- cinquantuno -

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× Mariam sospira, nonostante Alessandro, Leonardo ed il piccolo Edoardo abbiano provato a giocare con lei, non riuscivano a distrarla per più di 10 minuti perché poi si fermava sempre a guardare la porta. Voleva tornare a casa sua con il suo papà e con Serena, non aveva voglia di giocare.

"Mari." la chiama Edo. "Guarda." le mostra un pupazzetto ma lei annuisce e basta.

"Vuoi giocare con i pupazzi?" propone Alessandro e gliene da uno in mano. "Guarda che è bello."

"È tutto colorato il tuo." parla poi il suo gemello, Leonardo.

Ad interromperli però è il campanello e, quando Alice va ad aprire e si ritrova davanti Paulo, la piccola si mette in piedi e corre verso di lui.

"Ciao principessa." la prende in braccio. "Hai fatto la brava?"

"È stata tranquilla, forse è un po' triste."

Annuisce, poi saluta i bambini e il suo compagno di squadra, scusandosi con lui e sua moglie per il disturbo e ringraziandoli. Mentre prendono l'ascensore, osserva la bambina che gli tiene la mano ma si incanta a fissare il vuoto e poi a sbadigliare. Ma tra poco sarà felice.

Camminano per strada per un po' e le chiede cos'abbia fatto con i tre fratellini, rispondendo di aver giocato a tante cose ma omettendo sempre il fatto di essersi annoiata perché voleva solo tornare a casa. Riconosce la macchina del papà, illuminata da un lampione, poi distingue una figura che sta appoggiata contro di essa e così lascia la mano del genitore e inizia a correrle incontro. Scoppia ancora in lacrime quando la stringe, lasciandosi coccolare mentre la prende in braccio e la riempie di baci.

"Mi dispiace amore, non avrei voluto farti piangere." le asciuga gli occhi. "Va tutto bene, sono qui."

Salgono in auto così da non svegliare nessuno dato che è tardi, dando il tempo alla piccola di calmarsi un po'. Tornano a casa e, come si immaginavano, Mariam non ha nessuna intenzione di staccarsi da Serena. Si lascia mettere il pigiamino e la vede mentre indossa i vestiti del papà, sdraiandosi poi accanto a lei sotto le coperte.

"Sei così silenziosa amore, cosa c'è adesso?" le chiede Paulo, osservando i suoi occhietti verdi. Si avvicina a lui e mormora qualcosa al suo orecchio, facendolo sorridere mentre le accarezza la schiena. "Certo che puoi dirglielo."

La bambina si volta in direzione di Serena che fa peso su un braccio per sorreggere un po' ed osserva la piccola che la guarda come se avesse paura di parlare. Le sorride per tranquillizzarla e lei si avvicina gattonando, poggiando la testa contro il suo petto ed accarezzando i suoi capelli.

"Ti amo, mamma." sussurra.

Serena sussulta a quella parola e la osserva come chiederle se stia parlando con lei mentre Paulo ridacchia e le accarezza la guancia, dicendo quello che Mariam ancora non può dire completamente.

"Nella sua vita ci sei sempre stata tu, anche se ci fossimo lasciati, non sarebbe cambiato il fatto che la donna che è sempre stata con lei è Nena. Ti prendi cura di lei, giochi con lei, la ami e la accudisci come se fosse figlia tua quindi.. ti andrebbe di farlo ancora ma con la sola differenza che non sarai più 'ena' o 'nena', ma 'mamma'?"

Osserva prima lui e poi lei, poi porta una mano davanti alla bocca e si emoziona talmente tanto da non riuscire a trattenere le lacrime. Abbraccia la bambina e annuisce, sorridendo davanti a quello che è il regalo più bello della sua intera vita.

"No lloras, mamma." dice la bambina mentre le da un bacio sulla fronte.

"Ti amo, ti amo, ti amo." la stringe, sentendo che ora può dirglielo senza sentirsi in colpa di essersi affezionata così tanto a questa piccola e meravigliosa creatura.

"Dovete far piangere anche me? Smettetela." parla Paulo, prendendo un respiro profondo mentre le due si avvicinano a lui. "Siete la mia bellissima famiglia." le stringe a sé. "La mia bellissima figlia." osserva Mariam che sorride. "E la donna della mia vita." guarda Serena che fa lo stesso.

Si coccolano un po', rendendo reale tutto quello che hanno sempre sognato e che adesso è pura realtà ai loro occhi. Tra tutto quell'amore, Mariam prende sonno, lasciando svegli solo i due più grandi che ne approfittano per darsi qualche bacio e farsi qualche coccola in più.

"Mi hai fatto il regalo più bello che possa mai esistere." sussurra lei per prima, accarezzando il visino addormentato di Mariam.

"Sei tu che lo hai fatto a lei e a me entrando nella nostra vita." le da un bacio sulla guancia. "Non riesco ad immaginare un futuro senza di te."

"Ed io non ricordo nemmeno come fosse la mia vita senza voi due." passa le dita tra i suoi capelli.

"Non pensarci perché tanto ci avrai tra i piedi per ancora tantissimo tempo."

"Non vedo l'ora." mormora con un grande sorriso. "Domani hai il giorno libero, amore?"

"Che bello sentirselo dire di nuovo." afferma contento. "Comunque si, domani sono tutto per voi due."

"Allora mi accompagni tu a casa?"

"Si certo che ti ci accompagno, ma cosa devi andare a fare?" domanda confuso.

"Devo prendere le mie cose." risponde, ma vede che non capisce e così scoppia a ridere.

"Non ridere di me, sono distrutto e non sto capendo cosa devi prendere di così importante."

"Per quanto siano belli e mi stiano bene, non posso mica continuare ad indossare i tuoi vestiti per tutta la vita. Lo hai detto tu che vuoi stare insieme a me per sempre, no?"

"Si."

"E a me va bene, lo voglio anche io." gli da un bacio. "Ma ho bisogno delle mie cose se devo restare qui."

Capisce cosa vuole dire e sorride felicemente mentre la abbraccia, sperando di non aver capito male.

"Vieni qui? A vivere con me e Mariam?"

"Se ti va ancora, si, anche domani."

"Certo che mi va." la stringe, riempendola di baci su tutto il viso. "Così ti avrò tutta per me ogni singolo giorno."

"Sono già tutta per te, lo sarò sempre, ma mi dovrai dividere con lei." indica la bambina.

"Farò questo sacrificio." scherza mentre poggia la testa sulla sua spalla, sentendo che questa notte potrà dormire sereno.

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Uno di questi giorni / Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora