- due -

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× "Allo." indica la figura di una papera.

"Si giusto, la papera è gialla." annuisce. "E il pesciolino?"

"Rosso." risponde.

"E come fa il pesciolino?"

La bambina gonfia le guance, facendo ridere Serena che continua ad osservarla mentre colora le figure del suo album, parecchio concentrata anche. Paulo è nell'altra stanza e sta lavorando ad una sponsorizzazione o qualcosa del genere. Finisce di scattare alcune foto e dopo aver comunicato telefonicamente con l'azienda, tira un sospiro di sollievo ed esce dallo studio, raggiungendo il salone dove ci sono le due che stanno continuando a giocare.

"Sai che questo è lo stesso colore dei tuoi occhi?" chiede Serena mentre le indica il colore verde.

"E papà?"

"Uguale al tuo, sempre verde."

"E tu?" la indica.

"Questo qui." prende il marrone. "Bruttino, vero? Tutto scuro."

"Bello." risponde invece, alzandosi e avvicinandosi alla ragazza, lasciando un bacino sotto il suo occhio sinistro.

"Awww, ma sei adorabile." la abbraccia, riempendola di baci.

Mariam ride e si lascia coccolare dolcemente mentre poggia la testa contro il petto della maggiore che le accarezza i capelli.

"Papà?" chiede dopo qualche istante.

"Sta lavorando, adesso arriva." risponde.

"A dire il vero sono qui." parla, attirando la loro attenzione.

"Scherzetto, papà è qui."

"Papà." lo chiama e lui si avvicina, facendole una smorfia.

"Hola hermosa, ¿que pasa?" la stringe quando gli si avvicina. "¿Estabas dibujando?"

"El pez." gli mostra la figura colorata.

"Que lindo este pez." commenta, girando poi le altre pagine ed osservando le altre figure colorate. "Hai fatto sentire a Sere i colori in spagnolo?"

"No." risponde.

"Facciamoglielo vedere." prende una matita colorata. "¿Qué color es?"

"Azul."

"¿Y este?"

"Blanco."

Va avanti per un po', elencando tutti i colori che ha a disposizione nel suo piccolo astuccio rosa.

"Si sapeva che fosse una bambina intelligente." le accarezza i capelli. "Se ad un anno distingue due lingue, a 10 ne parlerà 4 come minimo."

"Ne sarebbe capace." le da un bacio sulla guancia. "Adesso cosa vuoi fare?"

"Goal." risponde mentre si mette in piedi e prende la palla. "Papà, goal." gli mette in mano la piccola sfera.

Si tira in piedi ed inizia a palleggiare, facendola sorridere mentre batte le mani, poi calcia verso il divano ed esulta come se avesse appena centrato la rete di una porta.

"Fai così, amore." mima la sua esultanza.

La bambina replica e poi inizia a giocare anche lei con la palla, passandola al papà con le mani mentre lui la rimanda indietro con i piedi.

"Goal!" esulta e mima ancora il gesto della Dybala Mask. "Ena, goal." la tira dalla manica della maglietta.

"Io? Ma non sono capace." risponde.

Uno di questi giorni / Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora