia Torres. Sono tornata a casa in un battibaleno, mi sono fatta una doccia veloce, mi sono preparata, e infine sono andata a fare il pranzo che poi si sarebbe rivelato una vera e propria tortura.
Sono rimasta semplicemente sconvolta nello scoprire che Damian non aveva detto a nessuno della partenza, nemmeno ai suoi genitori. Si era presentato la mattina stessa con la valigia e i documenti pronti. Poi, era salito su quel dannato aereo.
Ero l'unica a saperlo.
È stato semplicemente estenuante passare quel pranzo senza Damian seduto di fronte a me, esattamente come ogni anno. Era una routine andare nel medesimo ristorante, avere lo stesso tavolo, gli stessi posti a sedere e prendere ogni anno lo stesso piatto.
Stavolta non ce l'ho fatta. Ho perfino cambiato piatto.
Il giorno seguente, il ventisette, la mamma è andata a cambiare dei regali di Natale con le zie mentre papà, zio Connor, zio Kyle e Ry sono andati a giocare a tennis. Io, invece, sono stata con la nonna e i cuginetti e ci siamo divertiti -più o meno tutti- a cucinare dei biscotti al cioccolato. Nel pomeriggio sono uscita con Cora, Julie e Fleur per fare un po' di shopping per la vacanza ad Aspen.
Il ventotto mattina sono andata da Steven, che mi ha mostrato la sua nuova automobile. Dopo poco sono arrivati Oliver e Hunter e hanno fatto, tutti e tre, una gara di velocità in una strada abbandonata.
Come si dice in questi casi? Il lupo perde il pelo ma non il vizio.
La sera, invece, siamo andati al cinema con anche Cora e Rylan, che è stato ben accolto nel gruppo -tranne che da Hunter, che inizialmente gli era un po' ostile. Il film era un horror e ho riso per praticamente l'intera durata. Cora, al mio fianco, al contrario, mi ha picchiata per l'interezza del film.
Il ventinove ho fatto una gita fuori porta con la famiglia, prima che i miei genitori e i partenti partissero. I primi andranno alle Hawaii per festeggiare l'anno nuovo -poverini-, mentre i parenti se ne ritornano nei rispettivi paesi.
Oggi è il trenta e siamo finalmente arrivati ad Aspen. Stamattina abbiamo preso l'aereo e dopo due auto, che ci hanno portati tutti e dieci a casa sani e salvi.
La casa -o il castello- di Oliver è letteralmente lo chalet montano più bello che io abbia mai visto. Si trova appena sopra la città, non troppo lontano ma nemmeno in mezzo alla mischia.
La casa è enorme, in uno stile moderno ma allo stesso tempo montano ed accogliente. Il legno e la pietra ricoprono grandi parti della casa ma a renderla mozzafiato sono sicuramente le grandi vetrate affacciate sulle montagne innevate e sulla città illuminata con le luci natalizie.
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Ebony
ChickLit~•~ E, nonostante ciò, io sono ancora qui, abbracciata a lui, a raccontagli tutti gli incubi del mio passato solo perché sembra averne un vitale bisogno. Un vitale bisogno di sentire che la sofferenza accomuna tutti gli uomini, che tutti, alla fine...