- nove -

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× Se c'è una cosa che adora fare nel tempo libero, è riguardare le vecchie foto. Ha sempre pensato che le piacesse quel senso di malinconia che solo una fotografia poteva suscitare, anche se poi fa male quando rivedi qualcosa che ti suscita brutti ricordi. Nonostante l'avesse lasciata senza una spiegazione e fosse sparita nel nulla, non è mai riuscita a cancellare quegli scatti insieme alla sua migliore amica. Scatti che vanno dal periodo della scuola fino al giorno che credeva essere il più bello della sua vita, quello in cui è diventata mamma.

Chiude gli occhi per qualche istante e si chiede come sarebbero le cose se Martina fosse ancora qui.
Mariam forse avrebbe un altro nome ma anche qualcuno da chiamare "mamma". Il loro rapporto non sarebbe così, forse sarebbe completamente diverso. Se fosse ancora qui, Paulo sarebbe più felice. Le si scalda il cuore al vederlo sorridente come quella volta che ha visto la figlia in tribuna allo stadio, con una donna accanto.

I ricordi si fanno più dolci e meno dolorosi quando iniziano le foto che ha scattato a Mariam quando era ancora in fasce. Scorre attraverso la sua crescita e trova poi tutte le immagini che ritraggono Paulo e sua figlia. Sono di ogni genere: bianco e nero, con disegni digitali intorno. Ricorda di essersi divertita tanto a stamparle, a guardarle nella camera buia e aspettare che fossero pronte per darle a lui.

Si sorprende quando sente squillare il telefono dall'altra parte della stanza e dunque si alza per vedere chi sia. Paulo.

"Pronto?" risponde.

"Ciao nena, ti disturbo?"

"No, dimmi."

"Oggi ho il giorno libero e volevo-- cosa amore?" "NENA." sente parlare Mariam. "Ci vuoi parlare tu?" "Hola." sente più chiaramente poco dopo.

"Ciao principessa." la saluta. "Tutto bene? Stai facendo la brava oggi?"

"Si."

"E cosa stai facendo?"

"Juego con papà." risponde.

É abituata a sentirla parlare in spagnolo, anche se non capisce esattamente tutto quello che dice, distingue qualche termine dall'altro e, tra questi, ovviamente, rientra il termine "jugar".

"Che bello." commenta.

"Tu?"

"Stavo riguardando alcune foto." risponde. "Ci sei anche tu da piccola piccola, sai?"

"Piccola piccola." ripete e la sente ridere. "Nena, papà, helado."

"Cosa? Non ho capito." si siede sul suo letto.

"Papà." passa il telefono al padre. "Ti ha praticamente chiesto se ti va di prendere un gelato."

"Con questo freddo?" guarda fuori dalla finestra, confermando che non sia proprio la giornata più adatta per un gelato.

"Me lo chiede da questa mattina e non ho più quei ghiaccioli dei pinguini in casa. È il mio giorno libero, sarebbe bello portarla fuori a fare un giro."

"Si chiamano polaretti, Paulo." ridacchia.

"Non è questo il momento di parlarne, tanto non lo ricorderò mai." lo sente fare lo stesso. "Ti passo a prendere tra 15 minuti."

"Come al solito non mi lasci opzione di scelta." sospira. "Ci vediamo tra 15 minuti."

"Perfetto."

Chiude la telefonata ed inizia a sistemarsi un po', si veste e si trucca un po' per apparire presentabile mentre inizia a scendere. Osserva la strada di un giovedì pomeriggio la cui aria è abbastanza fredda. Sono poche le persone in giro e, tra le auto che passano, scorge visi un po' spenti e stanchi, forse di persone che ritornano a casa dal lavoro. Si siede su una panchina e maneggia con il cellulare, cercando vanamente il nome di Martina su instagram; anche questa volta, compaiono solo profili di gente omonima. Alza lo sguardo quando la macchina di Paulo si ferma davanti a lei e, quando si avvicina ed apre lo sportello, trova qualcuno che occupa il sedile del passeggero.

"E tu che fai qui?" domanda divertita.

"Non ne voleva sapere di stare nel seggiolino."

"Con te." mormora la bambina che prova a slacciare la cintura, venendo poi aiutata dalla ragazza che la prende in braccio e la siede sulle sue gambe.

"Ciao piccolina." le da un bacio sulla guancia. "Ciao papà." saluta anche Paulo.

"Ciao nena." le da un bacio sulla guancia.

"Besito." mormora anche Mariam che gliene da uno.

"Come sono belli questi codini, te li ha fatti papà?"

"Si."

"Si vede."

"Perché? Cos'hanno che non va?" osserva la figlia mentre si ferma ad un semaforo.

"Guardala da qui." lo invita e nota solo adesso che sono un po' storti, uno più sopra ed uno più sotto.

"Ci ho provato." sospira.

"Sono comunque carini." ridacchia, guardando la strada.

"Voleva fatte le trecce."

"Oh no."

"Ci ho anche provato e con scarsi risultati."

"Le facciamo dopo, va bene?" chiede alla bambina che annuisce e si mette in piedi, tra lo spazio delle gambe della ragazza.

Poggia le mani sulla guancia della maggiore, ridendo alle sue smorfie e raccontandole quello che ha fatto quando stava giocando con papà questa mattina, alternando come sempre lo spagnolo ad un po' di italiano. Sorride quando il papà ferma l'auto e si ritrova davanti un'insegna enorme di un cono gelato. È un bar lontano dal centro e anche abbastanza semplice ma comunque molto bello. Paulo tiene la figlia per mano mentre entra e sorride ad un ragazzo dietro al bancone.

"Hey Gio." lo saluta.

"Si?" alza lo sguardo. "Paulo, che sorpresa!" gli batte il pugno. "Sono secoli che non ti vedo qui, come vanno le cose?" chiede mentre chiude la porta ed abbassa la saracinesca.

Serena si guarda intorno stranita, non capendo perché adesso abbia chiuso tutto quando ci sono loro ancora dentro.

"Tutto ok, a te? Sembri in forma."

"Ho ripreso la palestra, voglio diventare bello grosso." sorride. "Potevi dirmi per telefono che eri tu, ho persino cercato su internet quel falso nome ed ero pronto a prenderti a calci se non fossi stato un tipo famoso."

"Credevo mi riconoscessi."

"Niente affatto." ridacchia. "Quella è tua figlia? Accidenti, è la tua copia."

"Si." prende in braccio la bambina che si nasconde un po'. "Amore, lui è Giorgio, un amico di papà. Lei è Mariam."

"Hey piccolina." le accarezza la guancia.

Mormora un "ciao" leggero e quasi inudibile, poi volta il viso verso Paulo mentre gioca con la cerniera del suo giubbotto.

"Dai saluta." la incita ma lei scuote la testa.

"Fa nulla, è ok." lo tranquillizza, poi guarda Serena. "Hey hey e questa bellezza chi è? La tua ragazza?" domanda.

. . .

Uno di questi giorni / Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora