- trentadue -

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× Quando Paulo apre gli occhi, tasta la parte del letto accanto alla sua, trovandola vuota. Si acciglia ed apre poi gli occhi, sedendosi sul letto e notando che anche la porta della stanza che è sicuro di aver lasciato chiusa adesso è semi-aperta. Si rimette i boxer che ha tolto ieri e dei pantaloncini che prende dall'armadio, uscendo dalla stanza mentre sbadiglia. Arriva nel salone e la trova affacciata alla finestra mentre osserva il cielo grigio di Torino e la strada vuota. Le circonda i fianchi con le braccia, facendola sussultare leggermente e poi sorridere mentre si appoggia al suo petto.

"Buongiorno amore." lo saluta.

"Buongiorno."

Si rigira tra le sue braccia e si alza sulle punte per dargli un tenero bacio sulle labbra.

"Ho freddo solo a guardarti, non puoi metterti almeno una maglietta?" gli chiede mentre lo abbraccia, come per volerlo scaldare.

"È perché sei stata affacciata, qui dentro si sta bene." risponde, dandole un altro bacio. "La principessa ancora dorme?"

"Si." risponde. "È tenerissima quando si copre fino al naso con la coperta."

"Vero?" sorride. "Sono felice di sapere che andate così d'accordo."

"È così tenera." risponde. "Tutta il papà."

"Modestamente." passa una mano tra le ciocche lunghe della ragazza. "Ma adesso parliamo di te."

"E di cosa?" piega un po' la testa di lato.

"Intanto se va tutto bene."

"Si, più o meno." lui si acciglia alle sue parole. "Ero un po' arrugginita e mi fanno un po' male le gambe, ma nulla di insopportabile."

"Mmmmhhh." mugola, poi la prende in braccio e le fa incrociare le gambe attorno al suo busto. "Sei bravissima, lo sai?"

"A fare cosa?" domanda lei.

"A fare quello che abbiamo fatto ieri sera." le bacia il collo.

"Ah." avvampa.

"Questa mattina ti sei alzata e mi hai lasciato da solo nel letto, volevo fare l'amore con te e sono stato rifiutato indirettamente. "

"Tra poco si sveglierà Mariam, è il suo turno di ricevere attenzioni." gli da un bacio. "Abbiamo tutto il tempo per farlo."

"Lo prendo come 'questa sera o in qualunque momento si addormentarà', amore." la mette con i piedi per terra.

"Non vedo l'ora." rimane abbracciata a lui.

Poco dopo si sentono dei lamenti e una piccola voce che chiama entrambi provenire dal corridoio.

"Buongiorno raggio di sole." saluta Serena non appena accende la luce. "Hai dormito bene?"

"Buenos días." dice mentre sbadiglia.

"Hai fame?" le chiede.

"Lattuccio." mormora mentre toglie il ciuccio.

"E vieni, andiamo."

Ma non appena le due escono dalla porta, vengono sorprese da Paulo che fa ridere la piccola con una smorfia. Poi la prende in braccio a mo' di principessa e la solleva così da baciarle la pancia, facendola ridere.

"Buenos días nenita." dice e poi le stampa un bel bacio sulla guancia. "Oggi ti mangio di baci."

"Besito papá." si allunga ed incontra le sue labbra in un tenero gesto d'affetto.

"Come ti amo." le accarezza la schiena e poi camminano verso la cucina, dove già Serena le sta scaldando il latte. "Lo hai dato un bacino a nena?"

La bambina scuote la testa e poi si sporge verso la ragazza per darle un bacio a stampo, facendola sorridere mentre fa il musino e l'abbraccia.

"Bimba rara." commenta, poi la lascia al padre.

"Più unica che rara." parla lui.

Fanno colazione insieme e per quanto Serena abbia intenzione di andare a sistemare un po', Paulo la blocca sul divano per fare dei giochi insieme a Mariam. Presto il salone diventa un campo di battaglia e le risate riempiono la stanza da cima a piedi. Poi sfocia tutto nelle coccole, stringono amorevolmente e se ne stanno abbracciati tutti e tre mentre si rilassano un po'.

"Avremo una cosa da chiederti in realtà, amore." inizia Paulo.

"Cosa?" chiede.

"Tra poco arrivano le feste."

"Lo so." risponde.

"E noi pensavamo di passare il Capodanno da qualche parte, magari a New York, a Times Square."

"Da fare almeno una volta nella vita."

"Appunto." le accarezza la guancia. "Ti va di venire con noi?"

Abbassa lo sguardo e lo punta sulla bambina che attende una sua risposta mentre gioca con una ciocca dei suoi capelli.

"Certo che mi va." risponde, dando un bacio alla piccola e poi a lui.

"Grande." la stringe.

"Immagino che ci sarà un bel casino però."

"Lascia fare a me, ho i miei trucchetti." strizza l'occhio. "Natale lo possiamo anche lì."

"Suona davvero bene." gli accarezza il petto nudo.

"Tutte per me per alcuni giorni, senza nessuno che rompe le scatole in giro. Mi sembra di non crederci." le stringe a sé. "Vi amo."

"Anche io." risponde la fidanzata.

"Te amo." parla la bambina mentre passa la mano sul tatuaggio che il papà ha sul braccio, quello del nome di sua figlia.

"Ma tanto tanto?" Mariam annuisce e poi allarga le braccia per cercare di essere convincente, facendoli ridere. "E nena?" le chiede poi.

"Ti amo." parla anche a lei, facendola sorridere.

"Anche io." ripete mentre guarda la bambina.

Non si aspettava che avrebbe potuto sentire tanto affetto per un esserino così piccolo ed innocente. Di quella piccolina ama tutto: dai tratti dolci del suo viso, alla sua risata contagiosa e al modo tenero che ha di muoversi ed esprimersi. Nonostante cresca sempre più, non può fare a meno di vederla come la neonata che ha preso per la prima volta tra le braccia in una stanza d'ospedale. Sente che potrebbe dare addirittura la vita per lei.

Adora quando con quel sorriso dolcissimo si avvicina e poggia la testolina sul suo petto per farsi coccolare e farsi dare tanti bacini sulla guancia e sulla testa. È innamorata di quella bambina.

"Non smetterei mai di guardarvi." mormora il ragazzo. "C'è spazio per papà?"

Allargano tutte e due le braccia e lui stringe la figlia, facendosi abbracciare dalla fidanzata che tiene vicini entrambi, tenendo sotto mano tutto ciò di cui ha bisogno per essere felice e tranquilla.

"Siete la mia vita." sussurra, guadagnandosi due sorrisi simili che le lasciano delle impronte indelebili dentro al cuore.

. . .

×

BUON NATALE!❤️✨️

Uno di questi giorni / Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora