- sedici -

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× Quando rientra in casa, la voce dei cartoni animati gli giunge alle orecchie e, entrato in salone, trova la bimba intenta a guardare quel buffo cartone che vede una bambina abbastanza irrequieta dare fastidio ad un orso.

"Ciao principessa." la saluta con un bacio.

"Ciao papà." gli sorride.

"È andata bene oggi?"

"Si."

"Dov'è Serena?" le chiede mentre la cerca con lo sguardo.

"Sono qui." si sporge dal corridoio. "Stavo sistemando i suoi giochi." le passa poi il peluche che le aveva chiesto. "Ciao." gli rivolge poi un sorriso.

"Bubu." parla la bambina, abbracciando il suo orso.

"Ciao." le accarezza i capelli. "Tutto ok? Ha fatto la brava?"

"Lei fa sempre la brava." le accarezza i capelli. "A te come va?"

"Tutto bene." risponde mentre si siede sul divano più piccolo, facendo una smorfia non appena poggia le spalle contro il morbido.

"Che hai?"

"Niente, solo tensione." prova a stiracchiarsi, sentendo poi le sue mani addosso.

"Qui?" inizia a massaggiare.

"Si." risponde e tira un sospiro di sollievo, beandosi di quella sensazione rilassante. "Da quando sai fare i massaggi?"

"Credo da un po', non conto gli anni." ridacchia. "Rilassati un po'."

Fa come le dice e butta fuori tutta l'aria che ha in corpo, sentendosi immediatamente già molto meglio.

"Hai la mani degli angeli." commenta.

"Non ne so fare miracoli io."

"Quelli biblici magari no, alla mia schiena si." sospira. Qualche minuto dopo le fa cenno che può fermarsi e si stiracchia ancora, sentendosi come rinato. "Grazie."

"E di cosa?" alza le spalle.

"Nena." la chiama la bambina, indicando la televisione.

"Oh no, cambiamo canale?" chiede e la vede annuire.

"Perché? Cos'aveva quel cartone che non va?"

"Hai l'unica bambina che detesta i cartoni sulle principesse e i principi." si mette a ridere mentre trova qualcosa che le piace.

"Wow, mia figlia è già così intelligente e non ha nemmeno due anni." ironizza. "Fa bene, meglio non credere alla storia del principe azzurro." mormora mentre passa una mano sul viso.

"Perché lo cercherà?" lo incalza e lui toglie la mano da davanti agli occhi mentre sorride. "E chi capirà mai voi padri?"

"Tu hai mai cercato il principe azzurro?"

"No, io da piccola ero innamorata di un alieno che ha salvato la terra da alieni di tutti i tipi, cyborg e demoni rosa. Cercavo un Goku, non un principe." scherza. "Ma alla fine non serve trovare quello perfetto, basterebbe trovare quello giusto e rispettoso."

La bambina la guarda e sorride anche se è ancora troppo piccola per capire quello che ha detto.

"A proposito." ricorda quello di cui hanno parlato ad allenamento, quando Juan gli ha chiesto cosa farebbe se lei si mettesse con un altro, facendogli tornare alla menta la volta in cui anche lei era fidanzata. "Mi sono reso conto di non averti mai chiesto come stavi dopo la rottura con Francesco."

"Arrivi in ritardo di due anni, Paulo. Vale ancora come domanda?" ride.

"Non lo so, credo dipenda dalla risposta."

"È andata a finire male, non è che stessi bene ma adesso si." alza le spalle. "È passata in fretta come delusione."

"Non ti ho nemmeno chiesto perché vi siete lasciati."

Lei tenta di restare neutrale a quella domanda, ma nella sua testa si formula una domanda: "Martina non te l'ha spiegato?", ma forse è meglio evitare questo interrogativo.

"Ha ammesso che andava con altre." dice mentre guarda il muro davanti a sé.

"Lui?" quasi fatica a crederci. "E non te ne sei mai accorta?"

"Cosa vuoi che ti dica? Vuol dire che come attore farebbe strada." la butta sul ridere anche per sdrammatizzare un po'.

"Wow." commenta ad alta voce.

"Cosa?"

"Aveva la faccia da scemo, non me lo sarei mai aspettato da uno come lui." afferma e scoppiano poi a ridere.

"Già, chissà come non ho fatto ad accorgermene prima." lo guarda finalmente negli occhi.

"Almeno adesso te ne rendi conto da sola." le accarezza il mento. "Meriti molto di più."

"Tipo?"

"Lo hai detto tu poco fa, qualcuno che ti rispetti e che sappia quanto vali."

"È vero, l'ho detto ma non è mica facile trovarlo."

"Magari sarà davvero il principe azzurro con la corona in testa ad essere quello giusto per te." sorride.

'O il principe con il pallone tra i piedi..' parla la voce nella mente di Serena che sorride.

"Dubito." si tira su. "E poi non ho fretta, la vita da single ha i suoi vantaggi meravigliosi."

"Non ti do tutti i torti."

I suoi occhi vagano sulla sua figura. Sugli occhi vispi e luminosi, le labbra leggermente schiuse per far uscire un sospiro, le mani sulla sua schiena. Si morde nervosamente un labbro quando realizza che sia una vera e propria calamita capace di attrarlo anche se non se ne rende conto. Si, deve aver aperto gli occhi solo adesso. Osserva tutto quello che si è perso: i suoi lineamenti dolci, i suoi capelli lunghi e morbidi, le sue labbra né troppo sottili né troppo carnose, le sue guance che si colorano sempre un po' di rosso quando fa freddo e le forme meravigliose che il suo corpo ha e che sono racchiuse nei suoi vestiti. Solo quando si alza e si mette accanto a lei si rende conto di quanto sia piccola di statura rispetto a lui ma quanto bella sia quando guarda qualcosa che la fa sorridere. In questo caso Mariam che se ne sta silenziosamente seduta sul divano.
Fa un altro passo in avanti e la abbraccia da dietro le sue spalle, stringendo la sua vita con profondo affetto, lasciando un bacio sul suo collo. La vede arrossire ma non si stacca dalla presa, così lui sorride.

"E questo a cosa lo devo?" domanda mentre sorride timidamente.

"A niente." lascia un altro bacio sulla sua guancia. "Mi andava di abbracciarti e basta." risponde, poggiando poi la fronte contro la sua testa.

Deve dare a Cesare quel che era suo ed ammettere a sé stesso che Juan, Manuel e anche Alice hanno terribilmente ragione riguardo i suoi sentimenti nei confronti di questa ragazza.

. . .

Uno di questi giorni / Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora