× "Papà." lo chiama la figlia che si avvicina a lui che è seduto sul divano. "Nena?" chiede.
Osserva allora l'orologio e si rende conto che dovrebbe già essere uscita dal lavoro a quest'ora, il giovedì è sempre il giorno in cui si trattiene di più con la scusa che lui sia spesso a casa per giorno libero.
"Tra poco arriva." risponde mentre le accarezza i capelli. "Gioca amore, vedrai che presto arriverà."
Annuisce e si siede per terra ma le ore passano e di lei non c'è nemmeno traccia. Mariam si sdraia per terra ed osserva il disegno che le ha fatto, poi si alza e cammina verso il mobile che ha lo sportello semi aperto e tira fuori un album. Si siede per terra e lo sfoglia, osservando le foto che raffigurano lei e il suo papà insieme, poi trova quelle con Serena. Da quelle più vecchie, quando era ancora una neonata, a quelle più recenti, tra cui quelle scattate a New York. Ne osserva una e scoppia a piangere, risvegliando Paulo dalla baraonda dei suoi pensieri.
"Che c'è amore? Ti sei fatta male?" la prende in braccio, ma da quello che tiene in mano, capisce che non si tratta di dolore fisico.
"Mamma." dice tra le lacrime, facendolo rabbrividire. "Mamma." ripete poi, urlando.
La stringe e pensa a calmarla. Crede di aver avuto un abbaglio nel sentire quella parola, ma si rende conto che non è così dato che lo dice altre volte, a voce più bassa. Quella parola che ha sentito spesso dire negli ultimi giorni: da suo padre al telefono con la nonna, da Serena quando parlava con sua madre, da quella signora che l'ha fatta piangere al parco giochi, dai cartoni alla TV e anche da alcuni bambini quando si è ritrovata a giocare insieme a loro. Ha capito che 'mamma' è qualcuno che lei non ha ed ha capito anche che si tratta di qualcuno di speciale dato che sente la sua stessa nonna venire chiamata in quel modo. I cartoni mostrano mamme che amano i figli, che li abbracciano, che si prendono cura di loro e che stanno insieme al papà. Per lei è la prima volta, non aveva mai detto 'mamma'.
"Va meglio?" domanda e lei annuisce, essendosi sfogata con un lungo pianto. "Ok." le da un bacio, poi la vede mentre osserva la foto che tiene in mano. "Chi è che chiamavi prima, amore?"
"Voglio nena." risponde.
"Vuoi Serena?" non sa proprio cosa dirgli.
"Si, mamma." afferma e lui si sente ancora più stordito di prima.
"Mamma?" domanda confuso.
"Nena." ripete, indicando poi la sua figura nella foto.
"Nena è la tua mamma?"
La vede annuire e in quel momento non ha nemmeno il bisogno di chiedersi il perché, ha sempre avuto la risposta sotto i suoi occhi: Serena è l'unica donna che le sia stata costantemente vicino, sin da quando era piccolissima. L'ha cresciuta con tutto l'amore possibile, le ha insegnato tanto ed ha passato con lei ogni momento della sua vita. Quando Mariam si è resa conto che non era più solo l'amica di papà, allora ha iniziato a ricercare in lei altro. Un petto su cui stare tranquilla, una complice, un'amica, una persona da amare e tutto quello che una madre può essere. Una madre che lei non ha mai avuto, o almeno così pensano tutti, tranne Mariam stessa.
Si alza dal divano, prende le giacche sua e della bambina, poi corre fuori e scende in macchina. Guida fino a casa della ragazza e comincia a bussare varie volte alla porta, suonando anche al campanello ma senza che nessuno venga ad aprire la porta. Guarda dalle finestre e nota che non c'è nemmeno la luce accesa e che l'intera casa sia al buio in questo momento. Ma se non è a casa allora dov'è? È impossibile che stia lavorando e non ha nemmeno idea di dove possa essere adesso dato che ogni luogo è adatto per una sessione fotografica e non ricorda nemmeno se dovesse occuparsi di un matrimonio, di un battesimo o di chissà cos'altro. Paulo afferra il telefono e manda una serie di messaggi a Serena che, però, non risponde, anzi, non le sono nemmeno arrivati. Prova a chiamarla almeno 48 volte ma non riceve alcuna risposta se non quella della segreteria telefonica. L'idea che se ne sia andata anche lei lo uccide e gli fa male al petto. Cerca in rubrica il numero di Anna, sua madre, e senza pensarci troppo, fa partire una chiamata con lei.
"Pronto?"
"Ciao Anna, scusa se ti disturbo."
"Ciao Paulo, figurati, mi fa piacere sentirti. Posso fare qualcosa per te?"
"Si, a dire il vero.. volevo chiederti se tu sai dove si trova Serena adesso perché non risponde al telefono e di solito dovrebbe già uscire dal lavoro a quest'ora."
"Serena dici? Ma non ti ha detto niente? Mi ha chiamata questa mattina per dirmi che sarebbe andata a prendere il treno alla stazione." parla e lui rabbrividisce immediatamente.
"Come il treno? Per andare dove?"
"Non lo so, era di fretta ma non me l'ha detto. Perché è successo qualcosa?"
"No no, niente. Grazie, ci vediamo." chiude la telefonata e torna a chiamare ancora ed ancora quel maledetto numero di telefono, ricevendo sempre la solita risposta.
'Segreteria telefonica, il telefono della persona da lei chiamata potrebbe essere spento o non raggiungibile. La preghiamo di riprovare più tardi, grazie.'
Sta per dare di matto ma per quanto si ostini a mettersi in contatto con lei, non sembra funzionare nulla. Instagram, telegram, whatsapp, messanger e qualsiasi altro social sembrano essere inutilizzabili se si parla di mettersi in contatto con lei. Non appena torna a casa, passa una mano sul viso mentre sente sempre di più l'ansia assalirlo, poi osserva Mariam che lo guarda speranzosa di ricevere notizie positive e così riprova a chiamarla. Digita lentamente il suo numero che ha imparato a memoria nell'ultima mezz'ora, non sperando di ricevere risposta, ma, questa volta, il telefono squilla e dopo poco riceve risposta.
"Pronto?"
. . .
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Uno di questi giorni / Paulo Dybala
Fanfiction× Verranno giorni in cui ci si sentirà soli, uno di questi potrebbe essere domani. Verranno notti in cui ci saranno le stelle a tenere compagnia, a dare carezza, a dispendere serenità. Verranno giorni in cui si amerà, altri in cui ci si sentirà trad...